Gli edili in sciopero assaltano il Reichstag di Emanuele Novazio
Germania, dilagano le proteste violente Germania, dilagano le proteste violente Gli edili in sciopero assaltano il Reichstag Lo storico edificio berlinese dovrà ospitare il Parlamento entro il2000 BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Lanci di pietre e lattine di birra, 0 grande cantiere del Reichstag futura sede del parlamento tedesco - preso d'assalto; insulti e minacce ai muratori occupati nei lavori di ammodernamento dell'edificio, costretti a fuggire. E ingiurie ai numerosi stranieri, quasi tutti extracomunitari provenienti dai Paesi dell'Est europeo, che le imprese ingaggiano in nero e con salari inferiori della metà a quelli stabiliti dai contratti, trasformandoli - dunque -in concorrenti temibili, in veri e propri rivali dei quattrocentomila edili tedeschi rimasti senza lavoro. Chiuso il fronte miniere, dopo giorni di scioperi selvaggi e dimostrazioni nel cuore politico di Bonn, esplode a Berlino la contestazione degli edili: alla fine di una settimana di mobilitazione nazionale e di manifestazioni sulla Potsdamerplatz - il più grande cantiere d'Europa - quindicimila manifestanti si sono riuniti ieri davanti al Reichstag, il cantiere tedesco che più di ogni altro è gra rido di significati storici e politici. La rabbia dei disoccupati che affollavano il corteo ha annullato il servizio d'ordine dei sindacati e le transenne della polizia, aumentando un vero e proprio assalto al simbolo politico della Germania riunificata. Poco lontano, sulla Pariserplatz, altri gruppi hanno tentato un'incursione nell'Hotel Adlon - un altro pezzo di storia tedesca - appena ricostruito: ma la polizia è riuscita a fermarli. Alla fine dei disordini, erano una decina i dimostranti fermati e cinque gli agenti feriti. Rispetto alla protesta dei minatori che ha infiammato il quar- II leader delI'Sp Scliarping tiere governativo di Bonn, quella degli edili ha un elemento di rischio in più, come la manifestazione di ieri ha mostrato: accanto alle contestazioni dei lavoratori in lotta per il rinnovo del contratto, si va affermando la ribellione e l'aggressività crescente dei disoccupati nei confronti di chi il lavoro l'ha conservato: magari come gli extracomunitari - accettando retribuzioni e condizioni di lavoro difficili. In tutto l'Est tedesco, e a Berlino, sono centinaia i cantieri nei quali si sente parlare soltanto russo o polacco: le imprese assoldano i muratori nei Paesi d'origine curandone l'ingresso illegale in Germania; dopo pochi mesi li riportano oltre confine, e tornano con un nuovo «carico di braccia». Fino a che le autorità tedesche non decidono una razzia, fermano qualche migliaio di clandestini e li rispediscono in patria. «Ci deve essere violenza altrimenti nessuno reagisce, ci deve essere violenza altrimenti nessuno si accorge delle porcherie si fanno in questo settore», gridavano ieri i dimostranti a Berlino. Confortati probabilmente dall'esempio vincente dei minatori, che con una protesta inedita per il Paese scioperi selvaggi e tentata presa d'assalto della Cancelleria - hanno spinto il governo a concessioni e hanno salvato il posto di lavoro almeno fino al 2005. Il nuovo focolaio di tensione metterà a rischio la ripresa del dialogo fra governo e Sdp sulal riforma fiscale? Ieri il sindacato ha chiesto ai socialdemocratici di non accettare l'invito di Kohl, rinnovato subito dopo la soluzione del conflitto nelle miniere della Ruhr e della Saarland. Una risposta ufficiale dell'opposizione non c'è ancora. Emanuele Novazio II leader delI'Spd Scliarping
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