Venchi Unica via ai lavori di Emanuela Minucci
L'ex fabbrica dolciaria di piazza Massaua è,abbandonata dal 1978 L'ex fabbrica dolciaria di piazza Massaua è,abbandonata dal 1978 Venchi Unica, vìa ai lavori Dopo vent'anni di progetti e parole «Prima di ogni elezione i signori che stanno in municipio se ne escono con l'approvazione di un progetto faraonico. Si riempiono la bocca con la riqualificazione, E noi, ex-dipendenti della Venchi, che a queste macerie sembra strano, ma siamo affezionati, ce lo sogniamo ogni mattina il primo colpo di piccone». (Tina, ex-dipendente dell'industria dolciaria, 20 marzo 1992, di fronte alla fabbrica). Sono passati cinque anni d'eternità, dal giorno in cui una delle tante operaie orfane della fabbrica di dolciumi si abbandonò al suo sfogo. Cinque anni dopo, però, quel colpo di piccone è finalmente arrivato a strappare la Venchi Unica al destino di fabbrica simbolo del degrado torinese. A ufficializzare la fine della storia infinita di quel complesso da 100 mila metri quadri di piazza Massaua sorto nel 1924 (abbandonato dal 1978, anno del suo fallimento e oggetto di piani di recupero e stanziamenti di ogni amministrazione a cominciare da quella Novelli) è stato l'assessore all'Urbanistica Franco Corsico: «E' stata dura, inutile negarlo. Dal giorno dell'approvazione del progetto definitivo (operazione da 300 miliardi per recuperare l'intera area, ndr) a oggi ci siamo imbattuti in ogni ostacolo possibile, compresa la scoperta dell'amianto da bonificare, ma adesso è fatta: anche se con due anni di ritardo, questa settimana daremo inizio ai lavori del primo lotto. Quello per la costruzione dei 414 alloggi di edilizia agevolata-convenzionata». Un risultato tardivo, ma comunque un risultato, tutto in mano al consorzio «Venchi Unica»: 27 imprese private con il quale il Comune ha stipulato una convenzione. Chissà come lo accoglieranno i futuri proprietari (264 per l'esattezza) di quegli appartamenti acquistati su carta a due milioni e mezzo al metro quadro che proprio in questi giorni hanno diffuso una nota in cui si dichiarano «ingannati dall'amministrazione». Nel volantino, firmato dal gruppo di Rifondazione della 3a circoscrizione, si formulano accuse precise. La prima riguarda la data di consegna prevista degli alloggi (il 1998 «che è dietro l'angolo»), la seconda la bonifica dall'amianto. «Perché - si chiedono loro - i futuri proprietari non sono stati informati dell'urgenza di un intervento nel momento in cui si sono versati fior di milioni come acconto?». Seconda domanda: «E perché non sono stati avvisati che la bonifica sarebbe durata così a lungo?». Conclusione amara: «Abbiamo pure scoperto che il consorzio sta pagando i lavori della bonifica con i soldi versati dai futuri inquilini». Ai quesiti posti dal volantino di Rifondazione risponde l'assessore all'Edilizia pubblica Mario Viano: «Non vedo dove stia la truffa: l'eventualità di trovare amianto nel corso di una ristrutturazione di un edificio Anni Settanta è assolutamente normale. Com'è normale che per realizzare la bonifica si utilizzino i fondi raccolti dagli acquirenti: il prezzo di cessione comprende anche il risanamento insieme con l'acquisizione dell'area, gli oneri di urbanizzazione, e la costruzione stessa». La bonifica, però, ha rallentato i tempi di consegna del cantiere. «Questo fa parte degli imprevisti. Quando si acquista un alloggio su carta non si è mai certi della data in cui se ne potrà prendere possesso. In ogni caso si tratta di un ritardo circoscritto: a primavera '99, gli alloggi saranno pronti». Emanuela Minucci Cosi è la Venchi Unica oggi: la vecchia fabbrica è stata anche bonificata dall'amianto
Persone citate: Franco Corsico, Mario Viano, Novelli
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