Il part-time non convince lo statale di Francesco Bullo
Due sole domande alla Sanità. Il ministro: adesso partiranno i controlli Due sole domande alla Sanità. Il ministro: adesso partiranno i controlli Il part-time non convince lo statale Pochissime le adesioni al piano Bassanini ROMA. Part-time? No grazie. Contro ogni aspettativa, sembra essere questa la risposta dei pubblici dipendenti (dagli statali ai dipendenti comunali, ad insegnanti, medici e magistrati) a due settimane dall'entrata in vigore della nuova normativa sul lavoro a tempo determinato. Le prime cifre non lasciano dubbi: al ministero della Giustizia, per l'are un esempio, le domande di lavoro a tempo parziale sono state presentate solo da 31 dipendenti, su un organico di 42 mila. E al ministero della Sanità va peggio: le richieste finora sono state soltanto due. Se la tendenza non dovesse subire un'inversione radicale, verrebbero buttati nel cestino i sondaggi che ancor di recente davano un quarto dei pubblici dipendenti interessati al part-time, ma soprattutto verrebbero fortemente ridimensionate le attese del governo: il ministro della Funziono pubblica, Franco Bassanini, quando aveva emanato la circolare che spiegava le modalità del provvedimento, aveva detto che per lo Stato si sarebbe trattato di un risparmio di 1500 miliardi in tre anni. Una cifra che trova puntuale riscontro nelle stime della Ragioneria generale: millecinquecento miliardi di risparmio per le casse pubbliche con il part-time nel perido 1997-1999. Tante domande, dunque, per andare in pensione (con un pe- sante aggravio per i conti pubblici) e nessuno, o quasi, interessato al tempo parziale? Forse è troppo presto per dirlo anche perché c'è anche una resistenza da parte di molte amministrazioni a fornire i dati, con un ('rimpallo» da un ufficio ad un altro. Né va dimenticato che per ora manca un raccordo generale, cosa che avverrà nei prossimi mesi: da aprile, infatti, le amministrazioni dovranno trasmettere i relativi dati, ogni settimana, al ministero della Funzione pubblica. E inoltre non c'è un termine entro il quale va presentata la domanda per passare al parttime, per cui la schiera degli aspiranti potrebbe allungarsi. Ma vediamo intanto, tra le amministrazioni interpellate, quelle che hanno risposto. Giustizia. Al dicastero retto da Giovanni Maria Flick, su un organico di 42 mila unità, 31 sono i dipendenti che hanno fatto domanda di part-time. Uno di loro è impiegato al ministero, mentre due lavoratori hanno deciso di lasciare il «full time» per svolgere anche una seconda attività. Sanità. Le richieste pervenute sono soltanto due. Funzione pubblica. Per ora sono tutti affezionati al tempo pieno. Tesoro. In base alla nuova normativa, tra gli oltre 18 mila dipendenti (amministrazione centrale, ragioneria generale e servizi periferici) hanno fatto richiesta di part-time in 81. Interni. Sono 32 le domande che però si riferiscono al '96. Trasporti. Le nuove domande di part-time si conosceranno solo nei prossimi giorni. In base, invece, alla vecchia norma, su 5872 dipendenti della Motorizzazione ne usufruiscono 65 persone: i -'tre, 10 sono in attesa di ai izzazione. Alla Marina Mercantile, ora confluito nei Trasporti, su 1844 dipendenti già lo fanno in sette; all'Aviazione civile, infine, su 1100 lavoratori 4 sono in part-time, mentre uno è in attesa di autorizzazione. Comune di Roma. Complessivamente sono giunte 52 domande di part-time, 38 delle quali sono state presentate per poter svolgere un'altra attività alla «luce del sole». Il part-time non piace, o siamo un Paese di furbi dove si continua a fare il secondo lavoro in nero? Secondo il ministro è prematuro tracciare un bilancio. Ma intanto ha fatto sapere che nei prossimi mesi si svolgeranno, in collaborazione con la Finanza, accertamenti per far emergere il doppio lavoro, in particolare nei posti dove è stato basso il ricorso al part-time. Francesco Bullo Franco Bassanini
Persone citate: Bassanini, Franco Bassanini, Giovanni Maria Flick
Luoghi citati: Comune Di Roma, Roma
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