l'uomo del metrò un incubo a Milano

Dalle indagini sulla donna ferita non spunta alcun movente. Prende corpo la pista del folle Dalle indagini sulla donna ferita non spunta alcun movente. Prende corpo la pista del folle l'uomo del metrò, un incubo a Milano Gli inquirenti: potrebbe colpire ancora MIIANO. Per non evocare altri incubi lo chiamano solo l'«uomo della metropolitana». Di lui, alla polizia, sanno ben poco: che e alto un metro e ottanta, che ha circa trent'amii, che ha già spinto una donna sui binari del metrò e che - soprattutto - potrebbe rifarlo. «Per adesso possiamo solo incrociare le dita», scuote la testa il capo della squadra mobile Lucio Carluccio, alle prese con questa storia senza un perche, senza uno straccio di movente che leghi Genoveffa Nuzzo al suo assassino mancato. E' un giallo, dicono tutti. Già pubblicato, in realtà. Lo ha scritto Carol Brennan, si chiama «In the dark» ma in italiano è stato tradotto come «L'amnesia». Mondadori lo ha mandato in stampa a gennaio e chissà che ['«uomo della metropolitana» non si sia ispirato proprio a quelle pagine. Le analogie sono molte, troppe. Nel libro si parla di New York, il metrò è quello diretto a Brooklyn. La protagonista si chiama Emily Silver Otis. Ed è lei, in prima persona, che racconta: «D'improvviso una spinta violenta nella schiena mi fece perdere l'equilibrio. Un'altra spinta mi fece sbandare e mi gettò al di là del bordo del binario». Racconta, la protagonista del libro: «"Noi", gridai mentre cadevo, impotente come una bam¬ bola di pezza. Atterrai senza fiato, distesa di stomaco sui binari (...) Il treno avanzava come al rallentatore. Era a sei metri da me. A tre. L'azione al rallentatore esplose in una velocità pazzesca». Alla donna del libro basta poco, per andare al di là dei binari, in salvo. Genoveffa Nuzzo, 40 anni, un figlio di 11 anni e un bar col marito, non ha quel guizzo. Si salva soltanto perchè il macchinista del treno aziona con tempismo il freno rapido. Ma le sue condizioni sono ancora gravi. Ricoverata con prognosi riservata all'ospedale di Niguarda, non può ancora parlare, non può ricordare quei dieci secondi alla fermata della linea gialla Sondrio, quando il treno entra nella stazione e quell'uomo la spinge violentemente con due mani. «Potrebbe essere stato un gioco, potrebbe essere stato uno scippo finito male», non esclude nulla il capo della mobile. «Nemmeno che sia stato il gesto di un folle», conclude con l'ipotesi più agghiacciante, Quella che in assenza di altri moventi continua a essere la più seguita. «Non abbiamo niente da nascondere, siamo una famiglia normale che fino a ieri conduceva una vita normale», allarga le braccia Marcello De Donnantonio, il marito della donna, che non sa darsi pace per quello che è successo. Poi aggiunge: «Né io né lei abbiamo paura, perché non avevamo alcun nemico». In realtà l'uomo, pochi mesi fa aveva presentato una denuncia per truffa contro due persone che gli avevano ceduto le quote eh un bar. Ma gli inquirenti sono scettici sul fatto che da lì, possa esserci un legame con l'agguato nel metrò. «Di una cosa siamo certi, che il gesto eh spingere la donna è stato intenzionale», affermano in questura. Dove hanno ricostruito le abitudini della dorma, che ogni mattina prendeva quel metrò. Sempre alla stessa ora, ma solitamente più tardi di mercoledì. Quando alle 9 e 45, qualcuno l'ha spinta. «Sulla banchina in attesa, mercoledì mattina, c'erano una ventina di persone. Solo quattro sono state interrogate. Qualcuno potrebbe aver visto meglio l'aggressore, non abbiamo nemmeno un identikit dettagliato», lancia un appello il capo della mobile milanese. Verissimo, perché chi ha visto quell'uomo spingere la donna e poi scappare, lo ha visto di spalle. E quei pochi dati - corporatura regolare, niente barba e baffi, jeans e giubbotto forse di pelle, forse verde scuro - si attagliano a migliaia di persone. «Stiamo facendo tutti i controlli, la vigilanza all'interno delle stazioni è stata potenziata», spiegano in questura. E si sa che da ieri mattina anche carabinieri e vigili urbani, pattugliano le banchine. Un lavoro immenso. quasi impossibile controllare le centinaia di migliaia di persone che ogni giorno usano le tre hnee del metrò. Ci sarebbe la denuncia di un'altra persona, che giura che qualcuno l'ha spinta, facendola cadere a terra proprio mentre arrivava il metrò alla stazione Centrale ferroviaria. Giura anche di essersi slogata un polso e eh essere viva per miracolo. Ma gli inquirenti credono poco alla denuncia di R. M., 31 anni, una vita difficile alle spalle. Le sue parole stese a verbale sono troppo simili a cnianto hanno scritto i giornali. Fabio Poletti La vittima è sempre in gravi condizioni Rafforzati i controlli su tutte le linee L'assassino mancato potrebbe essersi ispirato al giallo «L'amnesia»: molte le analogie [potevo perderlo. OwSl* L ?*w ,ro™°- Non [schieri» m^sstSSSSS^ZSnS sp.,',,a vio'ent* ««Ha W«! - gridai H*mrae»d£! <fcl binario.- M»ft«r». Ero iniomltaooSV"di stomaco sui [non mo!,„ ionla^^^^^^opjfi latito, ««dio fmido delia Se™.™ ì?-*™ .monda 5o- » fdfatewe ne/fe orecchie e"Bncfa c uf! «Melaci e fci ^1 carufo. Cerchi WStavo***,, avanti aimfeioecfci,SSlw*«T^ u s^ menine I»i^/KS £ '«««reme. ticuo mi cervella on"ava ton,e m una specie di futa «STMXr^X'&^ birnr? Da violai (òrtola. ««.'edizione? Buttati Genoveffa Nuzzo, e un passo del giallo «L'amnesia»

Persone citate: Carol Brennan, Emily Silver Otis, Fabio Poletti, Genoveffa Nuzzo, Lucio Carluccio

Luoghi citati: Milano, New York, Sondrio