Ciampi conferma la manovrina si farà

Bruxelles, il ministro del Tesoro critica la Germania: più realisti con gli obiettivi di bilancio Bruxelles, il ministro del Tesoro critica la Germania: più realisti con gli obiettivi di bilancio Ciampi conferma; la manovrino si farà Euro, i 15 approvano ipiani di Francia e Germania BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Della manovrina Ciampi dice poco: «Devo ripetermi. La stiamo preparando, è un impegno che il governo ha preso, e lo faremo nei tempi stabiliti. Lasciate che i tempi maturino». Ma ieri la lira ha ballato, ancora una volta per le dichiarazioni (forse volutamente ambigue) del ministro delle Finanze tedesco Theo Waigel. E Ciampi non ha potuto evitare di rispondere. «Non c'è dubbio che il differenziale tra i tassi tedeschi e quelli italiani sia peggiorato - ha detto -. Oltre ai fattori generali riguardanti i rapporti tra le principali monete mondiali, ritengo che ciò dipenda in gran parte dalle infondate incertezze che vengono quotidianamente presentate sulla realizzazione dell'Unione monetaria». L'ipotesi di un rinvio della moneta unica è stata rifiutata ancora ieri da tutti i presenti. «Crediamo nell'euro, e la moneta unica sarà la nostra moneta: faremo tutto quello che è necessario per parteciparvi fin dall'inizio - ha ras¬ sicurato a sua volta Ciampi, commentando la prima emissione di un titolo del Tesoro della Repubblica italiana in euro. «Anche la giornata di oggi (ndr, ieri per i lettori) - ha proseguito Ciampi - con l'approvazione da parte dell'Ecofin dei piani di convergenza tedesco e francese dimostra la ferma volontà di tutti nel realizzare il progetto comune nei tempi previsti. Anche questo contribuirà a diffondere nei mercati un clima più disteso». Ma vi sono anche problemi tutti italiani: «Certo, anche le incertezze sulla politica di bilancio giocano - ha aggiunto Ciampi - C'è attesa per le decisioni che il governo dovrà prendere in tema di finanza pubblica, e questo ha la sua importanza». Al Consiglio dei ministri economici e finanziari dell'Unione europea ieri si discuteva dei «programmi di convergenza» presentati da Francia e Germania in vista della moneta unica. Ma in qualche modo i conti pubblici italiani son venuti fuori. Conti su cui la crisi albanese rischia di pesare in modo sgradevole. Ciampi ha chiesto un aiuto urna- nitario e finanziario per la ricostruzione dell'Albania, ottenendo l'impegno della Commissione europea ad erogare urgentemente la parte inutilizzata di un pacchetto di 900 miliardi già stanziato. Per il resto, un programma di aiuti sarà concordato dalla Commissione con le isti¬ tuzioni finanziarie internazionali, in primo luogo il Fondo monetario. Albania a parte, i ministri hanno esaminato essenzialmente i programmi economico-finanziari di Francia e Germania. La Francia, che quest'anno taglierà 6000 posti nell'amministrazione pubblica, è stata invitata ad «un controllo rigido delle spese», a perseguire «con determinazione» la riforma sanitaria e a fare rapporto ogni anno al Consiglio. I tedeschi devono invece fare i conti con 4,7 milioni di disoccupati e una crescita economica ancora debole. Waigel ha ribadito che l'obiettivo del governo è rispettare i criteri di Maastricht e creare posti di lavoro. Per farlo si vuole ridurre drasticamente la spesa sociale (pensioni e sanità), diminuendo contemporaneamente le tasse. Saranno abolite la tassa sul patrimonio e quella sugli utili reinvestiti delle imprese, mentre le aliquote saranno ridotte a un massimo del 40%. Con questa ricetta il governo spera di dare slancio all'economia e all'occupazione, mentre alla riduzione del deficit dovrebbe contribuire un «patto di stabilità nazionale» da imporre ai ìaender, governati in maggioranza dagli avversari socialdemocratici. Secondo Waigel l'economia tedesca crescerà quest'anno del 2,5%, i disoccupati dovrebbero scendere a 4,1 milioni, e il deficit dovrebbe essere contenuto entro il 2,9% del Pil (3% è il criterio di Maastricht). Quanto al debito pubblico (61% del Pil), quest'anno supererà il limite del 60% imposto da Maastricht a causa del debito di ferrovie, telecomunicazioni e conseguenze dell'unificazione tedesca. Il Consiglio ha approvato 0 piano, giudicandone «realistiche» le previsioni. Ma lo stesso Waigel, durante la riunione, ha giudicato più probabile ima crescita del 2,3%, mentre la creazione di 600 mila posti di lavoro sembra quanto mai ottimistica. Secondo ima fonte della Commissione, anzi, a politiche immutate il deficit tedesco raggiungerebbe a fine anno il 3,4%. Ciampi, unico tra i ministri dei Quindici, non ha trattenuto quindi un'osservazione. Augurandosi che una crescita del 2,5% sia possibile, il ministro del Tesoro ha ricordato che «in Italia si è preferito da tempo diminuire la previsione di crescita dal 2 all'1,2%», e si è pesto una domanda: «Non è il caso di modificare l'obiettivo di bilancio?». Cosi Waigel si è impegnato a prendere tempestivamente eventuali misure correttive. E il Consiglio ne ha preso nota, invitando la Gennania ad «evitare un'ulteriore crescita del debito» ed a mantenere una «stretta aderenza agli obiettivi di bilancio». Fabio Squillante ***** ★ * . ■ ■