Ponte aereo della U.S. Navy per salvare 2000 americani

Ponte aereo della 11. S. Navy per salvare 2000 americani Ponte aereo della 11. S. Navy per salvare 2000 americani WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'amministrazione Clinton si è decisa. Di fronte al precipitare della situazione in Albania ha ordinato ieri la rapida evacuazione di circa duemila americani con l'uso di elicotteri e mezzi anfibi della U.S. Navy che incrociano nello Jonio. «La situazione è peggiorata in modo drammatico», ha spiegato il portavoce del dipartimento di Stato Nicholas Burns. «E a nostro avviso è destinata a peggiorare ancora. Questa valutazione ci ha spinto a muoverci subito per evacuare gli americani con mezzi militari». Le operazioni sono cominciate ieri sera quando quattro elicotteri Chinook sono atterrati a Tirana. Un primo gruppo di circa cinquanta americani, prevalentemente bam¬ bini, è stato già evacuato e portato a bordo di due navi che transitano al largo della costa albanese. Burns ha detto che le operazioni proseguiranno oggi e domani. «La decisione di usare mezzi militari è stata presa ieri dopo la chiusura dell'aeroporto di Tirana. Fino a quel momento speravamo che i civili intenzionati a partire potessero lasciare il Paese con dei regolari voli di linea». L'ambasciata rimarrà comunque aperta, con il personale ridotto a 17 persone. Gli americani in Albania sono prevalentemente volontari dei Peace Corps e funzionari delle organizzazioni umanitarie internazionali e di varie agenzie federali. Ma il numero inaspettatamente elevato - duemila persone senza contare i 180 diplomatici e i familiari - ha destato una certa sorpresa negli am¬ bienti diplomatici. L'evacuazione viene condotta in stretto coordinamento con l'Italia (ieri c'era un via vai di diplomatici tra l'ambasciata a Washington e il dipartimento di Stato). E non si esclude che possa portare ad un coinvolgimento diplomatico più diretto degli Stati Uniti nella crisi albanese. Ieri sia l'Italia sia l'Albania hanno chiesto «una riunione urgente» del Consiglio di sicurezza alle Nazioni Unite. L'Italia ha proposto una risoluzione nella quale si chiede l'immediata restituzione delle armi e delle munizioni rubate nei depositi militari. La speranza è che un pronunciamento da parte dell'Orni possa in qualche modo calmare la situazione in Albania. Ma al Palazzo di vetro già si parla di eventuali passi successivi, come quello di or¬ ganizzare una vasta operazione umanitaria sotto egida Onu per riportare ordine nel Paese e tentare di ricomporre un quadro politico credibile. La partecipazione degli Stati Uniti sarebbe indispensabile in uno scenario del ge¬ nere. Ma la Casa Bianca si muove con estrema cautela, consapevole del fatto che il Congresso vede con sospetto qualsiasi operazione che ricordi la débàcle della Somalia. Ieri l'attenzione dell'am¬ ministrazione Clinton era concentrata sui problemi logistici legati all'evacuazione. Ma a Washington si cerca comunque di capire quale sia il modo più efficace di affrontare la crisi albanese ora che il Paese sembra muoversi ra- y n a e E i a e e. e

Persone citate: Burns, Clinton, Nicholas Burns, Peace