Manovra bis forse già prima di Pasqua di Stefano Lepri

Rispuntano ticket ospedalieri e contributi di solidarietà Ciampi stringe i tempi, ma Rifondazione pone un veto: «Lo Stato sociale non si tocca» Manovra bis forse già prima di Pasqua Rispuntano ticket ospedalieri e contributi di solidarietà ROMA. I tempi per la manovrabis si stringono, però non si deve dirlo. Sospinto dalle difficoltà della lira, il governo si prepara a intervenire prima di Pasqua, forse il giovedì santo, 27 marzo. E' stato il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, ieri mattina, a prendere l'iniziativa: non c'è più tempo da perdere. Anche in Banca d'Italia c'è inquietudine. Eppure la versione ufficiale, da palazzo Chigi come dal Tesoro come dagli altri ministeri, è che il giorno non è ancora deciso. «Non abbiamo ancora fissato la data», dichiara il vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni. Strano, perché la notizia secondo cui si sarebbe deciso il 27, diffusa da una agenzia finanziaria internazionale, ieri pomeriggio aveva fatto recuperare qualche punto sui mercati. Sarebbe bastato confermare; invece no, non si può. Gli ostacoli politici sono troppi. Così è stata smentita anche la cifra, 14.500-miliardi: «Aspettiamo la relazione di cassa, i numeri non ci sono ancora» è la formula. L'unanime rinvio a un documento tecnico, con l'urgenza perché sia pronto prima possibile, crea una forte pressione sui tecnici che lamentano di non avere ancora in mano alcuni dati importanti. Aleggia così il sospetto che la cifra debba fortemente essere vicina a quella già ventilata, 15.000 miliardi - considerata il massimo che si può politicamente accettare - e che il lavoro sulla relazione di cassa consista soprattutto nello sforzo di far quadrare i conti con essa. Banca d'Italia e Fondo monetario, come si sa, ritengono che lo squilibrio da compensare sia un po' superiore, 16-19.000 all'incirca. Fitti contatti tra ministri e con i segretari di partito, ieri, hanno preparato il terreno alla relazione del Tesoro che probabilmente si riuscirà a terminare per dopodomani, venerdì 21. «Meglio non fare la manovra, ma se si fa non bisogna toccare la spesa sociale» ripete Fausto Bertinotti; accusato da Massimo D'Alema di essere il miglior al¬ leato italiano della Bundesbank (che vorrebbe convincere l'Italia a mettersi fuori gara dal primo turno della moneta unica) il leader di Rifondazione comunista accetta la provocazione: «La Germania è un Paese civile, per questo pensa al rinvio dell'Euro». Con il governo di fronte all'ostacolo comunista, i toni dell'ala moderata del Polo tornano concilianti: «Non si può perdere altro tempo - dice Rocco Buttigliene, segretario del Cdu - perché non dicendo che cosa si pensa sulla manovra, si fanno aumentare i tassi di interesse e, conseguentemente, si rende necessaria una manovra più pesante. La mediazione politica all'interno della maggioranza ha tempi troppo lunghi». «Voteremo la manovra se sarà seria e se com¬ porterà solo tagli alle spese» sintetizza Pierferdinando Casini del Ccd, convinto (al contrario di quanto pensa, sempre nel Polo, Alleanza nazionale) che occorra «mettere mano alla previdenza e alla sanità». La lista dei provvedimenti per la manovra sembra a buon punto; l'unica incognita, che preoc¬ cupa i sindacati, è che Ciampi, spinto dall'emergenza, intenda proporre qualche intervento incisivo sulla riforma delle pensioni. Si arriverebbe a 15.000 miliardi con 4-7000 dall'operazione contabile sui fondi liquidazione, 4-5000 dal «contributo di solidarietà», circa 1000 dalla sanità, 2500 dal fisco (con anticipi di imposte, senza veri e propri aggravi). Su questo finora nulla è trapelato; mentre ci dovrebbe essere il «contributo di solidarietà», ossia una trattenuta con varie aliquote, sia sui lavoratori attivi che sui pensionati, per un migliore equilibrio dello Stato sociale. Sarebbe dello 0,3% (300 li- re ogni centomila) per i pensionati sotto i 65 anni, dello 0,15% sopra i 65 anni; sarebbero esentate le pensioni al minimo. L'aliquota per i lavoratori dipendenti sarebbe dello 0,15% e quella degli autonomi (la cui gestione è in prospettiva più squilibrata) dello 0,5%. Quanto al Tfr (trattamento di fine rapporto), l'aspetto che in queste ore viene più sottolineato è l'incentivo alla previdenza integrativa: se utilizzati per costituire fondi pensione, gli accantonamenti '97 per il Tfr sfuggirebbero all'obbligo di versamento al Tesoro. L'idea di un trattamento diverso per le imprese pubbliche, con versamento dell'intero fondo liquidazioni, è ancora sotto esame ma non darebbe una cifra molto alta. Per la sanità, si riparla di ticket sui ricoveri ospedaberi, limitato ai primi giorni per ragioni di equità. In campo fiscale pare ci sia un rinvio a settembre del termine per il concordato '94. Il ministro Visco esclude interventi sull'I va o simili, che farebbero crescere l'inflazione. Stefano Lepri I ministri Carlo Azeglio Ciampi (Tesoro) e Tiziano Treu (Lavoro)

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