Una gelata di primavera fra Quirinale e Vaticano di Fabio Martini

Una gelala di primavera fra Quirinale e Vaticano Una gelala di primavera fra Quirinale e Vaticano LO SCONTRO SUL LAVORO QROMA UEL venerdì mattina il giornale dei vescovi suscita un leggero moto sussultorio sul colle del Quirinale. E' il 7 marzo. Il calendario di Santa Romana Chiesa festeggia Santa Felicita e Santa Perpetua e su Avvenire compare un corsivo un po' appartato, sfuggito ai più, ma con dentro una sorpresa. Si commenta così l'intervento di Scalfaro sulla questione-lavoro: «Il Quirinale, suo malgrado, ha dato la sensazione di entrare da protagonista» e se «^on sono in discussione le buone, anzi ottime intenzioni di chicchessia», però «a tutti» deve essere chiesto «un urgente supplemento di responsabilità». Morale: ognuno resti «nel proprio ruolo», «senza incertezze e inutili spettacolarismi». Firmato: Av. Come dire: il corsivo di critica al Capo dello Stato impegna la direzione del giornale e se non proprio «ispirato dall'alto» è sicuramente gradito al cardinale Camillo Ruini. Due giorni dopo, al culmine di una lunga esternazione sui soldi pubblici per il lavoro, Oscar Luigi Scalfaro lascia cadere una inattesa allusione: «Nel mondo della finanza e dei soldi, sul piano intemazionale, i mali non vengono mai a galla». A chi pensa il Presidente? Lo spiega lui stesso: «Qualche polemica ha sfiorato anche le sponde del Tevere, ma poi è passata come da ogni altra parte: io osservo e constato». Un'allusione allo Ior di Paul Marcinkus? Difficilissimo accertare - tutti negano - un nesso tra il corsivo ài Avvenire e l'esternazione presidenziale, ma una cosa è certa: la velata critica nei confronti di un cattolico come il presidente Scalfaro (e la sua «replica») confermano che i rapporti tra la Chiesa e lo Stato italiano si sono raffreddati. L'apertura di credito al governo di centro-sinistra guidato da un cattolico come Prodi non ha dato frutti e in Vaticano - come sussurra uno dei cardinali più influenti, si teme anche in Italia una «deriva polacca»: lì e qui un governo di ex comunisti che faccia segnare il passo sulle questioni che più stanno a cuore alla Chiesa, finanziamenti alla scuola cattolica, bioetica, aborto, fino alla più prosaica questione delle opere viarie per il Giubileo, il cui rinvio ha suscitato la ripetuta irritazione di monsignor Sebastiani, «plenipotenzario» per l'Anno Santo. E sul «contenzioso» tra Vatica no e Stato italiano, la segreteria di Stato avrebbe preparato un «rapporto» riservato per il Papa: si starebbe meditando se renderlo pubblico e se farlo prima delle prossime elezioni amministrative. Forse sono solo voci fatte circolare. Certo, nel freddo calato tra le due sponde del Tevere, giocano fattori diversi. Come la differenza di carattere tra il segretario di Stato Angelo Sodano e Oscar Luigi Scalfaro: due piemontesi che indubbiamente si stimano ma dire che si amino è troppo. Il primo, nato sessanta¬ nove anni fa ad Isola d'Asti è secco, poco cerimonioso, così conciso da deludere un certo mondo della Curia; il secondo, di nove anni più anziano, ama l'eloquio rotondo, è fervente cattolico, porta il distintivo dell'Azione cattolica. In generale, pur apprezzando molto un «presidente cattolicissimo», oltre Tevere sono perplessi sul ruolo di «traghettatore», sovente attribuito a Scalfaro, di un Ulivo che non mantiene le promesse. Racconta Guido Folloni, già direttore di .Avvenire, oggi presidente dei senatori del Cdu: «Nello scorso autunno ho partecipato, insieme ad altri deputati cattolici, ad un interessantissimo convegno ad inviti organizzato da monsignor Nicora», uno degli artefici del nuovo Concordato e considerato una delle eminenze grigie della diplomazia di Oltretevere. Sulla eterna questione dei finanziamenti alla scuola cattolica, Folloni chiede a mon¬ signor Nicora: «Dobbiamo assecondare la politica dell'Ulivo per le convenzioni o insistere sulla libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione?». Racconta oggi Folloni: «Monsignor Nicora mi rispose che la via delle convenzioni avrebbe consentito di aiutare diversi istituti in difficoltà e colsi in quelle parole un'aspettativa forte verso le aperture dell'Ulivo. Poi però, nell'intervento di due settimane fa del Papa ho colto un'irritazio- ne fuori dell'usuale, il segno di un'aspettativa delusa». E infatti sull'onda del forte intervento papale, sono partiti gli «scattisti»; Pierferdinando Casini ha lanciato un «sos» sulla scuola privata, stroncando «la linea dirigista ed ideologica del ministro Berlinguer». E che tra le due sponde del Tevere l'aria sia pesante lo confermano le aspre parole pronunciate dal cardinale Ruini due giorni fa al consiglio permanente della Cei. Con allu- sione trasparente al governo, il cardinale Ruini ha detto che «il passaggio alle scelte concrete sembra pesantemente frenato per non dire bloccato». Eppure, molti canali restano aperti. Venerdì scorso Romano Prodi, alla vigilia del viaggio in Polonia, è stato ricevuto a colazione dal Papa: un colloquio cordiale che potrebbe aver riaperto qualche porta socchiusa. Fabio Martini Qui sopra Paul Marcinkus ex capo dello Ior

Luoghi citati: Asti, Italia, Polonia