Grandi manovre in Adriatico

Il mare agitato ha rallentato gli sbarchi in Puglia. Donne e bambini salvati da una nave in difficoltà Grandi manovre in Adriatico Il mare agitato ha rallentato gli sbarchi in Puglia. Donne e bambini salvati da una nave in difficoltà La San Giusto presidia il mare diDurazzo BRINDISI DAL NOSTRO INVIATO «Victoria nobis vita». E' il motto elio spicca sul ponte porta-elicotteri dell'incrociatore Vittorio Veneto, entrato per qualche ora nel porto di Brindisi per rifornimenti, in vista di una missione presumibilmente lunga, e top-secret. Come i piani della San Giusto, l'unità appoggio che ha lasciato il molo di Costa Morena in piena notte, dopo aver imbarcato 12 autoblindo e 300 fucilieri del battaglione San Marco. La Marina sembra fare sul serio e, al comando della terza divisione, sistemato ai piedi del Castello Svevo, non si nasconde una certa tensione. Anche se fioccano poco convinte smentite, prendono corpo le voci di un'azione da svolgere nell'area dei porti di Durazzo e di Valona, per scoraggiali,' l'attività delle bande che stanno gestendo le partenze verso l'Italia e filtrare già all'origine il flusso dei profughi. Impossibile ottenere qualsiasi conferma a un'operazione che dovrebbe comunque avere il beneplacito internazionale nonché quello del governo albanese, che ha comunque sollecitato un intervento. La burrasca forza 7 ieri ha quasi bloccato l'afflusso delle navi verso i porti pugliesi. Fra Bari e Brindisi sono stati registrati gli arrivi di appena 500 persone mentre a Otranto, per la prima volta dall'inizio della crisi, non si è visto nessuna nuova imbarcazione: il totale degli arrivi si è dunque attestato intorno alle 11 mila unità. Un peschereccio e un rimorchiatore albanesi sono andati incontro a gravi avarie ai motori. lì primo è sfato evacuato a 15 miglia da Brindisi e 150 profughi, fra cui molti bambini, sono stati trasportati a riva con le motovedette. (In rientro durato 5 ore, per le pessime condizioni del mare e per un'avaria a una motovedetta, costretta a procedere con un mptore solo. Appena sbarcati, i bambini sono stati soccorsi dalla crocerossine e dai volontari della Cantasi fradici, i piccoli albanesi sono stati spogliati e rivestiti, prima di essere visitati dai medici che li hanno trovati in buone condizioni. Il rimorchiatore era invece ancora in mare a notte fonda, a 75 miglia da Brindisi, sbandato su un fianco, con un numero imprecisato di profughi a bordo. Si pensa di trainarlo in porto stamane, ma per chi si trova a bordo è stata una notte d'inferno. I due episodi di navi soccorse perché incapaci di governare hanno dato forza ai sospetti che ci si trovi di fronte a un disegno: rimorchiatori albanesi trainano sino al limite dello loro acque territoriali imbarcazioni non in condizioni di navigare, che vengono poi soccorse dai mozzi della nostra Marina e della Capitaneria di Porto. Questa pratica, evidentemente ad altissimo rischio per i profughi soprattutto quando (come ieri) ci si trova ad affrontare il mare in burrasca, ha indotto il sostituto procuratore di Brindisi, Lino Bruno, ad aprire un'inchiesta. Che non è contro ignoti, visto che il fatto è già conteslato all'equipaggio del peschereccio Briha, sorpreso mentre stava per sganciare una chiatta colma di fuggiaschi e poi costretto dalla Guardia di Finanza a raggiungere il porto di Brindisi. II comandante e i quattro marinai seguiranno dal carcere gli sviluppi dell'inchiesta: sono stati arrestati per detenzione di armi da guerra (in un doppio fondo delle cabine erano nascosti 5 fucili semiautomatici e un kalashnikov) nonché per avere agevolato l'ingresso in Italia dei clandestini. Contestazione, questa, avanzata nei confronti di tutti i comandanti delle unità giunte in Italia. Unica eccezione gli ufficiali del Georgios, il mercantile battente bandiera dell'Honduras, arrivato venerdì a Brindisi: in questo caso è stato possibile accertare che la nave venne letteralmente assaltata da 120 persone all'ingresso del porto di Durazzo, così da costringere l'equipaggio a far rotta verso l'Italia. Nella decina di inchieste aperte dalla magistratura su fatti relativi all'arrivo degli albanesi, spicca quella condotta sulle intimidazioni messe in atto venerdì da un folto gruppo di albanesi (ne furono poi contati, a bordo, circa 400) por imbarcarsi sulla nave San Giorgio, impegnata ad evacuare dal porto di Durazzo centinaia di cittadini italiani ed inglesi. Trasferiti (dopo un'avaria della San Giorgio) sull'unità gemella San Giusto, furono poi sbarcati a Brindisi. Qui, un rapporto alla magistratura ha consentito di aprire un'indagine e di individuare almeno una centinaio di facinorosi. Verso i quali, comunque, si procederà in contumacia: i responsabili di quell'azione sono infatti fra i 292 albanesi fatti rientrare ieri a Tirana. Continua intanto, a Brindisi, la sfilata delle autorità di governo. Ieri è stata la volta del ministro della sanità, Rosy Bindi. Una puntata alla stazione marittima (dove c'è la tenda delle Croco Rossa e dove sorgerà stamane un ospedale da campo fornito dalle Misericordie toscane), una riunione all'ospedale Di Stimma, poi le prime indiscrezioni sul «ponte umanitario» che porterà aiuti al di là dell'Adriatico non appena sarà possibile garantire un canale di distribuzione affidabile per viveri e medicinali. Intanto l'Albania si affida ai fax: nella sede della Caritas brindisina ieri è giunto quello del sindaco di Scutari: «Abbiamo bisogno di tutto, non dimenticate chi è rimasto qui». A sinistra primi soccorsi a due bambini appena sbarcati a Brindisi. Sopra, una bambina aiutata da un volontario della Croce Rossa

Persone citate: Costa Morena, Lino Bruno, Rosy Bindi, Svevo