Manovra bis prima di Pasqua

Si parla di un condono previdenziale. Prodi prende a prestito le parole di una canzone di Sanremo Manovra bis prima di Pasqua Si parla di un condono previdenziale. Prodi prende a prestito le parole di una canzone di Sanremo Ciampi accelera, da15 a 20 mila miliardi ROMA. Non l'intera attesissima relazione del Tesoro, solo i numeri essenziali della finanza pubblica saranno pronti stamattina a mezzogiorno. Il toto-scommesse della politica già converge su un eccesso di deficit poco inferiore ai quindicimila miliardi; stima però provvisoria, perché ricavata dalle regole di contabilità italiana, non da quelle europee per cui mancano alcuni dati. Si potrà così avviare l'esame della manovra-bis per fermare il deficit '97 entro il criterio di Maastricht. Ma ieri non c'erano ancora le condizioni politiche per annunciare che la decisione - come vorrebbe Carlo Azeglio Ciampi venga presa prima di Pasqua. Quindicimila miliardi? Anche alcuni tecnici governativi ritengono più verosimile che ne servano 18-19.000, sulla base dell'attuale livello dei tassi di interesse sui debito pubblico, sopra il 7% anziché al 6,5% come calcolato qualche settimana fa. Importanti osservatori economici arrivano a 20.000, anche Prometeia dei cui consigli Romano Prodi si è spesso servito. Ma il presidente del Consiglio si mostra ottimista, perfino popolarmente frivolo: «Guardiamo avanti, quelli che abbiamo vissuto sono solo momenti» diceva ieri sera, citando la canzone di Siria a Sanremo. Per la prima volta ieri mattina i contenuti della manovra sono stati discussi in una riunione di governo. C'erano Prodi, Walter Veltroni e i ministri Ciampi, Vincenzo Visco e Tiziano Treu. E' andato a palazzo Chigi anche il presidente dell'Inps Gianni Billia, pei' le stesse ragioni. Su sanità e pensioni si continuano a temere i veti di Rifondazione comunista; anche il Ppi è contrario al ticket sulle degenze ospedalie- re. «Il governo scelga: o l'Europa o Bertinotti» è in queste ore lo slogan preferito dell'opposizione. Tuttavia un'intesa appare impossibile, dopo che ieri in tv Silvio Berlusconi ha annunciato voto contrario del Polo se il governo colpirà (come è certo) i fondi liquidazione. Con le elezioni amministrative che si avvicinano, era scontato che Polo e Ulivo imboccassero rotte divergenti. Interventi davvero «strutturali» sulle pensioni - che almeno a parole il Polo sollecita - sembrano per questo stesso motivo esclusi. Solo al Tesoro si continua a ritenere probabilmente indispensabile un qualche disincentivo all'esodo «per anzianità» degli statali. A questo forse si prowederà in un secondo momento. Il filo conduttore nelle riunioni di questi giorni è tutt'altro. Benché nei ministeri si continui a parlare di «misure strutturali» il massimo della fantasia si esercita su interventi di tipo contabile. I perché sono evidenti: limitare le ripercussioni negative su un'eco¬ nomia che marcia a rilento, evitare contrasti politici. Oltre al «Tfr» si è pensato anche a una grossa operazione di cessione dei crediti vantati dall'Inps, per escluderla poi; e alla statalizzazione di interi fondi pensione come quelli degli elettrici e dei telefonici, sull'esempio francese. Il presidente dell'Inps pare abbia controproposto un nuovo condono previdenziale. Ipotesi in qualche modo rassomiglianti a un nuovo condono fiscale sono state respinte dal ministro Visco. Saranno solo riaperti i termini per il concordato '94. Di nuove tasse in senso stretto non ce ne saranno. L'apporto delle Finanze alla manovra, forse 2500 miliardi, verrà da anticipi di imposta (sulle successioni?), da accelerazioni di versamenti, forse da una sorta di cessione dei crediti agli esattori. Ma a giudizio di Berlusconi sono tasse anche l'operazione sul Tfr (a danno delle imprese) e il «contributo di solidarietà» (a danno dei pensionati); mentre secondo il governo le imprese saranno indennizzate con sgravi fiscali dall'onere dell'operazione Tfr, e il «contributo di solidarietà» è una riduzione della spesa pensionistica. Nei piani governativi, i nuovi accantonamenti '97 per il «trattamento di fine rapporto» dovrebbero essere versati al Tesoro. La cifra totale, come conferma la Confindustria, si aggirerebbe sui 10-11.000 miliardi. Al Tesoro l'effetto contabile netto è stato calcolato in 6000 sia a causa delle contropartite alle imprese sia a causa della facoltà concessa di sfuggire all'obbligo di versamento utilizzando quelle somme per fondi di pensione integrativa. Ieri si è appellata a Ciampi la presidente dei giovani industriali, Emma Marcegaglia: «Solo lui ci può salvare»; ma al provvedimento sul Tfr il superministro appare favorevole. Stefano Lepri '. " " «TASSA» SUfc CI SARA' IL PRELIEVO FORZOSO^ SUL COSIDDETTO TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO. LE IMPRESE PUBBLICHE PAGHERANNO DI PIÙ1 ARRETRATI FS MILLE MILIARDI POTRANNO VENIRE DALLE FERROVIE SOTTO FORMA DI UN PAGAMENTO^ DI ARRETRATI DELL'IMPOSTA PATRIMONIALE NUOVI TICKET POTREBBERO ESSERE RESI OBBLIGATORI I TICKET SUL PRONTO SOCCORSO E INSERITI I TICKET : SUI RICOVERI OSPEDALIERI CONTRIBUTO PENSIONI UN CONTRIBUTO «DI SOLIDARIETÀ'» GRAVERÀ' IN MISURA DIFFERENZIATA SULLE PENSIONI AL DI SOPRA DI UN CERTO LIVELLO là : * Il super ministro per l'Economia Carlo Azeglio Ciampi

Luoghi citati: Europa, Roma, Sanremo, Siria