«Intervento in Albania ma non da soli»

Il Polo preme per mandare soldati. Bertinotti dice no. Washington elogia il ministro Dini Il Polo preme per mandare soldati. Bertinotti dice no. Washington elogia il ministro Dini «Intervento in Albania, ma non da soli» Il governo: ci muoveremo solo in accordo con gli alleati ROMA. Alle 20 l'ultima riunione di Palazzo Chigi. E come sempre, l'Albania è all'ordine del giorno. Il vertice dura fino alle 23, e l'orientamento che pare prevalere al termine è: sì all'intervento a Tirana, ma non da soli, bensì in stretto coordinamento con i partner europei. Era già successo al mattino, sconvolgendo il programma del Consiglio dei ministri: il governo italiano esamina di ora in ora la delicatissima materia albanese. Che significa problemi interni (oggi il sottosegretario all'Interno Nicola Sinisi volerà in Puglia assieme al capo della polizia, Fernando Masone), problemi militari (Andreatta ha illustrato al Capo dello Stato il successo di una missione di evacuazione per mille occidentali e più), problemi diplomatici (Dini è perennemente al telefono con le capitali europee e con gli Stati Uniti per sostenere l'ipotesi dell'accordo politico). Per questo suo impegno, alla fine della giornata, il governo italiano ha ottenuto i complimenti pubblici dagli Usa. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Nicholas Burns, ha infatti definito lo sforzo diplomatico italiano «un magnifico lavoro politico». La novità dell'ultima ora, che ha costretto i ministri alla riu nione serale, è il mezzo successo di Franz Vranitsky, inviato speciale della Osce. C'è un barlume di accordo tra il nuovo governo e i comitati di undici città insorte. Ma gli albanesi chiedono un aiuto alimentare e di polizia. E il nostro governo, per quanto gli compete, ha cominciato a esaminare la richiesta di Tirana. L'ipotesi di inviare una missione militare internazionale in Albania, in verità, circolava dall'altro giorno. Ne stanno discutendo tutte le cancellerie occidentali, ponderando i prò e i contro. Ne ha discusso anche il governo italiano. I militari sono stati chiamati a dare un giudizio, premettendo che tutti conoscono i rilevanti impegni in Bosnia e in Sicilia. Sennonché ieri mattina, all'improvviso, la questione di un possibile intervento militare in Albania è esplosa nel dibattito politico. E' accaduto quando il sottosegretario Piero Fassino (Esteri) è andato in Senato e ha annunciato: «Si pensa a una missione di polizia internazionale». La destra non solo era d'accordo, ma chiedeva di fare presto. Di partire immediatamente. Mauri¬ zio Gasparri, An: «Serve una missione che imponga la pace senza aspettare che ci siano morti a centinaia come in Somalia o Mozambico». I deputati Fragalà, Cola, Lo Presti, Simeone (An): «Siamo riusciti a "tenere" ben legate le mani al premier Berisha, lasciando aperto il campo alla ribellione». Antonio Martino, For¬ za Italia: «E' opportuno che il governo italiano appoggi la richiesta di una forza di polizia internazionale». Pier Ferdinando Casini, Ccd: «Occorre una forza di pronto in¬ tervento che rimetta ordine». Mirko Tremaglia, Alleanza Nazionale: «Non si può più attendere». Giuseppe Tatarella: «Occorre un intervento dell'Europa e della Nato». Il partito radicale: «L'Unione europea, come l'Onu, è paralizzata di fronte alla tragedia annunciata. L'Albania rischia di diventare un altro argomento di dissertazione». Ma anche l'Osservatore Romano era d'accordo. «Ouesta è l'ora dell'Europa, che deve dimostrare un concreto interessamento. Si tratta di aiutare il neopremier Fino a dare avvio a un nuovo corso politico. Nessuno ha il diritto di rimanere insensibile di fronte alla tragedia di un popolo». Sennonché, sul fonte opposto, si è scatenato Fausto Bertinotti. Convoca i giornalisti e spara a zero: «L'unica cosa che proprio non si può pensare è di risolvere il dramma albanese con un intervento militare esterno che, come sempre, non avrebbe nessun senso». Un intervento durissimo, che ha costretto la maggioranza a raddoppiare le cautele. Ma resta l'orientamento positivo. Valdo Spini, presidente della commissione Difesa, era possibilista: «Se intervento significa parteggiare per qualcuno e entrare nel conflitto, dico no. Avrebbe ragione Bertinotti. Ma se è una forza internazionale di pace, allora dico sì». Ma anche il pds, per bocca di Umberto Ranieri, dava ii suo ok: «La comunità internazionale deve assumere tutte quelle iniziative necessarie per evitare che l'Albania sprofondi nel baratro della guerra civile e dell'anarchia armata. In questo quadro, siamo sicuri che l'Italia assolverà ai suoi compiti e alle sue responsabilità». E Gerardo Bianco, ppi: «E' necessario attivare l'Ueo, servono forze di interposizione». Così può concludere Massimo Brutti, pds, sottosegretario alla Difesa, alla vigilia della riunione serale: «E' possibile una azione internazionale volta a creare le condizioni politiche perché la violenza non si allarghi». Francesco Grignetti liano o». , che riu ppresto, senza attendere stragi come in Somalia pcoinvolgere n ROMA All 20 l'lti ii Spini: evitare di farci coinvolgere nel conflitto Gasparri: occorre fare presto, senza attendere stragi come in Somalia Allo stadio di Tirana un uomo urla per chiedere ai soldati italiani di caricare su un elicottero la figlia per portarla In Italia iroTo reuteri