«Un piano di spartizione dell'Albania»

^1 «Un piano di spartizione dell7Albania» Lo denunciano Skopje e Ankara (che minaccia interventi) ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO «Il governo turco si oppone con forza alla spartizione dell'Albania e si oppone a coloro che vogliono dividere questo Paese balcanico». Il ministro della Difesa di Ankara, Turhan Tayan, ha denunciato ieri un tentativo di divisione dell'Albania senza però precisare chi siano gli autori di questo piano. Tayan ha affermato che Ankara è pronta a intervenire per aiutare Tirana, ma non ha precisato se questo significhi che la Turchia potrebbe inviare truppe in Albania, Il ministro non è l'unico a denunciare in questi giorni un piano per la spartizione del Paese. Un gruppo di storici macedoni ha reso noti, a differenza di Tayan, tutti i dettagli su un vecchio progetto di divisione dell'Albania fra Grecia e Serbia in un articolo su un quotidiano di Skopje. Secondo gli studiosi, tra Atene e Belgrado esiste un accordo segreto per la spartizione che risale all'inizio del se- colo. Benché non esistano documenti scritti a conferma della loro tesi, gli storici macedoni sostengono che greci e serbi avrebbero concordato di dividere il Paese balcanico tra Nord e Sud lungo un confine segnato dal corso del fiume Shkumbina «nel momento storico più favorevole», quando cioè le circostanze esteme lo avrebbero permesso. Il caos attuale in Albania potrebbe essere lo scenario ideale per la realizzazione del piano. Di certo, Nord e Sud dell'Albania sono profondamente diversi. Nella parte meridionale del Paese, che confina con la Grecia, vive una popolazione dalle caratteristiche mediterranee e di religione ortodossa; l'influenza di Atene vi è sempre stata molto forte; i settori nazionalisti della Grecia continuano a considerarlo terra ellenica, e ancora oggi viene chiamato Epiro. Non sarebbe, quindi, una coincidenza che proprio il Sud si sia ribellato con violenza al presidente Berisha, che rappresenta gli albanesi del Nord a maggioranza musulmana. Secondo gli studiosi macedoni, è proprio per questo che recentemente gli Stati Uniti hanno ammonito Atene a non immischiarsi nel conflitto albanese. Malgrado questo, il segre¬ tario di Stato agli Esteri greco, Yannos Kranidiotis, si è recato l'altra sera in visita nell'Albania meridionale in mano al «Comitato del Sud». Il governo di Tirana ha reagito con una nota di protesta all'ambasciata greca a nella capitale, deplorando di non essere stato informato della missione dell'alto diplomatico greco. Tornato ad Atene, Kranidiotis ha dichiarato, invece, che il governo albanese era stato informato e che egli stesso aveva parlato della sua visita al nuovo premier Fino durante i colloqui a bordo della nave «Aliseo». «Il mioviaggio è stato interessante e utile e si inquadra nel ruolo della Grecia nella ricerca di una soluzione pacifica in Albania», ha detto, aggiungendo che allo stesso scopo è volta l'attuale visita del ministro degli Esteri greco, Pangalos, a Belgrado e Skopje. Nel Nòrd del Paese, la popolazione che vive lungo il confine con la Macedonia e U Kosovo non ha mai appoggiato Berisha: forse è proprio per questo che all'inizio della crisi il Presidente albanese ha accusato alcuni servizi segreti stranieri, e in particolare gli agenti di Belgrado, di avere appoggiato la ribellione e aver finanziato il quotidiano «Koha Jone», la cui redazione è stata devastata e incendiata. La Serbia, concludono gli storici, ha tutto l'interesse nel vedere l'Albania destabilizzata, indebolita e divisa da una guerra civile: in primo luogo perché le consentirebbe di rafforzare la repressione contro i due milioni di albanesi del Kosovo. Ingrid Badurina Tra Grecia e Serbia Un gruppo di storici macedoni: risale ai primi del secolo La linea di divisione è il fiume Shkumbina «Si aspettava solo il momento favorevole» Il ministro degli Esteri turco Ciller

Persone citate: Berisha, Ciller, Kranidiotis, Pangalos