«Avvertiti in ritardo della nube tossica»

«Avvertiti in ritardo della nube tossica» Prosindaco di Mestre accusa la Montefìbre «Avvertiti in ritardo della nube tossica» Gianfranco BettVENEZIA. «E' gravissimo, al di là dell'episodio specifico, che l'azienda non abbia avvisato in tempo utile il Comune sul tipo di sostanza che ha preso fuoco». Lo ha detto ieri Gianfranco Bettin, prosindaco di Mestre, la cui area è stata sorvolata l'altro ieri dalla nuvola di sostanza combusta sprigionatasi dall'incendio in un essiccatoio nell'area chimica dello stabilimento Montefibre di Marghera, attualmente posto sotto sequestro dalla magistratura veneziana. «L'incendio è cominciato prima di mezzogiorno - ricostruisce Gianfranco Bettin - e il Comune è stato avvertito circa mezz'ora dopo, senza dire nulla, se non che c'era un incendio alla Montefibre, senza specificare il tipo di sostanza». «Non avendo altre notizie, all'1,30 - prosegue Bettin - abbiamo intimato all'azienda Montefibre di precisare il tipo di sostanza. Solo circa un'ora dopo, in grave ritardo, abbiamo ricevuto una nota che parlava di incendio domato, ma non accennava alla nube e alla sua pericolosità. E' inaccettabile». La sostanza bruciata nell'essiccatoio, secondo una nota diffusa successivamente dalla Protezione civile, era acrilonitrile (causa alla pelle irritazione, necrosi, eczema e perdita delle sostanze grasse. Inoltre irrita gli occhi, le vie respiratorie e le mucose dello stomaco, causando attacchi di vomito). Nel pomeriggio una nota di Greenpeace ha informato che la combustione di questa sostanza poteva sprigionare «cianuro e tiocianato, due composti altamente tossici per esposizione diretta, che provocano nei soggetti interessati cefalee, vertigini, nausea, vomito, per i quali si consigliano dosaggi ematici». Il sequestro dell'impianto «At2» in cui l'incendio si è sviluppato, è stato ordinato dal magistrato di turno, Carlo Nordio, con informativa per la materia ambientale al pm Felice Casson. Sequestrati, tra l'altro, i monitoraggi relativi all'impianto. L'impianto è tuttora presidiato da una pattuglia dei vigili del fuoco. Tra l'altro ieri e ieri una dozzina di persone residenti a Zero Branco, Mestre, Chirignago e Maerne si sono presentate negli ospedali di Treviso, Mestre e Villa Salus segnalando forme di irritazione leg- gera delle mucose, in particolare al volto e alla gola, e di nausea. I casi provengono dalle zone in cui ieri la Protezione civile aveva consigliato particolari misura di prudenza, ma i sintomi sono tuttavia difficilmente correlabili alla nube, in quanto in nessun caso è stato eseguito lo specifico dosaggio ematico per cianuri e tiocinati. Una cinquantina, invece, le telefonate con richiesta di informazione ai numeri verdi della prefettura di Venezia e una trentina a quella di Treviso. Lo stabilimento Montefibre di Marghera ieri sera ha diffuso una nota in cui precisa che la sostanza interessata all'evento era «polimero acrilico». La nota conferma inoltre che la quantità presente nell'essiccatore era di circa 9000 chilogrammi. Per quanto riguarda i prodotti di combustione, cioè le sostanze che si sono sviluppate nel contatto del polimero con il fuoco, la nota precisa che si è trattato di «ossido di carbonio, anidride carbonica, vapori nitrosi in miscela e tracce di acji|io cianidrico» ; [m. lo.] Gianfranco Bettin

Persone citate: Bettin, Carlo Nordio, Felice Casson, Gianfranco Bettin, Salus

Luoghi citati: Mestre, Treviso, Venezia, Zero Branco