La candidatura di Kadaré di I. Bad.

La candidatura di Kadaré La candidatura di Kadaré «Sono pronto a fare il Presidente se il mio popolo crede che serva» ZAGABRIA. «Se mi verrà chiesto di prendere il posto del Presidente, beninteso solo temporaneamente, lo farò. Ma accetterò solo se questo garantirà l'intervento militare della Nato». In un'intervista esclusiva rilasciata al quotidiano croato «Novi List» lo scrittore albanese Ismail Kadaré si dichiara pronto ad aiutare il suo popolo «che non merita il destino della più grande vittima vivente della transizione dallo stalinismo al capitalismo e al mercato libero». A detta dell'intervistatore l'incontro con Kadarè è avvenuto nel suo appartamento di Tirana, dove lo scrittore è tornato dal suo esilio parigino per tentare di salvare il salvabile. «Ho lanciato un appello alla Nato e alla Ueo affinché aiutino il mio Paese spinto nel caos e nell'anarchia. Molti mi hanno spinto a candidarmi da Presidente. A me non è mai venuto in mente. Adesso meno che mai, ma se il mio popolo crede che con la mia autorità posso aiutare il Paese ad evitare la guerca civile accetterò di farlo», ha detto Kadarè aggiungendo però che non desidera essere un altro cattivo Presidente. «Berisha è uomo di grandi parole ma di falsa fermezza, è un autoritario senza autorità. Il suo carattere non è quello di un dittatore. Con lui si può parlare. Parla alcune lingue, è aperto, simpatico, ma purtroppo non è un buon politico. Non è un uomo cattivo, non è capace di fare del male, ma soltanto perché è mi incapace anche in questo. Prima ha promesso che lo Stato avrebbe restituito i soldi ai risparmiatori truffati, ma il giorno dopo ha cambiato idea. Poi, piuttosto tardi, ha ammesso che il potere ha commesso errori, anche se dall'estero l'avevano avvertito da tempo che doveva togliere le licenze alle finanziarie in questione Non l'ha fatto perché anche lui evidentemente era coinvolto nella rete mafiosa». Kadarè rivela: «Sembra che il matrimonio della figlia di Berisha con alcune centinaia di invitati sia stato organizzato e "regalato" al Presidente dall'uomo più ricco del Paese più povero, l'ex ufficiale dell'esercito albanese Vehbi Alimucaj, nella cui rete finanziaria Vefa sono rimasti intrappolati più di centomila albanesi», [i. bad.]

Persone citate: Berisha, Kadarè, List

Luoghi citati: Tirana, Zagabria