Vasarely profeta della retina

L'artista di origine ungherese morto in Francia all'età di 88 anni L'artista di origine ungherese morto in Francia all'età di 88 anni Vasarely, profeta della retina L'astrattismo come sperimentazione ottica « ri ICTOR Vasarely, versione 1 / francesizzata di Viktor 1/ Vasarhélyi - morto sabato ■ sera a Parigi all'età di 88 ' Ianni - è stato, assieme a Joseph Albers, uno dei due «grandi vecchi» pontieri fra le sperimentazioni e la didattica ottica della cultura centroeuropea diffusa dal Bauhaus e l'esplosione nella seconda metà degli Anni 50 della cosiddetta arte ottica, emetica, programmata, il primo da Parigi, il secondo negli Stati Uniti. All'ungherese Vasarely, che abbandona gli studi di medicina a Budapest per frequentare nel 1927 l'Accademia Poldini-Volkmann, lo spirito e la didattica del Bauhaus vengono comunicati l'anno dopo dall'astrattista Bortnyk, già allievo a Weimar e fondatore dell'Accademia Muhley, soprattutto di grafica (è un dato fondamentale per il futuro di Vasarely), e nel 1929 dalle lezioni di Moholy-Nagy. Il 1930 è l'anno del trasferimento a Parigi, ma anche dei primi esperimenti di dinamismo astratto (Studio verde, Studio blu), ottenuto con la sovrapposizione di carte trasparenti e di griglie di linee. «Queste sovrapposizioni in cui ormai l'idea di schermo germinava, erano anticipazioni della spazialità, così infatti lo spazio equivaleva al movimento/tempo». Negli Anni 30 egli vive soprattutto di grafica pubblicitaria (Havas, Draeger, Devambez), campo di ottima sperimentazione per le teorie che va elaborando sull'appercezione, mentre sviluppa una ricchissima attività grafica con immagini dinamiche in bianco e nero ancora con riferimenti figurativi. «Curiosamente, è nei miei studi bidimensionali grafici che il cinetismo ottico appare chiaramente... Scacchiere arlecchini zebre prigionieri si muovevano non per mimetismo (è una polemica con il futurismo conosciuto nel 1938), ma per l'aggressività con cui la loro struttura colpiva la retina». Alla fine del 1944, perseguendo tenacemente il sogno di un Bauhaus parigino, ispira la fondazione della Galleria di Denise René, che eredita i concretisti di René Drouin, apre nel gennaio 1945 con la grafica di Vasarely degli Anni 30 e diventerà il centro degli ottico-cinetici del Groupe de recherche d'art visuel, di cui fa parte il figlio di Jean-Pierre con lo pseudonimo di Yvaral. Prima di attingere definitivamente alla sintesi astratta costruttiva e geometrica del periodo «cristal» a Gordes nel 1948 («I linguaggi dello spirito non sono che supervibrazioni della grande natura fisica»; «Il punto più importante non è il cuore, ma la retina e la mente diventa il soggetto della psicologia sperimentale»), vi è ancora una breve fase cubisteggiante che impronta anche il Ritratto diArtaud. Nei successivi quarant'anni Vasarely gioca il ruolo, di fama mondiale, di santo padre e "profeta dell'arte ottica programmata, con molti scritti e manifesti teorici. Uno dei suoi principi fondamentali, perfetta applicazione di Benjamin, secondo cui «se l'arte voleva essere fino a ieri "sentire" e "fare" oggi vuole essere soprattutto "progettare" e "far fare"..., essa è oggi consapevole di una possibilità di ricreazione, di moltiplicazione e di espansione», ha dato origine allo scandalo del 1993. Marco Rosei All'origine la lezione Bauhaus, poi il lavoro nella grafica pubblicitaria egli studi sulla appercezione cinetica A destra, Vasarely, morto sabato a Parigi A sinistra, una sua opera: «Kerest» (1968-1974)

Luoghi citati: Budapest, Francia, Parigi, Stati Uniti, Weimar