Dini ora tocca all'Europa di Maria Grazia Bruzzone

Estero Pini: ora tocca all'Europa Roma, vertice col ministro degli Esteri Starava e la missione Ue «Noi siamo pronti per i primi soccorsi» ROMA. L'Italia è pronta a rispondere a «richieste specifiche» di aiuti umanitari dall'Albania, in caso di «vera urgenza», che dovessero richiedere richiedere tempi più brevi rispetto a quelli degli aiuti europei. Il ministro degli Esteri Lamberto Dini, alla fine della conferenza stampa alla Farnesina insieme al capo della diplomazia albanese Arjan Starava, chiarisce che il nostro Paese per ora si attiene alle decisioni che verranno prese a livello europeo. Ma fa anche capire che, qualora ve ne fosse necessità e gli aiuti comunitari tardassero, potrebbe anche inviare beni di prima necessità per conto proprio. E va da sé che quelle forze che dovrebbero accompagnare gli aiuti per garantire che giungano a destinazione, in questo caso sarebbero italiane. Ma in ministro non si è spinto fino a tanto. «Non c'è un piano italiano in questo momento. L'Italia intende agire in primo luogo nell'ambito del'Unione Europea», spiega Dini che nega, ora come ora, una situazione di emergenza umanitaria. «In questo momento non c'è in Albania una scarsità di beni essenziali. Ma potrebbe esserci aggiunge - se gli stock non venissero ricostituiti in breve tempo». Di qui la «raccomandazione d'urgenza» che l'Italia presenterà ai partners dell'Unione Europea, affinché si lavori «Insieme » e «in fretta» per portare gli aiuti necessari. Durante la conferenza stampa Dini ha sottolineato come, per raggiungere le destinazioni, gli aiuti dovranno essere accompa- gnati da una «forza intemazionale di sicurezza» che garantisca il loro arrivo . E sottolinea che la comunità internazionale deve lavorare a questo scopo rapidamente al fine non solo di mettere insieme gli aiuti necessari ma di comporre la forza che dovrà scortarli. Quanto al flusso dei profughi che arrivano in Italia, Dini ha ricordato come il nostro Paese «contonua a assere pronto ad accettare persone bisognose di aiuti umanitari, ma contrasterà il flusso di persone che vengano senza avere realmente bisogno di questo tipo di assistenza». Anche di questo il capo della Farnesina spiega di aver parlato con il suo collega albanese. Il ministro Starava, che fa capo al partito democratico, lo stesso del presidente Berisha, è tranquillizzante su quanto accade in Albania. Spiega che «la situazione è relativamente migliorata, soprattutto a Tirana», che «l'aeroporto intemazionale è stato riaperto e presto sarà possibile ristabilire il controllo sul porto di Durazzo». Si dice ottimista, Starava. Racconta che «i comitati degli insorti non hanno il controllo della situazione», e quando un cronista gli fa una domanda sulle ricliieste di dimissioni del presidente Berisha avanzate dai ribelli si indurisce, spiega che il presidente è «risultato eletto da libere elezioni», che «se il capo dello Stato si piegasse a questa richiesta si orerebbe una situazione di vuoto istituzionale che priverebbe di un interlocutore i Paesi europei impegnati ad aiutarla». Arriva a dire che comunque «queste richieste sono più enfatizzate dai media che dal popolo albanese». Dini sorride, forse ironicamente, forse invece convinto. E sicuramente lo è quando Starava insiste sul fatto che «l'Albania è un Paese europeo», e che agli europei ha avanzato tre tipi di istanze: <(Aiuti umanitari, aiuti economici e finanziari, aiuti a ristabilire l'ordine nel Paese». L'opera di disarmo e la consegna degli aiuti dovranno andare di pari passo?, viene chiesto al capo della Farnesina. «Noi auspichiamo che vadano in parallelo. Ma se questo non dovesse accadere - avverte Dini dobbiamo anche correre qualche rischio». Dunque ora tocca all'Europa. E, a quanto sembra, non sarà una cosa semplicissima. Proprio ieri una delegazione europea, guidata dall'ambasciatore olandese Jan d'Ansembourg, è tornata da una missione di due giorni in Albania dove ha esaminato la situazione, fatto sopraluoghi e verificato le richieste del governo locale. Di passaggio a Roma, dove ha avuto un lungo collooquio con Dini alla Farnesina, d'Ansembourg non ha voluto partecipare alla conferenza stampa con Starava. Ma prima di lasciare Tirana, in un veloce briefing, ha insistito molto sul tema della sicurezza, nodo cruciale di ogni intervento internazionale. E ha mandato una sorta di cauto messaggio. «Senza le garanzie della sicurezza l'Europa non può far nulla per aiutare l'Albania. L'invito agli albanesesi quindi è "aiutateci ad aiutarvi"». Maria Grazia Bruzzone Poliziotti albanesi in armi accanto a un aereo allo scalo «Rinas» di Tirana

Persone citate: Berisha, Dini, Lamberto Dini