Traversata delle due Albanie

Traversata delle due Albanie Il Comitato del Sud a Berisha: dimettiti o attacchiamo. Quello del Nord: posate le armi Traversata delle due Albanie Da Saranda verso Nord, 200 km senza una divisa SULLA STRADA DA SARANDA A TIRANA DAL NOSTRO INVIATO «Amico, non si può. Troppo rischio, troppi banditi, e la mia macchina è targata Tirana...». Flamur l'autista ha ragione. Da Saranda a Tepelene le bande si sono messe al lavoro anche di giorno. Nella notte avevano dato l'assalto al minimarket che sta dietro la piazza. E ormai, nel Sud del Sud dell'Albania, attorno all'Argirocastro del primo ministro Baskim Fino, più che insurrezione è cronaca feroce e nera. E allora via da Saranda in direzione Nord, a Tirana se va bene, e a Scutari che è più su se andrà benissimo. E andrà bene. Via lungo la costa con una Mercedes targata Saranda che farà da scorta, l'autista Luli con il Kalashnikov sotto il sedile. Strada balorda e deserta, a picco sul mare, tra ulivi, limoni, aranci e asini al pascolo con le zampe legate da stracci. Quando vede una Mercedes blu, di quelle nuove e belle, Flamur chiude il finestrino e rallenta: «Macchina di banditi, erano dei capi della polizia e adesso le hanno prese loro». Flamur butta giù una bustina di bicarbonato romeno. Nessun problema per i gazetarj, i giornalisti. A Himare, le donne vendono acqua, insalata selvatica e formaggi di capra. Gli uomini hanno tolto il posto di blocco, perché il confine con quel che resta dell'Albania di Berisha si è spostato sempre più a Nord. Due ore di strada e tranne le Mercedes blu nessun'altra macchina in cammino. Sui tornanti che portano ai 1025 metri del Monte Llogare è ferma una vecchia Alfa Romeo bianca ancora targata Bergamo: una donna presa dal mal d'auto vomita e l'uomo sembra farle fretta. A Orikum si entra nella provincia di Valona, la prima città liberata. Due mitragliatrici bloccano il ponte sul- pidamente verso l'anarchia. Ieri il dipartimento di Stato non escludeva di coinvolgere la Nato e Burns ha tenuto a sottolineare che il segretario di Stato Madeleine Albright ha avuto un lungo colloquio telefonico con il suo collega tedesco Klaus Kinkel. Alla Farnesina molti sono convinti che un coinvolgimento degli Stati Uniti in questa fase potrebbe avere un effetto stabilizzante sulla situazione. E si vuole comunque evitare di ripetere l'errore compiuto nella crisi jugoslava, quando gli europei tentarono invano di trovare una soluzione e furono poi costretti a chiedere l'aiuto degli Stati Uniti. Una volta coinvolti nella crisi, gli Usa presero la situazione in mano e misero in serio imbarazzo l'Unione europea. Andrea di Rob'tant l'Ourcat. Gazetarj? Via libera fino a Valona, la costa dei traffici e del contrabbando, la base dell'economia illecita e sommersa, quella sconvolta dal buco delle società finanziarie. Qui 'ove anche sulle baracche con il tetto di canne c'è un'antenna parabolica. Luli, l'autista armato di Saranda, dopo tre ore di guida chiede una sosta di qualche minuto. Un paio di biscotti e così, per far sentire alia pineta che anche lui ce l'ha con Berisha, per far sapere che con le finanziarie ci ha rimesso 100 mila dollari, comincia a sparare con il Kalashnikov. E ride, il rivoluzionario da contrabbando. A Valona i posti di blocco sono carcasse d'auto zavorrate da pietre. Sulla piazza del municipio la bandiera rossa dell'Albania è sul pennone a mezz'asta. Luli, che fa da apripista, s'infila in un vicolo a velocità folle. Qui lo conoscono bene, prima del suo tassì verde chissà quanti viaggi con il motoscafo. Si ferma davanti ad una saracinesca, dentro c'è una sala biliardo, e butta il Kalashnikov a un amico. «Non so cosa incontro sulla strada, se ce la faccio arrivo a Tirana. Passo a prenderlo domani». Ma sulla strada non s'incontrerà nulla, né un poliziotto né un soldato. Più Tirana s'avvicina e più l'Albania si è squagliata. Appena fuori Valona, a Mifol, otto mine anticarro minacciano il ponte sulla Vjoses. Ancora 40 chilometri e c'è Fier, ultimo avamposto conosciuto dei