L'ira di Assad su Israele di F. Mar.

«Così ucciderà la pace». Il leader incoraggia la mediazione Ue MEDIO ORIENTE «Così ucciderà la pace». Il leader incoraggia la mediazione Ue I/ira di Assad su Israele Lungo colloquio con Prodi a Damasco DAMASCO DAL NOSTRO INVIATO «Vorrei brindare alla sua salute e a quella del popolo siriano...». Romano Prodi ha appena concluso il discorso di ringraziamento al presidente siriano Hafez Assad, i due prendono i bicchieri per il brindisi e a Prodi sfugge un leggerissimo sorriso quando si sente bagnare le labbra dal succo di arancia. Da queste parti, si sa, gli alcolici sono proibiti, ma quel sottile sorriso è l'unica «distrazione» che il presidente del Consiglio si concede nel suo blitz in Medio Oriente, che è iniziato due sere fa in Siria e si concluderà oggi a Beirut. Prodi ha cercato di prendere molto sul serio la sua missione diplomatico-economica, anche perché in Siria lo hanno accolto con una speciale attenzione. Assad ha organizzato per Prodi quel che negli ultimi tempi era stato riservato soltanto al presidente francese Jacques Chirac: un mega-ricevimento nella Casa del Popolo, il «Quirinale» siriano, un palazzo in stile piacentiniano, con sterminate stanze foderate di marmo, la più ariosa delle quali - circa 1000 metri quadrati - ha ospitato il ricevimento. Prodi è venuto in Siria con un progetto commerciale e uno politico. L'Italia acquista il 48 per cento del petrolio diretto in Europa, è il primo partner commerciale della Siria e dunque vuole consolidare questo interscambio. Sia qui che in Libano, sempre più un «protettorato» siriano. Una buona intesa commerciale - al seguito di Prodi ci sono venti imprenditori - cui però non corrisponde un ruolo politico di prima grandezza dell'Italia in quest'area, tanto più dopo l'eclissi di Andreotti, grande amico personale di Assad. E così, nel suo colloquio di due ore e mezzo con il presidente siriano, Prodi ha cercato di rilanciare la mediazione europea per il Medio Oriente - ritiro totale in cambio di sicurezza totale - e anche se il presi¬ dente del Consiglio ha insistito («I tentativi dell'Unione europea vanno ampliati»), ha trovato un Assad incoraggiante sulla mediazione europea, ma irritatissimo con Israele. In particolare per la decisione di Netanyahu di costruire un insediamento ebraico nella zona araba tra Gerusalemme e Betlemme: «Così - ha detto Assad - rischia di uccidere il processo di pace». E alla fine anche Prodi ha dovuto usare parole dure nei confronti di Netaryahu: «Sinceramente si è alienato molte simpatie rispetto all'ultima politica israeliana e nessuno riesce a capire questa improvvisa decisione». Finiti gli incontri ufficiali, Prodi ha visitato il suk e la grande moschea degli Omayyadi e per poterci entrare ha fatto la felicità degli operatori Rai: davanti alle telecamere si è dovuto togliere i suoi mocassini neri di Cantelli, restare per qualche attimo in calzini e finalmente infilarsi due pantofoline bianche. [f. mar.]