I RAGAZZI DI YURI di Cesare Martinetti
Gestivano affari per miliardi Tra i bagagli è stato trovato un drappo 11 RAGAZZI DI YURI scaturita dalla rottura del vecchio mondo e che dall'ex Urss sta penetrando l'Europa. Morto il comunismo, sono rimasti i suoi eroi paradossali, come Yuri e i suoi «fratellini». Dal biznizmen, come dicono a Mosca, hanno imparato che «gli affari sono affari» senza altre leggi. Dall'Unione sovietica (evaporata nel nulla) si portano dietro una fame di ricchezza da contrappasso, dopo 70 anni di povertà e di desideri. Dal comunismo hanno ricevuto la prova del lager (che nel lessico quotidiano significa prigione). Dal Paese più grande, ricco di materie prime e - oggi senza regole del mondo, hanno ottenuto una disponibilità di denaro liquido che non ha uguali. Dalla Russia profonda, conservano un selvaggio primitivismo e una ferocia cui può aspirare di avvicinarsi solo il Brusca torturatore e liquefattore di cadaveri. Dicono i documenti dell'Fbi che a Yuri Essine, 46 anni di Vladivostok, nell'ormai leggendaria riunione di Miami (novembre '93) tra i grandi capi della mafia russa, era stata affidata l'Italia. Yuri appartiene dunque alla ristretta cerchia dell'elite mafiosa russa. L'hanno preso mentre celebrava il compleanno con i suoi ragazzi. La polizia parla di «summit» mafioso. Forse sarebbe più esatto dire «consiglio di amministrazione» della sua azienda, un circolo composto esclusivamente da maschi, un'azienda particolare come sono le bande mafiose russe: sangue, vecchi riti (dalla Russia gli hanno portato in dono un vangelo) e nuovi simboli del neocapitalismo. Ma soprattutto soldi, quanti forse non ne ha mai avuti a disposizione nessun'altra mafia. E il perché sta nelle contraddizioni della Russia di oggi, dove lo Stato, da pesantissimo, è diventato leggerissimo. L'esportazione delle materie prime è assegnata attraverso licenze a gruppi di composizione mista (ex nomenklatura e nuovi businessmen). La permeabilità delle frontiere ne ha fatto lo Stato ideale per il riciclaggio di qualunque patrimonio. Personaggi - gli Yuri - difficilissimi da arrestare e da tenere in galera, per una ragione semplice: la prova delle loro radici criminali sta in Russia, ma il loro Paese non li riconosce come criminali. Alle autorità svizzere che nei mesi scorsi hanno arrestato niente meno che Serghei Mikhailov (uno dei capi della potentissima banda di Solntzevo) sono arrivati da Mosca pacclù di dichiarazioni a iàvore di Mikhas. Della polizia, della procura e perfino della Chiesa ortodossa, perché là non c'è mafioso che si rispetti che non mantiene un orfanotrofio o non contribuisco alla ricostruzione di una chiesa. Anche Yuri «il bulldozer» in cassaforte custodiva il vangelo. Cesare Martinetti
Persone citate: Serghei Mikhailov, Yuri Essine
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