« Più attenzione al Sud »

il presidente : „ , delia fiat Romiti nuovo ricchezza Itali « Più attenzione al Sud » :„, Romiti: nuovo, ricchezza a Italia ^^^^^^il presidente delia fiat ROMA EL primo dopoguerra il Nord-Est del Paese era una landa desolata di povertà e di pellagra. Ora è una delle regioni più ricche d'Europa, una nuova Baviera. Alla luce di questa esperienza dobbiamo cominciare a considerare il Sud Italia una pagina bianca su cui ripetere senza egli errori del caso - questa fortunata esperienza. Il Sud è la nuova frontiera economica e la nuova risorsa dell'Italia. E' questo il messaggio lanciato dal presidente della Fiat Cesare Romiti in occasione della festa per i trent'anni del Censis, cui ha partecipato insieme al ministro dell'Interno Giorgio Napolitano, al cardinale prefetto delle Chiese orientali Achille Silvestrini e, ovviamente, al «padrone di casa» Giuseppe De Rita, presiente del Censis e «uomo dal pensiero immaginifico» come l'ha definito Napolitano. Nel 1967, quando uscì il primo rapporto Censis, l'Italia «era un Paese vivo, dinamico, attraversato certamente da forti contraddizioni, ma in piena evoluzione e proiettato verso il futuro - ha detto Romiti - oggi di quell'ottimismo è svanita la traccia, eppure questo era e resta un Paese straordinariamente vivo» e ha dunque i numeri per farcela, se continuerà il suo processo riformatore, se crederà di più nell'industria, se saprà valorizzare la sua grande risorsa, che è il Sud. Sì, il Sud. «Che oggi in Italia aleggi la paura di perdere il benessere fin qui conquistato - ha detto Romiti - mi sembra un dato di fatto. Ma io mi domando, anche se è giusto e doveroso indicare i rischi che corriamo, se c'è ragione di essere così pessimisti». Per esempio - ha sottolineato Romiti - «l'industria ha sofferto, come ancora soffre, per l'inefficienza dei servizi e l'obsolescenza delle infrastrutture» e inoltre «ha sofferto dell'assenza di una vera politica economica estera, di promozione delle nostre imprese oltre i confini nazionali», ma detto questo «non si può non constatare come l'Italia resti un Paese industriale e come proprio questa sua vocazione abbia grandi ricadute positive sull'economia. Basterebbe guardare l'attivo della bilancia commerciale: la sua incidenza sul Prodotto inter¬ no lordo è giunta a livelli più che giapponesi». E poi - ha segnalato ancora Romiti - abbiamo sotto gli occhi l'esperienza del Nord-Est che da zona di sottosviluppo è «diventato una regione ricca come la Baviera». Ora è il momento di valorizzare una risorsa «finora considerata solo un problema, cioè il Mezzogiorno». Proviamo a ribaltare la prospettiva, suggerisce Romi¬ ti: «Io penso che dobbiamo cominciare tutti a considerare il Mezzogiorno come una grande ricchezza per l'Italia, non come un problema». Non si tratta solo di buone intenzioni, chiarisce Romiti: che questa strada sia percorribile lo dice infatti l'esperienza della Basilicata «dove, grazie alla presenza di un'industria competitiva, l'incremento del prodotto interno lordo è stato il più alto in assoluto in Italia». Certo, ha ricordato Romiti, esiste anche un problema forte di criminalità in queste regioni «ma è una questione che non può essere vinta affidandosi solo agli interventi di polizia e magistratura. Lo si vince solo se si va alla radice del problema, se si offrono ai giovani vere opportunità di lavoro, in alternativa al reclutamento dr'le organizzazioni malavitose». Quanto all'Urne, Romiti ha detto che «deve essere senza dubbio una componente essenziale del nostro progetto, ma c'è Europa e Europa, e il Censis stesso ammonisce che non possiamo farci governare da altri, "magari dalla logica contabile che caratterizza oggi i meccanismi della costruzione europea". E' un monito - ha aggiunto - che condivido in pieno. E poi la coesione europea deve essere un'opportunità e non una punizione». [r. mas.] «Guardiamo in modo nuovo al Mezzogiorno, che finora era visto come un problema» Sull'Europa: sia un'opportunità e non una punizione Il presidente della Fiat Cesare Romiti

Persone citate: Achille Silvestrini, Cesare Romiti, Giorgio Napolitano, Giuseppe De Rita, Napolitano, Romiti