Un suicidio annunciato nel tema

Un arresto per il giallo di Latina Un suicidio annunciato nel tema L'ossessione della morte raccontata un mese fa LO STUDENTE SUICIDA IN CLASSE AMONTECATINI VREI tanta voglia di andarmene da questo mondo, ho pensato anche al suicidio, poi ho capito che era una cosa deplorevole, è come scappare davanti alle difficoltà e essendomi ripromesso di affrontare sempre a testa alta i problemi l'ho scartata dalle possibili soluzioni di questa vita senza senso...». Questo era il pensiero di Alberto, lo studente di 16 anni che giovedì si è ucciso con un colpo di pistola a scuola, affidato nel gennaio scorso ad un tema in classe. Ieri quelle parole sono state lette durante l'assemblea dei circa 500 studenti del liceo scientifico Coluccio Salutati. A volere la riunione, alla quale hanno partecipato tutti i professori, il vescovo di Pescia, monsignor Giovanni De Vivo, e lo psicologo della Usi, è stato il preside del liceo Mario Bagnoli. A gennaio il ragazzo confessava di aver pensato al suicidio, ma di aver ritenuto il gesto ima fuga dalle responsabilità e per questo da non perseguire. Qualcosa in questi ultimi due mesi deve avergli fatto cambiare idea, ma che cosa? Difficilmente questa domanda potrà avere una risposta. Per capire che cosa ha sconvolto la mente di Alberto fino a portarlo al suicidio, non sono servite le testimonianze degli amici, né il messaggio registrato su una cassetta che il ragazzo aveva lasciato a casa per spiegare il suo gesto. Il tema letto ieri mattina ha aggiunto solo incertezza e inquietudine. «La mia esistenza è inutile e priva di significato - scrive ancora Alberto -. Io come altri quattro miliardi di persone non possiamo dettare legge nei riguardi della natura...». Ma, in quell'occasione, a gennaio, Alberto chiudeva il suo scritto con frasi di speranza: «L'amore manda avanti il mondo, non solo quello tra uomo e donna, ma anche l'amore per gli ideali, per le cose, per gli altri. Anche se io non mi sono ancora mai innamorato penso che sia una cosa bellissima... Se tutti lasciassimo pregiudizi e egoismi potremmo cambiare qualcosa». Una speranza che, con il passare dei giorni, ha evidentemente visto svanire davanti a sé. Fino a maturare il tragico piano di togliersi la vita in un modo plateale ed agghiacciante, gettando nello sconforto e nella disperazione un'intera scuola. Sconforto e disperazione che, parlando agli studenti nell'assemblea di ieri mattina, ha provato a esorcizzare, essendo impossibile da cancellare, proprio il vescovo. Monsignor De Vivo ha cercato di scacciare i fantasmi di morte esaltando i valori della vita ed esortando i ragazzi, che lo seguivano ammutoliti, ad andare avanti nonostante l'episodio terribile di cui sono stati testimoni. Poi è stata la vol- Un mazzo di fiori sul banco di Alberto, lo studente di 16 anni che giovedì si è ucciso con un colpo di pistola a scuola a Montecatini ta dello psicologo a cercare di infondere tranquillità e fiducia in una comunità ancora sotto choc. «Lo psicologo tornerà anche martedì a parlare con gli studenti della 2r< C (la classe di Alberto, ndr) - dice il preside -, non voglio assolutamente che in un momento tanto grave si sentano soli». Nel pomeriggio si sono svolti i funerali nel duomo di Montecatini, affollato di compagni di scuola con i loro genitori per l'ultimo saluto ad Alberto. Molti piangevano. Al giovane studente è stata fatta indossare la tuta da allenamento della Che Montecatini, la squadra di basket nelle cui giovanili giocava da alcuni anni. Il suo corpo, i cui organi espiantati hanno dato la vita a tre persone, sarà cremato come lui stesso chiudeva, al termine del messaggio registrato lasciato come testamento ai genitori. Francesco Matteini

Persone citate: De Vivo, Francesco Matteini, Giovanni De Vivo, Mario Bagnoli

Luoghi citati: Montecatini, Pescia