soldati di Berisha. In mezzo alla strada c'è un cartello con la scritta «Alt Polizia», ma non c'è più la polizia. Duecento metri più avanti c'è una moto azzurra della polizia, ma non c'è più il poliziotto. In mezzo alla piazza c'è un vigile urbano che smista il traffico, sarebbe la prima divisa a 200 chilometri da Saranda, ma è un volontario del «Comitato» che si è messo il cappello blu e rosso da poliziotto. Anche Fier è in mano agli insorti, appena fuori sparano al cielo e siamo a soli 100 chilometri da Tirana. Sul ponte di Kolonje sono parcheggiate Mercedes targate Valona con il bagagliaio aperto: stanno distribuendo (vendendo?! armi e munizioni a ragazzini e contadini che se ne andranno in bicicletta, il mitra a tracolla. In cambio hanno lasciato agnelli e pecore, ne stanno già scuoiando una. A Kavaja, mezz'ora da Durazzo, i due carri armati dell'esercito albanese hanno i cannoni puntati su Tirana. A Durazzo il più grande mercato mondiale dell'auto rubata è deserto. «Non era mai successo», osserva Flamur. Il porto è chiuso, da Trieste non arriva più il traghetto carico di Mercedes. I contrabbandieri sono scesi al porto, a trafficare con chi vuol partire. Tirana, dopo sei ore e 350 chilometri, è quasi raggiunta. Il traffico in uscita aumenta. Passa il fuoristrada dell'ambasciata italiana, che scorta le troupe Rai fino al porto di Durazzo, o comunque al sicuro in attesa del ritorno a casa. E' già periferia e ora è Flamur ad aprire la strada. «Ma queste erano caserme!», si stupisce. Escono ragazzini con elmetto e scudo, escono giovani soldati di leva che hanno deciso di disertare e implorano un passaggio verso Sud. «Ormai di Albanie ce ne sono due - capisce Flamur -, la casa di Berisha e tutto il resto del Paese. Chissà cosa succede più a Nord...». Flamur rallenta. Chi sta uscendo dalla città è carico di sacchi di tela grezza, è gente imbiancata, come fantasmi spingono biciclette, carretti, asini, muli, cavalli, riempiono macchine. Sacchi di farina. «Questa era la fabbrica del pane», guarda Flamur. Saccheggiata proprio in questo momento. Svuotano anche i due silos pieni di grano. E qui c'è tutto il dramma dell'Albania disperata, dalle cavallette all'assalto ai forni. C'è chi spara e Flamur prende una scorciatoia per il centro. Armi in distribuzione nelle strade. E poi sparano anche per provarle, per insegnare come si fa, magari qualche apprendista ci lascia una mano o la pelle. Davanti al Parlamento c'è ancora un soldato, il tempo di annotarlo ed è già sparito. Ora Flamur è arrivato all'hotel Europa park, al centro dell'assedio di Tirana. «Non possiamo più uscire, ora viene il buio e tenteranno di catturare Berisha. Ci vedremo all'alba...». Flamur ci sarà di sicuro. Berisha forse no. Giovanni Cerruti Nella foto I un autobus ^^^P carico di civih in fuga fv^jjjiM e un carro 1P@H sulla strada che ™^j§T da Argirocastro porta a Valona Qui sopra un gruppo di cittadini britannici seduti ...t.jx sui bagagli davanti alia sede diplomatica ., jfy del loro Paese in attesa i|p|fl| di essere ^^18 sgomberati ^^g^g |roTO ANSA] a, albanesi carichi razziati agazzino. La foto presa ieri pomeriggio aeroporto di Tirana n ragazzino [FOTO ANSA] Lo Stato si è dissolto I soldati barattano armi con pecore I tank in mano agli insorti sono puntati sulla capitale Prima immagine all'arrivo in città l'assalto al deposito della farina A sinistra, albanesi carichi di, viveri razziati da un magazzino. La foto è stata ripresa ieri pomeriggio vicino all'aeroporto di Tirana Sotto, un ragazzino COl fucile [FOTO ANSA] Staffetta tra 4 elicotteri e due navi nello Ionio Lo sgombero in stretto coordinamento con l'Italia A Fier, avamposto della rivolta un «vigile» dei ribelli dirige il traffico Nella foto I un autobus ^^^P carico di civih in fuga fv^jjjiM e un carro 1P@H sulla strada che ™^j§T da Argirocastro porta a Valona Qui sopra un gruppo di cittadini britannici seduti ...t.jx sui bagagli davanti alia sede diplomatica ., jfy del loro Paese in attesa i|p|fl| di essere ^^18 sgomberati ^^g^g |roTO ANSA]