Tutto il disastro, voce per voce

Tutto il disastro, voce per voce Tutto il disastro, voce per voce Odi, amori, angosce e rabbie d'Albania LE PAROLE DELLA CRISI TIRANA DAL NOSTRO INVIATO «In questo Paese il comunismo non è stato sconfitto, è morto per esaurimento con Hoxha. L'errore di Berisha è che si è comportato come un vincitore senza aver vinto niente: la logica del potere, i clan e il sistema non sono cambiati. E' questo che noi albanesi non riusciamo più a sopportare». Artar, 28 anni, ingegnere, impiegato al porto, Durazzo. «A me non me ne frega niente. Con le finanziarie garantite da Berisha ci ho rimesso 100 mila dollari e li rivoglio. Fino a quando quel cornuto non se ne va, fino a quando non mi ridanno i miei dollari l'artiglieria me la tengo». Luli, 41 anni, scafista clandestino, Saranda. «Voi italiani non dovete commettere l'errore di chiamarci ribelli, o comunisti, o delinquenti. Ci sono anche quelli della mafia, certo. Ma qui c'è tutto un popolo che non ne può più. Questo Paese continua a vivere nella corruzione, nella violenza, nello spionaggio, dai tempi della dittatura comunista è stato abituato al bianco e al nero. Io voglio credere in un altro colore». Giorgio, 17 anni, studente, Leskovic. «Non so perché mi hanno liberato. Ero nel carcere di Tepelene dai tempi di Hoxha, condannato a 25 anni per furto d'armi. Adesso sono qui in taverna, mi bevo il mio vino, e se vogliono rimettermi dentro o sparo oppure scappo in Italia o in Grecia. Tanto hanno distrutto tutti i miei documenti...». Fjoran, 55 anni, Perat. «Ricordatevi gli studenti, tutto è cominciato con lo sciopero della fame dei 60 dell'Università di Valona. Il crac delle finanziarie con il nostro sciopero non c'entra niente. Noi vogliamo una democrazia europea». Altin, 22 anni, studente di medicina, Tepelene. «Nella nostra città i soldati hanno avuto l'ordine di sparare sulla popolazione, ma si sono rifiutati. Hanno sparato i mercenari del Nord Albania assoldati da Tirana. Qui siamo in 40 mila e non riusciamo ancora a capire perché». Ilir Fico, 30 anni, laurea in economia, capo del «Comitato per la salvezza», Permet. «Voi italiani dovete stare attenti. Tranne i bambini che non c'entrano mai, tra chi scappa verso le vostre coste c'è gente che in Albania ne ha combinate troppe. C'è anche l'ex rninistro della Difesa, quello che ha dato l'ordine di sparare sulla gente di Permet». Hasan Tusha, 44 armi, camionista, Dhuvjan. «Dal mare di Saranda alle montagne di Vermosch, da Sud a Nord, l'Albania è un popolo di fratelli. Berisha, anche se io sono del suo partito, se ne deve andare. Nel maggio '96, pur di rimanere al potere, ha rubato il voto dei cittadini. Quelle elezioni erano truccate ed è una vergogna che può essere cancellata solo dalle dimissioni immediate» Daniel, 8 anni, alla fine del saccheggio dell'hotel Butrinti, Saranda. «Compera, compera signore. Una pistola cinese 4 dollari, con due caricatori fa 5 dollari. Compera signore?». Trijtan, 19 anni, muratore, Argirocastro. «A mio figlio ho detto buona fortuna, ne ha bisogno perché è diffìcile che possa migliorare qualcosa. Avrei preferito rimanesse croi». Resmo Fino, 55 anni, madre del presidente del Consiglio Bashkim Fino, Argirocastro. «Mi hanno chiesto di sparare sul¬ la popolazione, ma ho disertato e sono scappato in montagna. Non è democrazia sparare sul popolo. L'ordine veniva da Tirana, Berisha è impazzito...». Aleksander, 52 anni, capitano della polizia, Valona. «Ho il reparto pieno di bambini e le medicazioni le faccio con le garze usate. Sono tutti feriti da proiettili vaganti, questa è la roulette albanese...». Arben Jata, 61 anni, primario al pronto soccorso del Policlinico, Tirana. «Stiamo orgamzzando la resistenza nei quartieri». Fratel Raffaele, 20 armi, novizio francescano a Lenze. «Qui in Albania non c'è mai stata e mai ci sarà guerra di religione. Non la vogliamo. Cattolici, ortodossi e musulmani non la permetteranno». Monsignor Angelo Massafra, vescovo di Reshen. «Al Sud sono stati defraudati con le finanziarie, ma protestano anche qui al Nord dove non hanno neppure un 'lek' da investire. Nelle montagne del Dukagin, al confine con il Montenegro, quest'inverno razionavano i fagioli e le castagne. Per il pranzo di Natale non più di dieci a testa...». Monsignor Frano Illia, 79 anni, arcivescovo di Scutari. «Quello che è successo in questi giorni è