Due leader malconci sul ring di Helsinki di Aldo Rizzo
Due leader malconci sul ring di Helsinki OSSERVATORIO Due leader malconci sul ring di Helsinki LBANIA a parte, il tema ■.più importante della settimana è il vertice Clinton-Eltsin a Helsinki. Da anni ci eravamo abituati a «summit» di routine, tra Mosca e Washington, ma quello che si svolgerà giovedì e venerdì nella capitale finlandese è politicamente drammatico, ha cioè una carica d'incertezza, su problemi cruciali. I precedenti che vengono in mente sono Reykjavik nel 1986, col duro confronto sugli euromissili, e Washington l'anno dopo, dove il confronto si sciolse in uno storico accordo. I protagonisti, allora, furono Reagan e Gorbaciov, e il loro impegno era lo smantellamento della guerra fredda, anche prima che questo avvenisse per il collasso deU'Urss. Ora sono Clinton e Eltsin, e la posta in gioco è che la guerra fredda non ritorni in Europa, magari sotto fonna di pace fredda. Ci saranno, si teme, inutili ironie su Clinton azzoppato e Eltsin appena convalescente, due leader malconci alle prese con le questioni del mondo. Ma è un dato marginale, e non ha nulla di simbolico. La realtà è che i governi di Washington e di Mosca sono seriamente impegnati in quello che l'«Economist» definisce il terzo tentativo in un secolo di un accordo sulla sicurezza in Europa, dopo il 1918 e il 1945, cioè dopo la Prima e la Seconda guerra mondiale. Ora siamo al terzo «dopoguerra», e la speranza è che sia la volta buona. La questione centrale, cruciale, è l'allargamento della Nato. Ufficialmente i russi sono contrari, e c'è dibattito anche in Occidente, per il timore che esso infiammi il nazionalismo russo e panslavista. Ma un accordo dev'essere trovato. In sintesi, la Nato intende accettare la domanda di sicurezza e d'integrazione nelle strutture occidentali di Paesi come la Polonia, l'Ungheria e la Repubblica Ceca, già sottoposti con la forza al dominio sovietico. La Russia teme l'isolamento, l'avanzare fin quasi alle sue frontiere del dispositivo militare «atlantico». Ebbene, la Nato fa una serie di offerte rassicuranti: una rappresentanza perma¬ nente russa al Quartier generale atlantico, un Consiglio NatoRussia per una serie di temi, dalla proliferazione nucleare alle operazioni di «peacekeeping» tipo Bosnia, un nuovo accordo sulla limitazione delle forze convenzionali, la promessa di non collocare armi nucleari nei nuovi Paesi membri, la possibilità di un nuovo trattato per riduire ulteriormente il numero delle testate strategiche, una partecipazione sempre più ampia e costante della Russia al G7... Altro non è possibile, ma quanto si offre è molto e dovrebbe essere più che sufficiente a rassicurare Mosca sulle intenzioni della Nato nei suoi confronti. Ciò che la Nato non può offrire a Mosca è un diritto di veto sulle proprie decisioni. Del resto, se Mosca lo esigesse davvero, sarebbe la prova che è essa ad avere ambizioni di controllo dell'Occidente, anziché il contrario. Ma questo Mosca dice di non volerlo, e dunque, probabilmente, il suo gioco non punta a impedire l'allargamento, che sa ormai inevitabile, ma a ottenere i maggiori compensi possibili. Se è così, c'è margine per un compromesso, e il vertice potrebbe delinearlo, salvo lasciare alle diplomazie di definirlo nei dettagli. Dicevo all'inizio che l'incontro Clinton-Eltsin è ora il fatto più importante, a parte l'Albania. Ma in realtà tutto è compreso, direttamente o indirettamente, nel «pacchetto» su una nuova sicurezza europea, che i due leader discuteranno in Finlandia. E figurarsi i Balcani. Semmai è l'Europa in quanto tale, che deve seguire con attenzione Helsinki, e attrezzarsi in conseguenza. Aldo Rizzo :zo^J
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