Il divorzio di Valentino «Triste Milano addio» di Antonella Amapane

Ma Napoli non si accende Lo stilista da Parigi: non sfilerò più Il divorzio di Valentino «Triste Milano, addio» «La città mi deprime e non ispira» Le top model in passerella per Dior PARIGI DAL NOSTRO INVIATO La rottura è devinitiva. «Mai piMilano». Valentino divorzia dacapitale del prèt-à-porter italiaE trasferisce in blocco a Parigipresentazione di tutte le sue linCompresa quella maschile e la nnata «V-Zone». La dichiarazione sarto è un fulmine a ciel sereProprio adesso che Romeo GigCoveri hanno abbandonato la Ville Liunière per tornare in Italia? «Non è una decisione strategica.Io lavoro dove mi sento felice. E Milano mi deprime. Non mi ispira, non è eccitante dal punto vista creativo. A Parigi invece scateno liberamente la fantasia. E' una città effervescente dove gli intellettuali si mescolano agli stilisti, osannano e rispettano la moda. I meneghini invece ci snobbano. E' vero che noi sarti siamo egocentrici. Ma, insomma, regalateci un attimo di gioia...», racconta Valentino (1480 miliardi di fatturato) sottolineando che Roma resta il suo quartier generale, ideale per vivere e lavorare. Stamattina, quindi, sfila la nuova linea «V Zone», domenica toccherà alla collezio- ,. , ,. ,; D„„ Un mode ne Valentino Bout, « *~ tique. La formula del «raddoppio» infrange le feregole parigine che vietano, aglilisti, eh partecipare alla kermecon due défilé. Ma all'organizzane non è parso vero accaparrarstoto uno dei nostri stilisti più pstigiosi. Il presidente della Chbre syndicale, Jacques Mouclier , a enfino ha steso tappeti rossi. Difendendolo addirittura dalle ire dei colleghi. Sonia Rykiel ha mandato una lettera minatoria. Guy Laroche, Jean Colonna e Kenzo si sono lamentati rendendo difficoltosa la collocazione della sfilata aggiuntiva. Tutti terrorizzati dallo strapotere economico di Valentino che, oltre a catalizzare l'attenzione, può arruolare le modelle più belle e causare ritardi agli altri. «Con Chanel, in calendario dopo di noi, abbiamo trovato un accordo. Lagerfeld selezionerà come crede le indossatrici di sempre. Noi abbiamo preso maimequin nuove», assicura lo stilista romano. Le top model al completo - latitanti a Milano - sono ricomparse, sulla pedana di John Galliano per Dior, in versione pin-up. Dalla smagliante e ubertosa Cindy Crawford, alla magri ssima e irriconoscibile Claudia Schiller, fino alla rediviva Linda Evangelista. Seguite da Carla Bruni e Naomi Campbell. Le ragazze, simili a maitresse del dopoguerra, si strusciano voluttuose alle colonne del museo Guimet. Il bordello ipotizzato da John Galliano, al di là della messa in scena, è un azzeccato intrecciarsi di suggestioni occidentali e cinesi. Bocca rossa e tumida, acconciature a pagoda; top incedono | nelle minigonne «lucide color confetto, alte un palmo, dallo spacco a filo natica. I décolleté si offrono generosi nelle scollature che svelano i capezzoli. Antonella Amapane . , ,. .... , Un mode odi Va enfino *~

Luoghi citati: Italia, Milano, Parigi, Roma