«Macché imperturbabile Quell'uomo rischia l'infarto» di Francesco Grignetti

«Macché imperturbabile Quell'uomo rischia l'infarto» IL PERITO BELLA DIFESA «Macché imperturbabile Quell'uomo rischia l'infarto» SROMA E Erich Priebke lascerà il carcere, e andrà agli arresti domiciliari, lo deve a due medici. I giudici militari che dovevano decidere sulla sorte dell'imputato, infatti, hanno avuto tra le mani una perizia d'ufficio e una perizia della difesa che insieme sottolineavano un grave pericolo per la salute. Priebke aveva già avuto un grave attacco ischemico nel 1995, quando da poco era arrivato nel carcere di Forte Boccea. Fu portato di corsa all'ospedale militare. E la cosa si risolse. Dopo di allora, racconta il neuropsichiatra Giuseppe Tropeano, medico di fiducia della difesa, il carcere si dovette dotare di un defibrillatore. Professor Tropeano, di che soffre Erich Priebke? «L'imputato soffre di una cardiopatia. Quando fu fatta una prima perizia, la cardiopatia fu dichiarata compatibile con la carcerazione, ma con l'avvertenza che il carcere si dotasse di un apparato di rianimazione. Nel '95, poi, Priebke subì un attacco ischemico-cerebrale. Un neurologo del Celio, avvisando danni neurologici, chiese una Tac che diede un riscontro molto significativo. All'epoca il collegio difensivo non ritenne di intervenire. E invece ecco spiegata la famosa imperturbabilità». Prego? «Sì, la imperturbabilità di Priebke. E' stata ritenuta un segno di sprezzo verso la giustizia. Notazione anche comprensibile. Ma per chi non conosce certi problemi... Questi dati sono spettacolari». Lei vuol dire che Priebke era imperturbabile per motivi organici? «Appunto. Io sono psichiatra. Con l'aiuto di un neurofisiologo, il professor Sisti, abbiamo Il pm Intelisano. I giudici militari hanno ricevuto una perizia d'ufficio e una della difesa che segnalano un pericolo per la salute di Priebke collegato il danno vascolare con l'imperturbabilità. Ebbene, secondo noi, e secondo 'la moderna neurofisiologia, le lesioni di quei neuroni coinvolti nel fatto ischemico-cerebrale possono dar conto di questo atteggiamento». Quali potrebbero essere gli sviluppi? «Non è un tipo tempera mentale o neurofisiologico da avere depressioni. Certo non tenterà il suicidio. Potrà sembrare assurdo che lo dica il perito della difesa, ma questo non è un paziente che sviluppa depressioni. Però noi diciamo che se cade la speranza di libertà, il paziente avrà una morte improvvisa psicosomatica. E' il classico personaggio coartato psicosomatico. Tanto è vero che, nel pieno delle tensioni legate all'estradizione, non ha crisi di disperazione. Cos'ha fatto? L'attacco ischemico-cerebrale». Che invece sarebbe una malattia psicosomatica. «L'atteggiamento del paziente è stato liquidato come "l'uomo forte" o cose del genere. Un po' triviale, mi permetta. La nostra conclusione è che c'è un grosso rischio che questa persona abbia una morte psicosomatica. C'è una vasta letteratura scientifica su questi tipi sotto stress, con quel determinato carattere, più quella determinata lesione cardiaca e neurologica». Banalizzando, professore, Priebke rischia il classico coccolone? «Esattamente». Francesco Grignetti Il medico: lo stress potrebbe ucciderlo