Ultima enigmatica scoperta: emettono raggi X

Ultima enigmatica scoperta: emettono raggi X Ultima enigmatica scoperta: emettono raggi X La radiazione viene dallo spazio che precede la chioma LI INTERESSE popolare per le comete riaffiora quando uno di questi astri passa (o ripassa) in prossimità della Terra o quando va a sfracellarsi sulla superficie di un altro corpo celeste, come è successo per la cometa ShoemakerLevy, che è precipitata su Giove nel luglio 1994. In questi giorni è la Hale-Bopp ad attirare l'attenzione, grazie alla sua notevole luminosità, che la rende osservabile anche da parte di chi non si intende di astronomia. Ma l'anno scorso le comete sono salite agli onori della cronaca anche per l'osservazione di un fenomeno del tutto inaspettato. Il satellite tedesco Rosat aveva, infatti, rilevato una emissione di raggi X proveniente dalla cometa Hyakutake durante il suo massimo avvicinamento alla Terra (circa 10 milioni di chilometri). La notizia, divulgata da alcuni colleghi del Max Planck Institute fur Extraterrestrische Physik di Garching (Germania), fece un immediato scalpore in tutti gli ambienti scientifici, anche perché l'emissione rivelata era almeno cento volte più intensa di quanto ci si potesse aspettare in base alle previsioni più ottimistiche e, inaspettatamente, variabile su tempi dell'ordine di qualche ora. Dalle conoscenze scientifiche attuali sappiamo che le comete sono corpi freddi: grosse palle di ghiaccio che diventano luminose (e, quindi, osservabili) solo in virtù della luce che esse riflettono quando passano in prossimità del Sole. Essendo corpi freddi risulta difficile spiegare perché le comete possano emettere raggi X. L'emissione di raggi X, infatti, è associata a corpi celesti di temperatura estremamente elevata (dell'ordine di qualche centinaio di migliaio di gradi) come, ad esempio, le stelle di neutroni, oppure a particelle cariche che si muovono all'interno di campi magnetici milioni di volte più potenti di quello del no¬ stro Sole. Entrambe le condizioni sono del tutto estranee alle comete. Immediatamente gli astrofici si misero a lavorare dal punto di vista teorico per cercare un'interpretazione scientifica plausibile. Un utile indizio è fornito dal fatto che la massima intensità dell'emissione X non si osserva in coincidenza con il nucleo cometario, ma a qualche decina di migliaia di chilometri oltre, lungo la direzione cometa-Sole. Una delle possibili spiegazioni potrebbe essere, quindi, che le nubi di gas che circondano il nucleo cometario assorbono l'emissione X proveniente dal Sole e la riemettono per fluorescenza. Quasi contemporaneamente sono iniziate le campagne osservative rivolte a individuare eventuali emissioni in raggi X da parte di altre comete prossime al sistema solare. I risultati non si sono fatti attendere troppo. Nella primavera/estate del¬ lo scorso anno, ricerche minuziose nell'archivio dati del satellite Rosat hanno permesssd di identificare una seconda cometa, la Tsuchiya-Kiuchi (C/1990 NI), con una anonima sorgente di campo osservata circa sei anni prima. Incoraggiati da questo risultato, Konrad Dennerl e i suoi collaboratori del Max Planck hanno continuato a setacciare i dati d'archivio scoprendo emissione X anche da parte delle comete Levy (C/1990 Kl), HondaMrkos-Pajdusakova e Arai (C/1991 A2). In particolare, quest'ultima passerà alla storia per essere stata osservata prima in raggi X che nella banda ottica, anche se la sua identificazione è avvenuta solo a posteriori. Nei mesi di settembre e ottobre dello scorso anno, inoltre, il satellite Rosat ha puntato la cometa Tabur rivelando, anche in questo caso, emissione X a livelli superiori al previsto. Inoltre, per tre di queste comete (la Hyakutake, la Levy e la Tsuchiya-Kiuchi) è stata trovata evidenza di emissione anche nella regione dell'estremo ultravioletto utilizzando sempre uno degli strumenti a bordo di Rosat. Con queste ultime rilevazioni il totale delle comete osservate in raggi X sale, quindi, a sei, dimostrando che non si tratta di un semplice «scherzo della natura» ma di un fenomeno reale e, come tale, di assoluto interesse. Non solo. Queste scoperte hanno anche il merito di allargare gli orizzonti dell'astrofisica delle alte energie e di fornire nel prossimo futuro ai cometologi un nuovo strumento per studiare la fisica di questi oggetti. E ora, naturalmente, l'attenzione degli astrofisici è calamitata dall'imminente passaggio al perielio della cometa Hale-Bopp. Roberto Mignani Max Planck Institut, Garching HAUE BOPP: SU INTERNET FOTO I ULTIME NOTIZIE LA cometa Hale-Bopp è già molto bella e facilmente individuabile a occhio nudo. Tuttavia il fatto che sia osservabile prima dell'alba non invoglia all'osservazione. Chi non ha intenzione di fare una alzataccia ma vuole seguire l'evoluzione della HaleBopp, può essere costantemente aggiornato sulla cometa e vederne splendide immagini grazie a quella che potremmo definire una osservazione virtuale attraverso Internet. Indichiamo alcuni siti. Il primo che consigliamo è raggiungibile all'indirizzo http://www.eso.org/comet-hale-bopp/ che è la pagina dell'Eso, l'Osservatorio australe europeo. Questa pagina comprende numerose informazioni e in particolare le effemeridi, cioè le tavole con le posizioni e i parametri della cometa. Se si desiderano solo queste ultime si può andare direttamente a http://www.eso.org/comet-hale-bopp/hale-bopp-eph-jan28-dy.txt Un'altra home page molto interessante è quella della Nasa, che si trova all'indirizzo http://NewProducts.jpl.nasa.gov/comet/ Questa offre numerose possibilità, Ira le quali quella di accedere a più di mezzo migliaio di immagini e di navigare tra indirizzi diversi, quali «MDUL», La scoperta della Hale-Bopp, Le animazioni, Le novità «MDNM» e le foto che mostrano la Hale-Bopp in compagnia di un ancora sconosciuto corpo luminoso. Anche in questo caso, se interessano solo le effemeridi si può andare direttamente all'indirizzo http://NewProducts.jpl.nasa.gov/comet/ephemjpl.html Le più recenti informazioni a proposito della cometa, comprese le osservazioni più tecniche e quelle radiotelescopiche, sono disponibili all'indirizzo http://pdssbn.astro.umd.edu/halebopp/ All'indirizzo http://cfa-www.harvard.edu/cfa/ps/Headlines.html si possono trovare le International Astronomica! Union Circular (laucs), cioè gli aggiornatissimi bollettini ai quali è anche possibile abbonarsi per posta. Splendide sono le immagini prese dall'Hubble Space Telescope che si possono trovare a http://www.arcorp.com/Hale-Bopp.html Sempre da questa pagina è possibile disporre, in particolare, delle informazioni che hanno consentito di valutare il diametro della cometa in ben 40 chilometri, quattro volte quello della cometa d Halley. In Italia abbiamo attivissimi astrofili. Citeremo la pagina dell'Associazione Astronomica Cortina, disponibile a: http://www.sunrise.it/associazioni/aac/comete/9501 .htm Infine, una curiosità: chi volesse osservare la cometa dal mare, può mettersi in contatto con il Centro nautico di Levante (011 -7723529) per partecipare a una gita in barca a vela con la guida di un esperto (partenza da La Spezia). * Guido Cossard a

Luoghi citati: Germania, Italia, La Spezia