Il Cavaliere: rinuncio ai telefonini di Roberto Ippolito

Verso l'accordo su Tv e antitrust; rinvio al 2001 per Rete 4 via satellite? Verso l'accordo su Tv e antitrust; rinvio al 2001 per Rete 4 via satellite? Il Cavaliere: rinuncio ai telefonini «Con questa maggioranza non avremo mai la concessione» ROMA. Il gran rifiuto. Silvio Berlusconi non vuole più i telefonini, finora tanto desiderati. Il leader dell'opposizione svela a tavola, ospite dell'Associazione della stampa estera, i piani come imprenditore. Annuncia che alla gara per il terzo gestore dei cellulari non ci sarà un'offerta della Mediaset (il raggruppamento con le tv Fininvest, l'impero berlusconiano). Il Cavaliere precisa anche di non puntare a diventare azionista dell'Omnitcl, il gestore privato dei telefonini che fa capo all'Olivetti ancora legata al rivale storico, Carlo De Benedetti. Il gran rifiuto coglie di sorpresa il ministero delle Poste, guidato da Antonio Maccanico, finora a conoscenza dell'interesse di Mediaset a espandersi dalla tv ai telefonini. Fra l'altro, per il momento, la gara per il terzo ge- store in realtà tarda ad arrivare: Maccanico si è limitato a studiare la procedura. Il ministro ha dato l'impressione di voler promuovere la gara solo quando avrà sbloccato il disegno di legge con le norme sull'authority per le telecomunicazioni (necessaria per privatizzare la Stet) e sull'antitrust (i limiti all'attività dei gruppi tv). Oggi pomeriggio Maccanico discuterà con il presidente del Consiglio Romano Prodi il testo dell'emendamento preparato per mettere tutti d'accordo, maggioranza e opposizione. L'emendamento (la cui presentazione in commissione al Senato è slittata da ieri a lunedì) è basato su questi punti: terza rete Rai senza pubblicità; Rete 4 di Mediaset trasmessa via satellite; validità delle concessioni fino ad aprile 1998 con possibile proroga per l'adeguamento al nuovo sistema. In teoria non c'è un collegamento diretto fra l'accalorato di¬ battito sul futuro della tv e l'affare dei telefonini. Tuttavia per i cellulari, alla stampa estera, tra una portata e l'altra, Berlusconi si descrive come vittima designata: «Non c'è alcuna speranza che Mediaset possa avere la concessione per i telefonini da questa maggioranza». L'annuncio non coglie di sorpresa solo il ministro: spiazza la stessa Mediaset che da tempo si prepara alla gara. C'è imbarazzo al suo interno: la proprietà va da una parte, i manager dall'altra. Il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e l'amministratore delegato Ubaldo Livolsi hanno ripetutamente definito strategico l'ingresso nei telefonini. Ingresso indicato anche nel prospetto con il quale la società è stata presentata alla Borsa. Per partecipare alla gara per il terzo gestore, Mediaset ha formato un consorzio con l'inglese Bt, l'americana Gte, la norvegese Telenor e la Bnl. La partecipazione al consorzio non è stata ritirata. Fra l'altro da anni Berlusconi pensa ai telefonini: perse la gara per il secondo gestore vinta dall'Omnitel il 28 marzo 1994, mentre vinceva le elezioni politiche. Come mai si tira indietro? A cosa mira? La discussione sull'emendamento di Maccanico è estranea? Il progetto del ministro assicura la simmetria (stesso numero di reti per Rai e Mediaset) richiesta dall'opposizione. Ma Berlusconi chiede il maggior tempo possibile per adeguarsi al nuovo sistema. «2001 Fede nello spazio» è lo slogan di Confalonieri che vuole tardare al massimo il passaggio al satellite di Rete 4 (Tg diretto da Fede). La proroga è uno degli aspetti controversi dell'emendamento di Maccanico, la cui presentazione è slittata a causa del vertice di maggioranza sull'occupazione. «Si cerca un compromesso responsabile che non tradisca lo spirito della riforma che punta al superamento del duopolio RaiMediaset» dice il sottosegretario Michele Lauria. Ci sono resistenze di Rifondazione. Ccd e An sollecitano nuove regole per l'elezione del consiglio di amministrazione Rai. E Berlusconi non gradirebbe il trasferimento delle sue frequenze superflue al gruppo Cocchi Gori (candidato a diventare il terzo polo): avrebbe chiesto che Cecchi Gori paghi le frequenze. Roberto Ippolito Il ministro delle Poste Antonio Maccanico oggi pomeriggio incontrerà il presidente del Consiglio Romano Prodi per definire il testo dell'emendamento al disegno di legge sulle telecomunicazioni Il «gran rifiuto» a sorpresa stupisce anche i vertici di Mediaset

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