«Strage nella clinica degli orrori»

Ventuno arresti: 3 pazienti sarebbero morti per le torture subite, sospetti sul ricovero di alcuni boss Ventuno arresti: 3 pazienti sarebbero morti per le torture subite, sospetti sul ricovero di alcuni boss «Strage nella clinico degli orrori» Catanzaro: indagine su cento decessi CATANZARO. Pazienti uccisi, a bastonate o fatti cadere da ripide scale; uno morto bruciato nel letto a cui era stato legato. Violenze gratuite e bestiali, con indicibili sofferenze inferte a degenti che avevano il solo torto di lamentarsi per la durezza del regime «sanitario» al quale venivano sottoposti da infermieri-aguzzini, per i quali i letti di contenzione erano la prassi, così come i getti d'acqua gelida nel cuore della notte per «curare» le crisi di chi chiedeva solo aiuto. E' giunta ieri mattina a una fase cruciale l'inchiesta su «Villa Nuccia», una delle case di cura per malattie mentali più note della Calabria, ma che avrebbe celato, dentro le sue mura, una «grande bottega degli orrori», dove chi si ribellava veniva punito, fino alla morte. Le morti sulle quali ci sono precise responsabilità sarebbero tre, ma si sta indagando su almeno un centinaio, che sono finite negli ordinalissimi registri della clinica. La magistratura e i carabinieri di Catanzaro hanno lavorato duro e alla fine 21 ordinanze di custodia cautelare sono uscite, nottetempo, dall'ufficio del gip, Maria Vittoria Marchiano. Per molti degli indagati il provvedimento è stato di arresti domiciliari, ma per tre di loro si sono aperte le porte delle celle di isolamento. Sono medici che, dicono gli investigatori, hanno precise responsabilità nell'inferno di «Villa Nuccia», una struttura voluta da una facoltosa famiglia catanzarese per ricordare una congiunta, scomparsa giovanissima. Sono in galera Antonino Bonura, 53 anni, Salvatore Moschella, di 46, e Massimo Massara, di 50, rispettivamente responsabile e direttore sanitario i primi due, dipendente di «Villa Nuccia» l'ultimo. Le accuse per molti sono quelle di associazione per delinquere e lesioni aggravate, ma non per omicidio, a conferma della cautela con la quale si muovono magistratura e carabinieri. Tra le persone finite agli arresti domiciliari ci sono altri sette medici; gli altri sono infermieri che erano o sono ancora in servizio nella struttura. Una indagine che ha avuto un effetto devastante a Catanzaro, anche perché tra i molti indagati ci sono personaggi di primissimo piano del mondo sanitario. Come il professor Corrado Docimo, anatomopatologo di fama nazionale; come il professor Massimo Aria, primario del reparto di psichiatria della locale Azienda ospedaliera. 0 come Achille Toniamo, medico, responsabile dell'ufficio di medicina legale dell'Asl, ma soprattutto uno dei candidati che godono di maggiori chance nella corsa alla poltrona di sindaco della città, dove si voterà in aprile e che ora si trova in una posizione che è riduttivo chiamare scomoda. Scomoda non tanto per l'accusa mossagli - concorso in falsa perizia -, quanto perché gli viene contestato di avere favorito, formulando appunto mia diagnosi non vera, un uomo molto vicino a esponenti della criminalità mafiosa catanzarese. Ma l'inchiesta è tutt'altro che definita. Non per nulla accanto alla definizione ufficiale, «Operazione shock», i carabinieri hanno pensato bene di aggiungere un beli' 1, che fa capire come questa storia avrà un seguito. Un collaboratore di giustizia, Francesco Elmo, ex agente del Sismi, il servizio d'informazioni militare, ha riferito che a «Villa Nuccia» oltre a malati di mente, più o meno vivi, c'erano anche latitanti della 'ndrangheta che, nella quiete della casa di cura, avrebbero trovato sicuro asilo. L'ex agente segreto ha detto che a riferirgli della presenza di almeno tre latitanti di 'ndrangheta sarebbe stato il colonnello Mario Ferrare agente di punta del Sismi, trovato morto in circostanze non ancora chiarite, nel luglio di due anni fa, nella sua abitazione di Roma, appeso per il collo a poco più di un metro da terra. E dietro tutta la vicenda si staglierebbe anche l'ombra di logge massoniche, indicate come il filo rosso che legava le attività illecite di «Villa Nuccia», dove sarebbero state redatte perizie psichiatriche di comodo, grazie alle quali picciotti delle cosche avrebbero evitato il servizio militare, quando non addirittura il carcere perché giudicati non compatibili, per le loro «condizioni fisiche», con il regime carcerario. Diego Minuti r TRE MORTI NEL MIRBNO 1984 IL PRIMO DECESSO. GIUSEPPE CHIARELLI SAREBBE MORTO, SECONDO L'ACCUSA, PER LE BASTONATE INFERTEGLI A PIÙ' RIPRESE DAL PERSONALE. 1988 FORTUNATA MAZZUCCA MUORE CARBONIZZATA NEL ROGO PROVOCATO DALLA SIGARETTA CHE LA DONNA FUMAVA NEL LETTO AL QUALE SAREBBE STATA LEGATA DAGLI INFERMIERI 1994 IL 21 APRILE MUORE DOMENICO IOZZO. SAREBBE STATO SPINTO PER UNA RAMPA DI SCALE DA UN INFERMIERE MENTRE SI RECAVA ALLE DOCCE I malati venivano legati, puniti con secchi di acqua gelata o fatti cadere dalle scale Nel mirino il candidato sindaco per una falsa diagnosi a un esponente della 'ndrangheta La clinica per la cura delle malattie mentali «Villa Nuccia» di Catanzaro. Secondo gli inquirenti, i pazienti venivano torturati a morte

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