La Cassazione condanna il film col falso Totò

La Cassazione condanna il film col falso Totò La figlia vince il ricorso La Cassazione condanna il film col falso Totò ROMA. Liliana De Curtis, figlia di Totò, ha vinto la sua battaglia: la Cassazione ha accolto il ricorso contro la Sperlari. La signora aveva contestato l'uso di un marchio per vendere cioccolatini, composto «da un disegno e da una particolare grafia, in guisa da formare la parola Totò e da richiamarne l'immagine». Ha avuto ragione: per la Cassazione non si fa la caricatura di chi non esiste e non si stilizza senza motivo un elemento che non è reale. Una caricatura infatti è tale se presuppone «un'identità precisa e riconoscibile di riferimento». Insomma, mento storto, occhi a mandorla e il diminutivo Totò, anche se solo disegnato, potrebbero richiamare, nell'immaginario collettivo, il grande principe De Curtis, attore arcinoto. E deve essere preso in considerazione il fatto che si possa cercare un'immagine che colpisca, un nome che attiri per vendere sul mercato. [Agi]

Persone citate: De Curtis

Luoghi citati: Roma