Sgrida la moglie in minigonna ucciso

Milano, la vittima è un cittadino giordano: «Il Corano proibisce certi abiti» Milano, la vittima è un cittadino giordano: «Il Corano proibisce certi abiti» Sgrida la moglie in minigonna, ucciso /parenti della donna vendicano l'offesa a coltellate MILANO. «Tu non puoi andare in giro vestita cosi'. Ricordati che anche tu sei musulmana, e che quella minigonna è vietata dalla nostra legge». Così Wahib Sulai•man, operaio di religione musulmana originario della Giordania, da sette anni residente a Rho, l'altra sera ha sgridato la ex moglie, incontrata per caso in strada. L'ha minacciata, «le leggi del Corano mi permettono di punirti», poi se ne e andato. Non sapeva, l'operaio giordano, che la famiglia della ex moglie, «offesa» da quei rimproveri, avrebbe messo in atto una vendetta terribile: l'uomo è infatti stato ucciso a coltellate da uno zio della donna. I carabinieri ieri sera hanno arrestato Ernesto Samà, 36 anni, originario di Crotone, operaio disoccupato. Dopo il primo interrogatorio, è stato trasferito a Milano nel carcere di San Vittore. Sono stati denunciati per favoreggiamento la moglie della vittima, Maria Gervasi, 22 anni, suo fratello Giuseppe Gervasi, vent'anni. E Antonio Samà, 29 anni, operaio residente a Lainate, con Severino Pero, 47 anni, imbianchino residente a Pero. Tutto è cominciato l'altra sera quando Wahib, 28 anni, nativo di Amman, attualmente senza un lavoro fisso, ha incontrato casualmente per strada a Rho la moglie, dalla quale aveva avuto una bimba di 3 anni e dalla quale viveva separato da tre mesi. I rapporti fra i due sono stati definiti «molto tesi». E infatti il vedere Maria in minigonna ha provocato l'ennesima minacciosa reazione del marito, che ha ricordato alla donna la sua conversione all'Islam, avvenuta ai tempi del matrimonio. «Per sposarti ti sei fatta musulmana, adesso devi rispettare la religione. Non ti devi vestire così». Già da qualche settimana i rari incontri tra i due erano sempre più violenti. E ogni volta l'abbigliamento della ragazza (che attualmente lavorava come barista) suscitava le ire dell'ex marito. L'altra sera, l'ennesima sfuriata, per colpa di una minigonna troppo corta. Lui l'ha strattonata per un braccio in mezzo alla strada, le ha detto che la legge del Corano prevede perfino la lapidazione, per le mogli che non ubbidiscono alle regole, le ha urlato insulti e minacce. Maria Gervasi, spaventata e in lacrime, e tornata nella casa della nonna, in via Patri, dove vive con la madre ed altri familiari, e qui ha riferito l'accaduto. Poco dopo sarebbe stato deciso di «dare una lezione» al giordano. Qualche ora più tardi la spedizione punitiva parte. Vanno a cercarlo in cinque: Maria e il fratello, lo zio Ernesto e il fratello Antonio, più Adamo. Suonano il campanello dell'abitazione di Sulaiman, in largo Kennedy, e lui scende, accompagnato però da un connazionale suo amico. Una discussione che degenera presto in lite. Poi salta fuori un coltello a scatto, con una lama di 25 centimetri. C'è una colluttazione, Wahib viene colpito all'addome, finisce a terra, mentre gli aggressori fuggo- no. Qualcuno dà l'allarme, un'ambulanza raccoglie il ferito e lo trasporta all'ospedale di Rho. Ma il giordano, dopo un lungo intervento chirurgico, muore. La coltellata aveva raggiunto l'aorta e la parete gastrica, provocando un'emorragia gravissima. I carabinieri raccolgono la testimonianza dell'amico della vittima, e risalgono ai parenti di Maria Gervasi. Nella pattumiera del¬ la casa di via Parti trovano il coltello insanguinato. Ricostruiscono l'agguato, risalgono a tutti i personaggi della spedizione punitiva. Li identificano, poi arrestano per omicidio Enresto Samà. Secondo le prime indagini, sarebbe stato lui ad accoltellare il giordano «colpevole» di voler far rispettare le leggi della sua religione. Romolo Amicarelia Alcune donne musulmane

Persone citate: Antonio Samà, Ernesto Samà, Giuseppe Gervasi, Maria Gervasi, Romolo Amicarelia, Samà, Severino Pero

Luoghi citati: Amman, Crotone, Giordania, Lainate, Milano, Pero, Rho