Microspie controllavano gli agenti
«Ecobusiness» «Ecobusiness» Microspie controllavano gli agenti LA SPEZIA. Microspie in azione per controllare l'inchiesta che ha smascherato l'ecobusiness e svelato i segreti del traffico illecito di rifiuti tossici industriali orchestrato dal Re Mida della spazzatura, lo spezzino Orazio Duvia. Da mesi gli uomini della Guardia forestale che svolgono le indagini sulla discarica di Pitelli sospettavano di essere spiati: ieri la scoperta. Tre sofisticati apparecchi, con le dimensioni di una moneta e muniti di minuscole antenne, erano in grado di controllare tutte le conversazioni che avvenivano in casenna. Una microspia era piazzata sotto il tavolo delle riunioni, due sui muri. L'indagine sui rifiuti nocivi era stata avviata dal pm di Asti Luciano Tarditi. Tutti gli indagati erano stati interrogati nella caserma della Guardia forestale, prima ancora che l'inchiesta, per ragioni di competenza, passasse al pm spezzino Silvio Franz. Era il 28 ottobre scorso. Si sospetta che le microspie siano state piazzate in caserma proprio in quei giorni. Con Orazio Duvia finirono in carcere una decina di persone sospettate di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale e alla truffa. Le indagini hanno finora accertato che nella discarica di Pitelli sono finite illegalmente tonnellate di rifiuti tossici e nocivi che sarebbero dovute essere smaltite altrove. Nel grande business si sospettano invischiate anche mafia e camorra, mentre tra gli indagati figurano un ammiraglio e alcuni ufficiali della Marina militare che prestavano servizio presso l'arsenale di La Spezia. Tra i corrotti figurano inoltre sottufficiali della Guardia di Finanza, dipendenti della Usi e dell'Ispettorato provinciale del lavoro. Tutti avrebbero ottenuto da Duvia mazzette, spesso anche di bassa entità, per non ostacolare l'illegalità del traffico. [d. b.)
Persone citate: Duvia, Luciano Tarditi, Orazio Duvia, Silvio Franz
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