Un sogno, un rimpianto
Un sogno, un rimpianto Un sogno, un rimpianto Voleva una capitale della fantasia lascia una Fondazione in crisi MPARIGI ORTO sabato scorso all'età di 88 anni per un cancro alla prostata, Vasa rely era negli ultimi giorni incosciente. Prima di entrare in coma, però, non aveva nascosto il rimpianto, l'amarezza, per i due grandi sogni della sua vita andati in frantumi, l'edificazione della città della sua fantasia, fatta per l'uomo, con «un po' di felicità nell'architettura». E il destino ormai segnato della sua fondazione, lacerata dallo scontro in tribunale fra gli eredi e i gestori pubblici, e schiacciata dai debiti. Le porte del «centro architettonico» della «Fondazione Vasarely» - 5 mila metri quadrati racchiusi da 16 poliedri esagonali che sorge a Jas de Bouffan, sulle colline di Aix-en-Provence dove visse Paul Cézanne, sono sbarrate dalla fine di gennaio. Tra qualche giorno, verrà dichiarato il fallimento, dopo la batosta di una «rettifica fiscale» di cinque miliardi e mezzo di lire chiesta dallo Stato dopo la volatilizzazione di incassi relativi a vendite di opere d'arte pari a 13 miliardi di lire ira il 1982 e il 1993. La gestione della fondazione da parte dell'Università Aix-Marsiglia si rese necessaria poco dopo l'inaugurazione della fondazione, che già era oberata dai debiti alla fine degli Anni 70. Ma la guerra fra gli eredi e i gestori esplose alla fine del 1990, dopo la morte della moglie di Vasarely, Claire. I figli del pittore accusano Charles Dcbbasch, ex presidente della fondazione, di malversazioni e trafugamenti di opere. Debbasch, finito anche in carcere per due mesi e mezzo, ribatte che sono stati gli eredi a montare un gigantesco giro di «migliaia di falsi». I due figli dell'artista, André e Pierre, e la moglie di quest'ultimo, Michèle, hanno scritto a Chirac accusando anche lo Stato e la gestione pubblica di usare un «doppio linguaggio». Tullio Giannotti
Persone citate: André, Chirac, Paul Cézanne, Tullio Giannotti, Vasa, Vasarely
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