« La mia voce fuori dal coro» di Pierangelo Sapegno

«Hanno invitato associazioni che non c'entrano» « La mia voce fuori dal coro» Muccioli jr: parlerò per tutti gli esclusi IL LEADER DI «SAMPA» COMINCIA a Napoli, la conferenza sulla droga. Andrea Muccioli fino a poco tempo fa aveva detto che non ci sarebbe andato. «Non mi hanno invitato», spiegò una volta. E adesso? «Invece ci vado. Credo che parlerò sabato mattina». Cos'è cambiato in questi giorni? «Ho avuto modo di parlare con il ministro, Livia Turco. Lei m'ha cercato, dopo che avevo denunciato pubblicamente il modo in cui questa conferenza era stata impacchettata e preparata. Le ho detto che non avevo nessuna intenzione di andar lì a fare passerella. Uno non va in nessun posto se non è desiderato o invitato». E lei, il ministro? «Questo invito l'ha fatto. Ma io avevo bisogno di sapere quale contributo si voleva davvero da parte di San Patrignano, che è in fin dei conti la comunità più grande del mondo. E le ho detto: voi mi dovete chiedere un contributo specifico sul nostro completo di- saccordo per quel che riguarda la politica di riduzione del danno. Allora sì, vengo». E ve l'ha dato... «Poi, le ho detto che avrei parlato in nome e in rappresentanza di tutta quella parte del volontariato lasciata ai margini del convegno». Cioè chi? «Parlo di don Chino Pezzoli, della comunità Emanuel, di Mondo Nuovo, di Alfa Omega. Parlo di migliaia e migliaia di ragazzi ospitati, che sono tutti d'accordo sulle nostre posizioni. La politica di riduzione del danno è qualcosa di molto complesso che riguarda un modo di intendere la lotta alla tossicodipendenza. Dal '93 a oggi sta passando questa linea e si tende a mantenere il tossico nel suo stato di disagio, ad avallare la tossicodipendenza come una vita normale. In Emilia Romagna c'è una proposta che spiega molte cose: vogliono mettere dei pulmini fuori dalle discoteche per analizzare la bontà o meno delle pastiglie di anfetamina. Se son buone, gli dicono potete prenderle. Que¬ sto è un sostegno evidente di quella cultura dello sballo che porta i giovani alla rovina. Le amfetamine provocano lesioni cerebrali irreversibili. Se continua così fra qualche anno avremo una popolazione di cerebrolesi». Ma a parte questo le sue perplessità sulla conferenza sono cadute? «No, nessuna. Sia chiaro, per carità: la nostra storia è quella di chi si tira su le maniche prima di parlare. Noi non voghamo criticare. Dirò dopo Napoli se avevo ragione. Certamente, mi rimangono tutti i dubbi su come è stata preparata». E come è stata preparata? «Beh, ci saranno la sinistra giovanile, i centri sociali di qua e di là, ci sarà il Cora, l'Arci gay...». L'Arci gay? E cosa c'entra? «Me lo deve dire la Turco. A me risulta che abbiano invitato associazioni di questo tipo che nulla hanno a che fare con la lotta alla tossicodipendenza. In compenso, sono state lasciate fuori decine e decine di comunità che hanno esperienze specifiche sul campo. E questo è semplicemente scandaloso». Il voto di ieri alla Camera, però, è un segnale in controtendenza, non le pare? «Io vorrei parlare fuori dal coro. Sono contento, è ovvio. Ma pur compiacendomene, credo che i rapporti di forza espressi dal Parlamento non rappresentino in realtà la società civile. A Roma si è vinto ai punti, mentre i sondaggi parlano del 70 per cento della gente a favore nostro. Che ci siano questi margini esigui è una cosa pericolosa». Ma quel voto inciderà sulla conferenza? «Spero. Dipende da quanto è stata blindata. Vorrei che si mettessero la mano sulla coscienza: abbiamo sbagliato qualcosa, parliamone». In ogni caso non è da solo in questa lotta, no? «Guardi. Io sono esterrefatto nel notare come ci siano persone e comunità che io ho ammirato fin da bambino e che adesso sembrano disposte a trasformare i propri centri in ostelli. Questo la dice lunga su come il sistema pubblico si sia impadronito del privato». A chi si riferisce? «Nomi no. Credo si capisca. C'erano anche sulla stampa di oggi». Ma a Napoli crede che sarà il solo a pensarla così? «Io non mi sentirò solo perché rappresenterò deeme di comunità. E' quello che ho chiesto». Don Mazzi ci sarà, no? «Sì. Lui e gli altri». Non sono sulle sue posizioni? «Io non voglio dire quali siano le posizioni di don Mazzi e degli altri. Spero che trovino sempre la stessa coerenza e la chiarezza nell'affennare gli stessi principi della dignità e della difesa dell'uomo». Va be', Muccioli, non sembra troppo ottimista prima di Napoli... «La verità è che oggi va di moda la cultura dello sballo. Noi lottiamo tutti i giorni contro questa realtà. Vorrei che gli ideologi della legalizzazione venissero a stare un po' da noi. Queste personcine, anziché farsi le canne nei salottini radicalchic, perché non passano un po' di tempo con i tossici, in mezzo ai loro drammi? Poi potrenuno riparlarne». Pierangelo Sapegno «Hanno invitato associazioni che non c'entrano» Andrea Muccioli, figlio di Vincenzo fondatore di San Patrignano

Persone citate: Alfa Omega, Andrea Muccioli, Chino Pezzoli, Livia Turco, Mazzi, Muccioli

Luoghi citati: Emilia Romagna, Napoli, Roma