I marò calano sullo stadio di V. Tess.
I marò calano sullo stadio I marò calano sullo stadio Salvi tra gli spari 93 connazionali TIRANA DAL NOSTRO INVIATO L'uomo si stringe al petto la bambina. L'elicottero è ù in mezzo al prato verde, a portata di mano, la speranza è a portata di mano. Quando gli altri si muovono, l'uomo esita, poi spicca la corsa, seguito da una donna e da un ragazzo. Ma il portellone è già chiuso e il soldato dice no. Negli occhi, l'uomo ha la disperazione. Con le braccia protegge quella piccola e piange. La libellula si è alzata e la speranza volava via. Ma poco dopo un altro eùcottero si è posato sull'erba del campo del «Qemal Stafa», lo stadio accanto al palazzo dell'Università, quello dove giocavano tre squadre importanti: il Partizan, l'Olympic che prima si chiamava Dinamo, e il Tirana, un tempo «17 Novembre». L'uomo ha guardato sconsolato. E si è sentito perduto, quando la libellula si è alzata. Ma ne è arrivata una terza, più piccola. E allora l'uomo ha ripreso coraggio ed è corso di nuovo verso il centro del campo. Ma il soldato ha detto ancora di no, perché aveva ricevuto quell'ordine: s'imbarcano soltanto gli italiani e quelli che hanno il nome sulla lista. «Non posso far nulla per la mia bambina? Lei è grave!», diceva piangendo quell'uomo. Così lo hanno fatto partire, con la famiglia. Così, Dephina Buda, 6 anni, di Berat, andrà a Salonicco, in quell'ospedale dove la cureranno per la leucemia e per una forma di reumatismo articolare acuto, che è una ma¬ lattia del collagene rischiosa per cuore e reni. Nel quarto raid albanese, gli elicotteri italiani hanno raccolto 93 persone. Alle 6 c'era stato già il primo passaggio, con velivoli da ricognizione della Marina militare; alle 8,25 da Sud, da dietro l'Università, si è udito il rombo dei rotori, poi sono spuntati cinque elicotteri, due grandi con la doppia elica e la scritta «Esercito», tre più agili, con l'ancora sulla fiancata. Qualcuno ancora sparava, dopo una notte di fuochi, ma all'arrivo delle libellule le armi hanno taciuto. I due elicotteri hanno piegato a sinistra e poi, i due più grandi, a turno, sono scesi sul campo di gioco, attesi dalla piccola folla e da quell'uomo con la sua bambina. Il muro di cinta dello stadio non è così alto da impedire che i ragazzi lo scavalchino, e qualcuno ce l'ha fatta a vedere i soldati prender posizione, qualcuno ha anche sperato che quei militari rimanessero tutti e magari ne arrivassero degli altri. Ma c'è chi cerca il caos, costi quello che costi, e una raffica di mitraglia ha raggiunto l'elicottero che portava i carabinieri del Tuscania mandati a irrobustire la difesa fino a ieri un po' troppo smilza dell'ambasciata italiana. Preoccupazione, naturalmente, ma nessun ferito. Un ultimo volo, a sorpresa, gli elicotteri italiani l'hanno compiuto nel pomeriggio, alle 14,50, quando hanno riportato a Tirana il primo ministro Bashkim Fino, dopo il colloquio con il rappresentante dell'Osce sulla fregata Aliseo. [v. tess.]
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