Cinque indagati per un duplice delitto

Cinque indagati per un duplice delitto Latina, caccia all'assassino che ha pugnalato più di duecento volte i due giovani fidanzati Cinque indagati per un duplice delitto Interrogati per ore, saranno tutti sottoposti al test del Dna CORI (Latina) DAL NOSTRO INVIATO Sono cincnie gli avvisi di garanzia emessi per consentire la prova del Dna, e trovare quella conferma che da giorni gli inquirenti stanno cercando per dare un nome alla mano che domenica sera si è accanita almeno centoquaranta volte sul corpo di Elisa Marafini e un'altra ottantina su quello di Patrizio Bovi. I due giovani fidanzati della provincia di Latina erano forse colpevoli soltanto di amarsi, come sostengono amici e parenti. 0 forse nascondevano un segreto più grande di loro, a quanto parrebbe dagli avvisi emanati. Dei cinque che saranno sottoposti alla prova del Dna, solo due sono per il momento noti. Piero Agnoni è la prima di queste persone. E' un macellaio, ha 43 anni, abita a Cori insieme con la moglie, il fratello e la madre. Ha un negozio sulla piazza principale di Norma, a pochi chilometri da Cori. Gli inquirenti fin da lunedì lo avevano inserito in cima alla lista dei sospettati e lo avevano torcluato per una notte intera dopo aver trovato una macchia di sangue sui suoi jeans. «Mi sono fatto male sabato» era stata la spiegazione ufficiale fornita dall'uomo, ma due giorni fa l'autopsia aveva rivelato che le centinaia di colpi erano stati infcrti con un coltello particolare. «Da punta e da lama» aveva spiegato il perito, aggiungendo che era lungo, affilatissimo, praticamente identico a quelli che si trovano di norma sui banconi dei macellai. L'avviso a carico di Piero Agnoni è partito immediatamente. Il movente andrebbe cercato fra i meandri più oscuri della passione. L'uomo conosceva bene Elisa, in tanti avrebbero confermato di averlo visto accompagnare spesso la ragazza lungo i pochi chilometri che separano Cori Monte dove era la casa del fielanzato, da Cori Valle, dove era la casa dei genitori. Ma il macellaio conosceva bene anche Patrizio Bovi e avrebbe potuto prestargli ima forte somma di denaro. Al momento eh saldare, di fronte alle tasche vuote di Bovi avrebbe risposto con un sorriso, indicando la ragazza. Bovi - continuano le ipotesi - avrebbe risposto di sì, ma chiedendo una nuova somma di denaro. Il macellaio avrebbe accettato. Bovi avrebbe intascato, ma tenuto ben lontana la ragazza da lui scatenando la sua furia omicida. La seconda persona che dovrà sottoporsi alla prova del Dna è Massimiliano Placidi, 26 anni. E' il giovane che domenica sera accompagnò il padre di Elisa a casa di Bovi. Insieme, i due irruppero in casa scoprendo l'omicidio. Ma il ruolo di Placidi, secondo gh mquirenti, potrebbe essere un altro. In paese le voci corrono, si dice che il giovane sia omosessuale e in grado di procurare per sé e i propri amici cocaina a volontà. Un'ipotesi su cui gli inquirenti stanno lavorando è che Placidi in passato abbia fornito cocaina a Patrizio Bovi. In cambio, non avrebbe ricevuto soldi, ma sesso. Tutto avrebbe funzionato finché qualcosa avrebbe rotto il meccanismo. Non sono ancora ufficialmente noti i nomi delle altre tre persone raggiunte dagli avvisi. A giudicare dalle mosse degli mquirenti, Angelo Marafini, il padre di Elisa, dovrebbe essere fra loro. Probabilmente solo per aver scoperto il cadavere della figlia. 0 probabilmente per chiarire alcuni dubbi, nonostante le dodici ore di interrogatorio di mer¬ coledì notte, insieme con la moglie, e la lunga perquisizione nella sua casa nel centro di Cori. Come mai era così sicuro che dietro il ritardo di domenica sera della ragazza si nascondeva una disgrazia? Come mai si sarebbe fatto guidare proprio da Massimiliano Placidi? Lui alle domande degli inquirenti, per un'intera notte - dalle sette e un quarto di mercoledì sera alle otto di ieri mattina - ha risposto con fasti- dio. Più calmo, qualche ora dopo, intorno alle due, ha risposto anche alle domande del parroco don Ottaviano Maurizi: «Erano le otto e un quarto, poi le nove, poi le nove e mezza. Elisa non rientrava mai dopo le sette e mezza, e io ho il telefonino sempre acceso. Alle midici non ci ho visto più e sono schizzato via. E sono entrato in casa perché sono un ex-maresciallo, conosco i metodi dei carabinieri: bisogna porli davanti al fatto compiuto per sperare che intervengano». E' stato così che Angelo Marafini si sarebbe trovato davanti al coqio straziato della figlia, lo stesso che ieri pomeriggio per l'ultima volta ha visto e a lungo carezzato. La bara, bianca, sarà trasportata questa mattina da Latina a Cori per i funerali. Alla cerimonia sarà presente e benvenuto l'intero paese; vietato l'ingresso solo a cameramen, tv e fotografi. Lo ha chiesto Marafini al parroco e il parroco ha promesso di accontentarlo. Flavia Amabile Droga e sesso tra i possibili moventi Oggi i Umerali Giuseppina Marafini. madre della ragazza uccisa, mentre esce dalla caserma dei carabinieri

Luoghi citati: Cori, Latina, Norma