l'ultima conseguenza dell'esperienza comunista. Non hanno mai avuto niente e adesso hanno un'arma che può valere un anno di lavoro nei campi. Prima erano uno contro l'altro, uno era la spia del¬ l'altro, e ora siamo all'opposto: libertà sfrenata. Ma portare via tutto, saccheggiare il porto o lo caserme, è il segno che così era impossibile continuare a vivere». Don Luigi, 41 anni, missionario, villaggio di Shenkoll. «Dopo tutto quello che ha combinato e ha permesso di combinare, se Berisha rimane al suo posto noi ci teniamo le nostre armi». Agim Gozitha, 58 anni, generale dell'esercito, capo del «Comitato per la salvezza della città», Argirocastro. «Dobbiamo fare nostri i principi democratici europei, rifiutiamo la guerra perché è un crimine, per risolvere i problemi interni ed esterni dobbiamo usare il dialogo». Documento approvato dai capifamiglia, villaggio di Shengkoll. «Fratelli, l'Albania non è finita, non fuggite, non cedete. Attenti ai modelli che vi propone la rivolta. Chi sono? Volete seguire quelli che hanno coltivato marijuana al posto del grano? Quelli che hanno rubato e venduto le vostre figlie per mandarle con altre 10 mila ragazze sulle strade d'Europa? Don Franco, 59 anni, missionario, villaggio di Blinisht. «Rivoglio i miei dollari e quel cornuto di Berisha se ne deve andare!». Luli, lo scafista di Saranda. «Ma io non me ne vado». Sali Berisha, 52 anni, presidente della Repubblica d'Albania, Tirana. Giovanni Cerniti Molti immigrati irregolari da tempo nel nostro Paese raggiungono Brindisi per ottenere il visto umanitario «C'è la mafia, vero, ma c'è anche un popolo che non ne può più». «Sono scappato di prigione e non mi acchiappano». «Attenti italiani ai ceffi che arrivano». «Berisha ti odio» W& PROFUGHI GIUNTI IN ITALIA: oltre 7000 [molli non identificati, numerosi i gruppi famigliari e i bambini] MEZZI PER LA FUGA: 120 [tra cui numerosi mezzi militari, tra unità pesanti del tipo delle nostre fregale, vedette, siluranti, cannoniere, elicotteri, un «Mig»] ARMI SEQUESTRATE: il numero è imprecisato, comunque numerose sono quelle da guerra, come mitragliere pesanti, pistole d'ordinanza, fucili, Kalashnikov e siluri MILITARI FUGGITI: 342 [di cui 32 si trovano a Bari; 233 a Brindisi e 77 nel Leccese] PERSONE EVACUATE DALL'ALBANIA: 1797 [di cui 408 italiani MEZZI PER L'EVACUAZIONE: Nave San Giorgio: 160 persone evacuate [di cui 120 italiani e 40 di vari altri Paesi] Nave San Giusto: 914 persone evacuate [di cui 208 italiani, 431 albanesi, 109 europei, 166 extraeuropei] Elicotteri dell'esercito: 114 evacuati [17 italiani e 97 albanesi] Elicotteri della Marina: 68 evacuati [15 italiani, 1 algerino, 48 albanesi e 4 brasiliani] Elicotteri alleati: 541 evacuati [166 americani, 48 italiani, 24 russi, 45 francesi, 6 svizzeri, 118 albanesi, 5 polacchi, 42 bulgari e 65 di altre nazionalità] GIORNALISTI PORTATI IN SALVO; 11 \di varie nasalità] ALBANESI RIMPATRIATI: 78 (i dati sono a parli-e dal 3 marzo scorso W& PROFUGHI GIUNTI IN ITALIA: oltre 7000 [molli non identificati, numerosi i gruppi famigliari e i bambini] MEZZI PER LA FUGA: 120 [tra cui numerosi mezzi militari, tra unità pesanti del tipo delle nostre fregale, vedette, siluranti, cannoniere, elicotteri, un «Mig»] ARMI SEQUESTRATE: il numero è imprecisato, comunque numerose sono quelle da guerra, come mitragliere pesanti, pistole d'ordinanza, fucili, Kalashnikov e siluri MILITARI FUGGITI: 342 [di cui 32 si trovano a Bari; 233 a Brindisi e 77 nel Leccese] PERSONE EVACUATE DALL'ALBANIA: 1797 [di cui 408 italiani MEZZI PER L'EVACUAZIONE: Nave San Giorgio: 160 persone evacuate [di cui 120 italiani e 40 di vari altri Paesi] Nave San Giusto: 914 persone evacuate [di cui 208 italiani, 431 albanesi, 109 europei, 166 extraeuropei] Elicotteri dell'esercito: 114 evacuati [17 italiani e 97 albanesi] Elicotteri della Marina: 68 evacuati [15 italiani, 1 algerino, 48 albanesi e 4 brasiliani] _ Elicotteri alleati: 541 evacuati [166 americani, 48 italiani, 24 russi, 45 francesi, 6 §11 svizzeri, 118 albanesi, 5 polacchi, 42 bulgari e 65 di altre nazionalità] GIORNALISTI PORTATI IN SALVO; 11 \di varie nasalità] ALBANESI RIMPATRIATI: 78 (i dati sono a parli-e dal 3 marzo scorso PROFUGHI OSPITATI A BRINDISI 1012 [sono in strutture di accoglienza e distribuiti in tutta la provincia Un bambino profugo albanese saluta da dietro le braccia di due carabinieri