«Droga la cella non è sempre una risposta»

La Turco apre la Conferenza a Napoli: «Per scegliere bene ai partiti chiedo di ascoltare e a volte di tacere» La Turco apre la Conferenza a Napoli: «Per scegliere bene ai partiti chiedo di ascoltare e a volte di tacere» «Droga, la cella non è sempre una risposta» E Scalfaro: giustizia e comprensione per detenuti «recuperati» NAPOLI. Il problema, in fondo, è condensato tutto lì, nella storia di Cinzia, evocata da Livia Turco nella grande sala dei congressi della Mostra d'Oltremare. La ministra ne parla perché quella vicenda ò la stessa di mille tossicomani che il carcere può solo rovinare, non certo recuperare. «Cinzia - dice Livia Turco - ha 37 anni, un lavoro di operatrice sociale e un figlio di 22 anni. Da cinque anni non usa più droghe, eppure il 26 marzo dovrà tornare in carcere per scontare un vecchio residuo di pena. Mi chiedo e vi chiedo: è giusto che Cinzia torni in carcere?». Già, è giusto che chi ha sbagliato ma sta lottando per uscire dalla trappola della droga sia condannato a consumare le sue giornate in cella? Insomma, come risolvere il dramma della droga? La seconda conferenza nazionale sulle tossicodipendenze deve rispondere soprattutto a questo interrogativo, che sta lacerando il mondo politico e ha innescato una polemica all'interno della stessa maggioranza. Una polemica che la ministra per la Solidarietà sociale tenta di rintuzzare modificando la prima parte della relazione di apertura dei lavori. «Ai partiti - dice - ricordo che occorre esercitare la pazienza del dialogo e dico che, per potere scegliere bene, bisogna sapere ascoltare e a volte tacere. E a chi ha chiesto le mie dimissioni rispondo che non ho motivo di andarmene, visto che sulla legalizzazione il governo ha deciso di non assumere uria posizione di maggioranza». «Noi rispettiamo i deliberati delle Camere e terremo conto degli elementi emersi», prosegue Livia Turco, che liquida qui le «querelle» politiche che incombono minacciose sulla conferenza. Ora è il momento di parlare di droga e, soprattutto, del futuro dei tossicomani. E eh Cinzia. «E' giusto che torni in carcere?», ripete la ministra rivolta a chi siede in prima fila. E in prima fila c'è il Presidente della Repubblica, che ascolta in silenzio e più tardi risponderà: «Una grazia per una sola persona può essere un passo che squilibra la giustizia. Ci sono casi in cui il recupero è totale, ma la pena prosegue: questo è un tema da affrontare, un problema enorme. Si tratta di mettere insieme giustizia e comprensione» - spiega - per quei detenuti che, pur essendosi macchiati di «un delitto pesante», sono ormai «recuperati totalmente». «Di questo tema ho già parla¬ to il 2 giugno. Occorrono equilibrio, saggezza e umanità». Il Presidente aggiunge che «bisogna dare, insieme agli aiuti, alle strutture e a ogni altra protezione, anche gli ideali, i valori e gli esempi». E conclude con un grazie particolare «a tutti gli operatori impegnati nel settore e che consumano la loro vita per proteggere e recuperare la vita dei giovani». Prevenzione, prevenzione e ancora prevenzione. Nel suo intervento Livia Turco ripete per ben tre volte la parola chiave nella lotta alle droghe, quindi sottolinea la «valenza etica» delle strategie per la riduzione del danno e lancia un appello al ministro Flick per risolvere il problema dei tossicodipendenti in prigione. Glissa sul tema della legalizzazione, un dibattito «sul quale il governo, com'è noto, ritiene di non dover prendere posizione, rinviando le scelte al Parlamento». Insiste, però, su un altro punto importante, la riduzione del danno: «Alla base delle strategie che hanno come obiettivo il calo della mortalità delle patologie collegate con l'uso della droga vi è un'istanza etica, quella dell'accoglienza di tutti i tossicodipendenti». Ed ecco una sfilza im- pressionante di numeri. Secondo il ministero, sono fra i 50 e gli 85 mila i giovani di età compresa fra i 14 e i 20 anni che ogni settimana in discoteca «sballano» con una micidiale mistura di droghe sintetiche e alcol. L'ecstasy impazza: fra i pazienti dei servizi pubblici il consumo di quella sostanza stupefacente è passato dal 10% del'93 al 33% del '95. E poi c'è il problema delle carceri, forse l'unico tema che vede d'accordo tutti i partecipanti alla conferenza al di là della loro appartenenza politica. «Il carcere dice la ministra - non è la soluzione ai problemi della tossicodipendenza. Negli anni fra il '91 e il '94 il 50% dei detenuti è entrato in carcere per reati relativi alla droga. I tossicomani costituiscono quasi il 30% della popolazione totale dei detenuti. La prima cosa da fare, a questo punto, è modificare la legge sulla droga depenalizzando in maniera chiara la detenzione per uso personale. Occorre poi individuare percorsi differenziati all'interno del circuito carcerario per chi ha problemi di droga». Livia Turco insiste sulla necessità di rispettare l'esito del referendum del '93. «Tra le altre cose - conclude -, è importante rivedere le sanzioni amministrative previste dalla legge calibrandole secondo le diverse tipologie dei consumatori di sostanze stupefacenti». Fulvio Milone Il ministro: non ho intenzione di andarmene Rispettiamo i deliberati delle Camere Il Presidente della Repubblica «Su questo argomento occorre equilibrio, saggezza, umanità» «Ci sono casi in cui il recupero è totale, ma la pena prosegue: questo il tema da affrontare» A destra il presidente della Repubblica Scalfaro durante il suo intervento a Napoli A fianco la gradinata dello stadio San Paolo durante la partita della Nazionale cantanti

Persone citate: Flick, Fulvio Milone, Livia Turco, Scalfaro

Luoghi citati: Napoli, San Paolo