Bologna, rissa al corteo per ricordare il '77

Bologna, rissa al corteo per ricordare il '77 Alla manifestazione in memoria di Francesco Lorusso, studente ucciso 20 anni fa, anche l'ex leader Bifo Bologna, rissa al corteo per ricordare il '77 Attacchi ai negozi e scontri tra universitari e ex di Lotta Continua BOLOGNA. Ieri, a Bologna, sono riapparsi dopo vent'anni gli espropri proletari, le vetrine rotte ed i tafferugli tra gruppi diversi per contendersi la testa di un corteo. E' successo nella zona universitaria, che nel 1977 fu teatro di scontri violenti tra i giovani e la polizia e tra frange di uno stesso movimento. Occasione: l'anniversario della morte di Francesco Lorusso, il giovane studente di medicina, militante di Lotta Continua, che fu ucciso da un colpo di pistola durante uno scontro tra forze dell'ordine ed un gruppo di manifestanti. Dopo la commemorazione della mattina, che aveva riunito gli «ex» di allora, il papà di Francesco, generale dell'esercito in pensione, e il sindaco Walter Vitali, a testimonianza di «una città che vuole capire, essere libera e non vuole rischiare nuove emarginazioni», il corteo ha diviso e creato nuove incomprensioni, suscitando la reazione sdegnata di molti cittadini. I primi tafferugli sono scoppiati alla partenza dei circa 700 manifestanti. In testa, i «vecchi» del movimento che sventolavano bandiere di Le con su scritto: «Bompressi, Pietrostefani, Sofri liberi», subito contestati dai collettivi che occupano alcuni locali universitari, che volevano avere la guida del corteo. Sono volati pugni, schiaffi e bacchettate con le aste delle bandiere. In mezzo, a far da pacieri, alcuni leader di allora: da Francesco «Bifo» Berardi all'ex le Mauro Collina, al consigliere comunale di Rifondazione Valerio Monteventi. «Compagni, state dimostrando una stupidità allucinante», gridava Collina. Tutto inutile: i tafferugli si sono conclusi in pochi minuti, ma il corteo è rimasto diviso per il resto del percorso. Diverse le richieste politiche. Gli studenti hanno preteso che restassero in fondo al corteo le bandiere di Le ed uno striscione con la scritta ((Amnistia ai detenuti ed esuli politici degli Anni 70». «Perché solo quelli degli Anni 70 e non tutti?». Diversi gli slogan. Dalla coda si alzavano cori che inneggiavano alla «Lotta di lunga durata, lotta di popolo armata», mentre dalla testa partivano altre grida come: «Prodi boia, Vitali boia» e «Sofri sei solo un socialista». Gli episodi più intolleranti si sono avuti al termine del corteo. Dopo la deposizione di un mazzo di fiori sotto la lapide che in via Mascarella ricorda dove Lorusso fu ucciso, i manifestanti sono tornati in centro. Alcuni hanno infranto le vetrine della «Feltrinelli International», poi sono entrati nella libreria facendo danni. Altri se la sono presa con le bancarelle del libro, al grido: «Piazza Verdi non è un mercato», hanno preso libri e buttato all'aria tavoli. Altri ancora, sono entrati in una farmacia e in altri negozi portando via le prime cose che capitava. Dura la reazione del sindaco Vitali: «Si è trattato di atti di teppismo e di violenza che condanno fermamente. Chiedo che vengano individuati e puniti i responsabili». Il sindaco ha espresso solidarietà a chi ha avuto danni. Marisa Ostolani Il sindaco Vitali: «E' una città che vuole capire, essere libera ed evitare nuove emarginazioni» Francesco «Bifo» Berardi

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