«Adottabile il figlio di genitori litigiosi»

La Cassazione: la tensione che si crea è una violenza Respinto ricorso di una coppia alla quale era stato tolto il bimbo per maltrattamenti «Adottabile il figlio di genitori litigiosi» La Cassazione: la tensione che si crea è una violenza ROMA. Un bambino può essere considerato abbandonato dai genitori, e quindi giudicato adottabile, quando il padre e la madre sono troppo impegnati a farsi del male fra di loro e la tensione fra genitori genera violenza sul figlio. Così la suprema corte di Cassazione ha respinto il ricorso di due coniugi contro la sentenza della corte d'appello di Torino che aveva confermato lo stato di adottabilità di mi minore, maltrattato dai suoi. Dal rifiuto della madre di seguire i consigli degli assistenti sociali perché accompagnasse in una comunità il piccolo, i giudici avevano dedotto che la donna «dovendo scegliere se dare la precedenza all'assistenza dovuta al figlio minore o al suo patologico rapporto con il marito, aveva scelto quest'ultimo, così palesando l'irrecuperabile stato di abbandono del figlio». Per la Suprema Corte, i magistrati d'appello hanno motivato correttamente la loro decisione. I giudici di secondo grado avevano confermato lo stato d'adottabilità del piccolo già deciso dal tribunale dopo aver riconosciuto attendibili le deposizioni dei testimoni sui maltrattamenti di cui era vittima il bambino ed escluso che si trattasse di episodi specifici, benché gravi. Nel decidere avevano anche tenuto conto delle relazioni dei servizi sociali sui comportamenti dei genitori e soprattutto della madre: «I pessimi rapporti fra i coniugi avevano costante riflesso sul minore determinando atti di aggressività materna, non contenuti dal coniuge. Non era poi stato ritenuto giustificabile il rifiuto della madre a seguire il figlio in comunità, in attuazione del previsto piano di intervento». Melita Cavallo, presidente dell'Associazione italiana giudici per i minorenni, commenta così: «Da questi brani della sentenza si evince che il clima familiare è assolutamente negativo e inadatto per la crescita del bambino. Si tratterebbe cioè di un clima di conflittualità, che scatena l'aggressività nella madre, in ogni suo atteggiamento. Ma la cosa più grave, rilevata dai giudici d'appello e dalla Cassazione, è che questa situazione non sembra essere reversibile. C'è il rifiuto di collaborare con i servizi, di osservare le prescrizioni del giudice, c'è una riduzione dello spazio mentale che la do ima dà al figlio». Dunque la Cassazione ha agito bene, confermando lo stato di adottabilità? «Sì, anche perché dal punto di vista sociale, affettivo e educativo, quel bambino è solo, praticamente abbandonato». [r. cri.] Melita Cavallo presidente dell'associazione italiana giudici per i minorenni Melita Cavallo presidente dell'associazione italiana giudici per i minorenni

Persone citate: Melita Cavallo

Luoghi citati: Roma, Torino