Gerusalemme, Netanyahu dichiara guerra

Le proteste intemazionali non bloccano il premier: nascerà il nuovo quartiere ebraico Le proteste intemazionali non bloccano il premier: nascerà il nuovo quartiere ebraico Gerusalemme, Netanyahu dichiara guerra Partono i lavori, Hamas ordina l'Intifada a oltranza TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Incurante degli accorati appelli di re Hussein di Giordania, di due severe lettere del presidente degli Usa Bill Clinton nonché dell'opposizione manifestata all'Onu da 130 Paesi, il premier Benyamin Netanyahu ha ordinato ieri l'avvio a Sud di Gerusalemme dei lavori di costruzione di un nuovo rione - Har Homà, il Monte della Muraglia - destinato a 30 mila ebrei. Così facendo è entrato in rotta di collisione con i palestinesi secondo i quali «le ruspe israeliane seppelliranno il processo di pace». Il presidente dell'Anp Yasser Arafat è stato attento ieri a non rompere definitivamente i ponti con Israele. Ha invitato la popolazione a mantenere il sangue freddo e, dietro le quinte, ha cercato ancora di trovare con Netanyahu una intesa. Fra l'arrivo sul terreno dei primi geometri israeliani (avvenuta ieri pomeriggio) e la costruzione dei previsti 6500 appartamenti passeranno infatti almeno due-tre anni: un margine di manovra sufficiente per eventuali mediazioni diplomatiche. Sempreché la situazione nei Territori non sfugga adesso di mano. Le autorità israeliane hanno messo in stato d'allerta anche la polizia nel timore che la reazione palesti¬ nese al nuovo rione ebraico a Gerusalemme si esprima mediante attentati. «Arafat ha dato via libera a Hamas e alla Jihad islamica per compiere vistosi attentati in Israele» ha accu'sato ieri Netanyahu, riferendosi fra l'altro alla recente liberazione a Gaza di Ibrahim al-Mu- kadmeh, il capo del «braccio armato» segreto di Hamas. «A quanto ci risulta - ha aggiunto il premier questo signore non ha attraversato una rivoluzione mentale, continua a predicare la lotta armata». Da Amman Hamas ha ieri invocato una «Intifada a oltranza» contro Israele. Le prime ruspe israeliane si sono fatte strada in una stretta gola fra il villaggio palestinese di Um Tuba e la collina di Har Homà nel primo pomeriggio, mentre alcuni dirigenti palestinesi (Faisal Husseini, Sallah Taamri, Ahmed Krei) e il pacifista israeliano Uri Avnery seguivano la situazione. Per prevenire disordini l'area di Har Homà era stata dichiarata «zona militare chiusa». A parte qualche sassata e tre dimostranti contusi, la prima giornata di lavori si è conclusa senza violenze. Netanyahu mentre mezzo mondo, Usa compresi, e il segretario Onu deploravano l'inizio dei lavori, è tornato a spiegare che la realizzazione del nuovo rione non contrasta con gli accordi di Oslo e che la maggior parte delle terre confiscate ap¬ partenevano ad ebrei. Per placare la collera dei palestinesi il premier si è detto disposto a consentire la costruzione di mi migliaio di case a Beit Sahur (Har Homà B) e di concludere con Arafat interessanti accordi relativi all'aeroporto di Dahanyeh (Gaza) e al porto commerciale di Gaza. Su Gerusalemme in generale e su Har Homà in particolare, ha ribadito il premier, Israele non può invece fare compromessi «perché - ha spiegato - si tratta per noi di questioni esistenziali». Un commentatore di Haaretz, giornale di opposizione, si è alquanto soipreso: «Fino a tre mesi fa - ha rilevato - 90 israeliani su 100 non avevano mai sentito nemmeno il nome di Har Homà...». Aldo Baqtiis Arafat invita la popolazione a mantenere il sangue freddo e cerca l'intesa