TENERE LE PORTE CHIUSE di Sergio Romano

SABATO IO TENERE LE PORTE CHIUSE zi segreti. Il governo italiano ha avuto il merito di costringerlo ad accettare un accordo con l'opposizione, ma non può sbarazzarsi di lui se altri non si fanno avanti dimostrando di avere una certa autorità politica. E non può sostituirsi al governo nell'esercizio delle sue responsabilità. Secondo criterio. Parlare di intervento militare in questa situazione mi sembra inutile e irresponsabile. Gli interventi sono possibili soltanto quando esiste un obiettivo politico da raggiungere e un nemico da combattere. Nella vicenda albanese non esistono, per il momento, né l'uno né l'altro. Gli insorti, per quanto è dato capire, sono una massa informe, caotica, anarchica, priva di una qualsiasi guida politica. La Nato potrebbe intervenire soltanto se fosse disposta a correre molti rischi e a restare sul terreno per un periodo indeterminato. Vi è un Paese in Occidente pronto ad assumersi una tale responsa¬ bilità? Vi è un governo che non correrebbe il rischio, dopo la prime vittime, di essere aggredito dall'opposizione e lapidato dai moralisti che oggi gli chiedono d'intervenire? Terzo criterio. I piani politici, economici e finanziari saranno possibili soltanto quando un governo avrà restaurato l'ordine e assunto il controllo della situazione. Sino ad allora l'Occidente dovrà limitarsi a qualche palliativo e a qualche misura di emergenza: operazioni di commando per evacuare gli stranieri e trasportare i malati, aiuti alimentari e medicinali, asilo politico a chi ne abbia legittimamente diritto e un cordone sanitario intorno all'Albania, nei limiti del possibile, per evitare che il caos dilaghi al di là dei confini. Quarto criterio. Vi è una cosa che l'Italia non può fare: accogliere e ospitare la massa degli esuli che cercheranno probabilmente di attraversare l'Adriatico nei prossimi giorni. Per due ragioni. In primo luogo, i disoccupati albanesi diverrebbero rapidamente terreno di reclutamento per la criminalità organizzata del loro Paese. Se è vero, come sembra, che la mafia albanese ha avuto una parte di primo piano nelle vicende di Valona, correremmo il rischio d'importare, con molti sventurati, parecchi picciotti. Vi è una seconda ragione, più europea. Con il trattato di Schengen sulla libera circolazione dei cittadini europei all'interno dell'Unione, l'Italia si è impegnata a controllare le proprie frontiere marittime per conto e in nome dell'Europa. Se non fossimo in grado di farlo, i nostri partner ne trarrebbero la convinzione che l'Italia non può rispettare gli impegni di Schengen. Se il governo aprirà le porte di casa a una massiccia immigrazione albanese i primi a farne le spese saremo noi italiani, a cui gli altri Paesi di Schengen non permetteranno di viaggiare per l'Europa senza passaporto. Nei prossimi giorni leggeremo molte dichiarazioni governative su piani economici, interventi militari, assistenza finanziaria e umanitaria. Se leggeremo queste dichiarazioni alla luce di questi criteri saremo un po' meno delusi dalla inevitabile impotenza dell'Occidente. Sergio Romano

Luoghi citati: Albania, Europa, Italia