Si spara a scuola davanti ai compagni

Montecatini: il giorno prima aveva mostrato la pistola a un amico e aveva giocato alla roulette russa ! Giallo a Ostia Montecatini: il giorno prima aveva mostrato la pistola a un amico e aveva giocato alla roulette russa ! Si spara a scuoia davanti ai compagni Sedicenne in coma, da giorni ripeteva: «Mi ammazzo» PISTOIA. «Mi ammazzo», diceva. «Se la mia squadra non vince, mi ammazzo», «Se il compito va male, mi ammazzo»: nelle ultime settimane ripeteva frasi di questo genere in continuazione, poi ci rideva su e i suoi amici con lui, anche se avevano notato questo macabro modo di scherzare. Per questo ieri mattina, quando in classe ha tirato fuori dallo zainetto la pistola e se l'è puntata alla testa dicendo: «Basta, la faccio finita, mi voglio uccidere», lo hanno mandato a quel paese: «Palla finita e muoviti che facciamo tardi alla lezione di educazione fisica». Ma invece della risata questa volta alle loro spalle è risuonato un colpo di pistola. Col terrore negli occhi, hanno visto il loro amico stramazzare a terra, fra i banchi, e una pozza di sangue allargarsi sul pavimento. Così, in un modo agghiacciante e plateale, uno studente di 16 anni del liceo scientifico Comedo Salutati di Montecatini ha cercato il suicidio. Ora lotta tra la vita e la morte in un letto nel reparto di rianimazione dell'ospedale fiorentino di Careggi, dove nel pomeriggio è stato tra- Un mazzo di fior sferito da quello di Pescia. I medici, dopo averlo sottoposto ad una Tac, lo hanno giudicato in coma irreversibile, le sue condizioni sono disperate, la speranza che possa salvarsi ridotta al lumicino. I genitori (il padre è impiegato alla Telecom, la madre ha una merceria a Massa e Cozzile, il paese dove abita la famiglia), gli amici, gli insegnanti non sanno darsi ima spiegazione di ciò che è accaduto. Il ragazzo non sembra abbia problemi in famiglia né con i compagni di classe, il suo rendimento a scuola è buono così come quello nella squadra di pallacanestro della quale è uno dei pilastri. Non ci sono coinvolgimenti sentimen¬ tali che, in alcuni casi, sono stati alla base di tragedie simili. La tragedia alle 9,20 di ieri mattina, proprio mentre la maggior parte degli alunni, dei professori e dei custodi del liceo Salutati era riunita per partecipare alla cerimonia in ricordo di un tragico episodio avvenuto esattamente venti anni fa, con sfortunati protagonisti due alunni dell'istituto. Era il 1977 quando due fratelli che frequentavano il liceo Salutati rimasero vittime di un incidente mentre facevano un'escursione sulle Alpi Apuane. La famiglia dei due giovani da allora istituì una borsa di studio e ieri era in corso la cerimonia di consegna quando nel liceo è rim¬ bombato il colpo di pistola. Per sparare il ragazzo ha usato una pistola Smith e Wesson calibro 22 a tamburo, regolarmente denunciata, che apparteneva al nonno materno, deceduto due anni fa. L'arma era custodita dalla nonna nella sua abitazione di Montecatini insieme ad una scatola di proiettili. Evidentemente nei giorni scorsi il ragazzo era riuscito, con un sotterfugio, ad impossessarsene senza che né la nonna, né i genitori si accorgessero di qualcosa. A prestare i primi soccorsi al ragazzo agonizzante è stata una professoressa che stava facendo lezione nell'aula di fronte a quella dove si è consumato il dram¬ ma. Richiamata dalle urla eh chic compagni di classe, atterriti per quello che avevano visto, si è precipitata verso il ragazzo ferito: «Rantolava e si muoveva appena - ha raccontato con le lacrime agli occhi - ma non era in grado di parlare». Poi è intervenuta un'ambulanza della Misericordia di Pieve e Nievole che ha trasportato il giovane all'ospedale di Pescia, una decina di chilometri da Montecatini. Successivamente è stato consigliato il trasferimento al Policlinico di Careggi, a Firenze, meglio attrezzato per fronteggiare una situazione di estrema gravità. Mentre la vita del giovane studente rischia di spegnersi da un momento all'altro («Solo un miracolo lo può salvare», dicono ì medici), si accendono gli interrogativi su cosa lo abbia spinto a quel gesto. Forse è stato un atto eh spavaleleria, un modo per impressionare gli amici. 0 forse una specie di gioco, una «roulette russa». Uno dei suoi amici ha raccontato che l'altro ieri gli aveva mostrato la pistola e ci aveva giocato. Ma la pistola era scarica. Francesco Matteini Un mazzo di fiori sul suo tavolino: così i compagni hanno voluto ricordare lo studente suicida

Persone citate: Francesco Matteini

Luoghi citati: Firenze, Massa E Cozzile, Montecatini, Pescia