«L'Euro ? E' un antidolo al superMarco» di Maria Grazia Bruzzone

Dini sulla Bicamerale: «Bisogna iscrivere l'Europa a chiare lettere nella Costituzione» Dini sulla Bicamerale: «Bisogna iscrivere l'Europa a chiare lettere nella Costituzione» «L'Euro? E' un antidolo al superMarto» D'Mema: sefalliamo Maastricht va a picco lo Stato sociale ROMA. «Alcuni politici parlano sempre di difesa dello Stato sociale contro l'Europa e i suoi vincoli. Ma non dicono che lo Stato sociale potrebbe finire annientato dal fallimento dell'obiettivo Europa, che comporterebbe un balzo in avanti dell'inflazione e dei tassi di interesse». E ancora: «E' sufficiente che in Germania si avanzi un dubbio sulla data dell'Unione monetaria per mettere in difficoltà la nostra moneta. Non un dubbio sull'ingresso dell'Italia nell'Urne, ma sull'esistenza stessa della moneta unica, basta a creare un afflusso del risparmio verso le valute più forti. Questo per dire che la moneta unica è tutt'altro che un cedimento alla Germania: è un antidoto alla predominanza del marco». Massimo D'Alema parla al convegno su «Riforma dello Stato e policentrismo europeo» a villa Lubin, e non dimentica di replicare a Bertinotti, né al ministro delle Finanze tedesco Theo Waigel, che in un'intervista non ha escluso il rinvio dell'unione monetaria. Il segretario del Pds interviene in veste di presidente della Bicamerale. Proprio il varo della commissione è il motivo del convegno, organizzato dal Cnel ma voluto dal ministro degli Esteri Dini, preoccupato dal fatto che le soluzioni individuate tengano conto della collocazione internazionale dell'Italia e in particolare, dalla sua appartenenza a quella forma di integrazione fra Stati sovrani rappresentata dall'Ue. «Bisogna iscrivere l'Europa a chiare lettere nella nostra Costituzione», è infatti la proposta di Dini, in un intervento che ha preceduto un dibattito a più voci - oltre a D'Alema e a Dini sono intervenuti Giuseppe De Rita e Angelo Panebianco - moderato dal direttore della Stampa, Carlo Rossella. Per il ministro degli Esteri occorre se¬ guire la stessa via percorsa da altri Stati, come Germania e Francia. «Costituzionalizzare l'Europa»: inserire nella Carta fondamentale principi di rigore come «la conformità della politica economica e monetaria» ai criteri posti dall'Ue e «sancire l'indipendenza della Banca d'Italia» e la tutela del mercato e della concorrenza da parte di apposite autorità indipendenti». «L'articolo 81, che impone il pareggio di bilancio» per il ministro degli Esteri «si è rivelato insufficiente». «Migliori limiti costituzionali indurrebbero il Governo a un processo di risanamento anche sul versante della spesa, contribuendo a ridurre ruolo e dimensioni dello Stato nel sistema economico», spiega Dini. Che comunque critica la discussione quasi ossessiva sui parametri di Maastricht. «Anziché inveire contro il potere dei banchieri o presunte congiure, bisogna aumentare il potere contrattuale dell'Italia nel dialogo con gli altri partner, secondo un parametro non codificato di fiducia e affidabilità». D'Alema ascolta con interesse. Accoglie, pur senza troppo sbilanciarsi, la proposta di «costituzionalizzare i principi fondamentali dell'Unione» (tanto che ha già incaricato una commissione di studiare il problema), anche se avverte che compito della Bicamerale è riscrivere la seconda parte della Costituzione, non la prima, che attiene ai principi. Concorda e, a suo modo, rilancia sul terreno che gli sta più a cuore, quello politico. Bulla sul tavolo la proposta di ima «costituente europea», «perché noi cediamo sovranità a un'istituzione sovrannazionale che vogliamo democratica». Per quanto riguarda le riforme che attendono l'Italia, chiarisce: «Sono convinto che chi vince governa, purché ne sia capace e che le scelte toccano a chi ha responsabilità di governo». D'Alema si dice contrario a «maggioranze variabili» e auspica tuttavia che in certi casi - come nei prossimi lavori della Bicamerale - possa esserci un «concorso positivo dettato da un comune senso di appartenenza». «La semplificazione e la stabilità politica che ci si propone potranno infatti dare un contributo potente all'integrazione europea». Ma di che integrazione si tratta? Per D'Alema, «l'integrazione non potrà essere soltanto la moneta unica». Il punto - spiega - è far progredire quei meccanismi di codecisione, di partecipazione democratica del Parlamento alle decisioni europee. Meccanismi di allargamento dei settori comunitari, non meramente intergovernativi, che appaiono oggi assai rallentati». Insomma, «dalle difficoltà, per dirla con uno slogan, si esce non con meno Europa, ma con più Europa, con più politica, più Costituzione europea». Maria Grazia Bruzzone & 6 Non basta gridare alle congiure L'Italia deve guadagnarsi più potere contrattuale Ijip Non servono maggioranze variabili Le scelte toccano a chi ha ricevuto compiti di governo p Bj Il segretario del pds Massimo D'Alema Il leader di Rinnovamento Italiano, Lamberto Dini