Dalla parte di chi soffre

Dalla parte di chi soffre «Essere contro la droga non significa essere contro chi la usa» Dalla parte di chi soffre « c ONTRO la droga, cura la vita» ò il titolo della Seconda Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze che si apre oggi a Napoli. Non è una scadenza formale, un semplice adempimento della legge 309 del 1990 che prevede ogni tre anni una verifica della situazione, ascoltando gli operatori pubblici e privati che lavorano sulla prevenzione e riabilitazione, e riferendone i risultati «al Parlamento, anche al fine di individuare eventuali correzioni alla legislazione antidroga dettate dall'esperienza applicativa», come recita l'articolo 1 della stessa legge. Proprio il fatto che positivamente la normativa abbia previsto questa periodica verifica ci dice, preliminarmente, una grande verità che troppo spesso viene dimenticata: specie su questa difficile realtà, non ci sono ricette magiche e «verità rivelate», bisogna invece avere la serietà, la pazienza e l'umiltà di procedere per tentativi, per verifiche e rettifiche progressive. Questo significa che le voci che si sono alzate, anche in questi giorni, per dire che la legge del '90 non si tocca, non fanno i conti con questa verità e nemmeno con quanto stabilito proprio da quella legge. Ogni atteggiamento pregiudiziale, ogni arroccamento ideologico, ogni logica di sterile contrapposizione non rendono dunque un buon ser- vizio a nessuno: in primo luogo a chi vive il problema sulla propria pelle, tossicodipendenti e famiglie, a chi opera nei servizi pubblici, nelle comunità o nelle strutture di accoglienza; ma nemmeno a tante altre realtà e competenze che sono investite ed hanno ruolo rispetto a questi problemi: i servizi sociali, gli amministratori locali, le agenzie educative. E non dimentichiamo gli operatori carcerari e giudiziari: proprio da loro, con più nettezza, sono venuti segnali di una insostenibilità della situazione attuale. Bisogna, insomma, discutere nel merito, confrontarsi sulle esperienze concrete realizzate in questi anni, non sull'astratto delle opzioni culturali e politiche che, in questo caso, rischiano di sviare le attenzioni e di non sapere cogliere i problemi e i bisogni nuovi che sono emersi. Basti dire del fenomeno delle cosiddette «nuove droghe» e dell'ecstasy in particolare, che si va sempre più diffondendo, senza che si siano ancora messe a fuoco le politiche e i servizi più adeguati a farvi fronte. Da mesi il ministro per la Solidarietà Livia Turco è fortemente impegnata per preparare la Conferenza; con lei 15 gruppi di lavoro hanno lavorato senza sosta sui tanti aspetti che concorrono a comporre una "fotografia" reale e documentata della situazione. I temi trattati, ognuno dei quali è stato condensato in altrettante relazioni, sono indicativi della necessaria complessità con cui occorre guardare alla questione droghe: le politiche di prevenzione, la rete integrata dei sei-vizi, le strategie di riduzione del danno, l'alcoldipendenza, le droghe leggere, l'Aids e il carcere, gli aspetti epidemiologici, la formazione degli operatori, gli organismi internazionali, le nuove droghe, il ruolo delle città, le periferie urbane, per citarne solo alcuni. Da oggi e per tre giorni centinaia di operatori sono a Napoli per confrontarsi e integrare tali relazioni, per portare un fondamentale contributo di esperienza e di competenza, per fare bilanci e anche per indicare strade nuove, priorità, esigenze. Certamente, anche qui, vi sono visioni o sottolineature differenti ma c'è, prima di tutto, un grande patrimonio di impegno e professionalità cui deve essere riconosciuta per intero la dignità e la competenza. In questo senso, forse non è stato rispettoso nei confronti della Conferenza, del ministro che ne ha la maggiore responsabilità e degli operatori, anticiparvi il dibattito politico alla Camera su mozioni contrapposte, tutte legittime e tutte rispettabili ma in qualche modo fuorviami, perche di nuovo tutte interne a preliminari logiche di schieramento. Chi lavora sul campo, più che di affermazioni di principio ha bisogno di strumenti, di risorse, di strutture, di spirito di collaborazione. L'augurio che tutti ci facciamo è che l'assise di Napoli sappia mettere a fuoco i problemi e le urgenze reali, lasciando fuori dalla porta le polemiche, le strumentalizzazioni, le certezze "gridate". E magari che sappia anche ricordare a tutti, forze politiche e legislatori compresi, che essere "contro la droga", non può significare essere contro chi la usa, emarginare o criminalizzare le persone, anziché sostenerle e accompagnarle. Don Luigi Ciotti

Persone citate: Don Luigi Ciotti, Livia Turco

Luoghi citati: Napoli