« Sono ore decisive » di Francesco Grignetti

« « Sono ore decisive » Ditti annulla il viaggio in India LA FARNESINA IN ALLERTA LROMA A Farnesina invita gli italiani ad abbandonare l'Albania. Chi proprio sia «nella effettiva necessità di restarvi» è caldamente esortato a mettersi in contatto con l'ambasciata per ogni evenienza. Se non ufficialmente, insomma, è scattato il rimpatrio dei connazionali. «Diciamo che è il momento giusto perché gli italiani d'Albania si prendano una vacanza», minimizzano alla Farnesina. Stesso ordine è arrivato dall'Olanda, dalla Germania, dalla Gran Bretagna, dalla Grecia. La situazione albanese rischia di precipitare e le cancellerie europee si adeguano. L'Unione europea, a sera, ha anche chiesto ufficialmente a Tirana di garantire la sicurezza per gli stranieri. Insomma, nonostante l'accordo politico dell'ultima ora per un nuovo premier e un nuovo governo - che il presidente Berisha ha comunicato in anteprima al ministro Lamberto Dini - si teme il peggio. I rapporti a disposizione della nostra diplomazia dicono che avanza la rivolta a Sud. Ma che anche a Nord, nel feudo del presidente Berisha, i cittadini assaltano le caserme e si armano. Ci si avvicina pericolosamente al «confronto» tra civili. La strategia del dialogo politico - su cui la diplomazia italiana aveva scommesso l'intera sua capacità - segnerebbe tuttavia buoni risultati. Berisha ha accettato le condizioni dell'opposizione: un economista trentacinquenne del parti to socialista, ex sindaco di Argirocastro, Bashkim Fino, è il nuovo premier dell'Albania; entro 48 ore si nominerà il nuovo governo. «Mi raccomando che sia rappresentativo di tutti i partiti e di tutte le aree geografiche», ha consigliato Dini a Berisha nel corso della telefonata. Non solo. Il comitato di insorti di Valona, quello che due giorni fa è stato ospitato sulla nave militare San Giorgio per i colloqui politici con il governo, alla presenza del nostro ambasciatore Paolo Foresti, ha lanciato un appello alla pacificazione nazionale e un appuntamento: tutti a Tirana, entro la settimana. Ma tutto questo potrebbe non bastare. Fa paura quel fermento nel Nord. Secondo le valutazioni del governo greco, sarebbe la fazione di Berisha che si sta armando. Ma è la stessa valutazione che si fa a Roma. E' lo spettro della guerra civile che galoppa. Ecco dunque che si mette in cantiere l'evacuazione rapida degli stranieri. Alla Difesa si tira fuori dai cassetti il piano «Ippocampo» per la salvezza degli italiani in pericolo nel mondo. Intanto si compulsano mappe e si studiano rapporti riservati. Spiega una fonte del ministero della Difesa: «E' caduta nelle mani dei rivoltosi la città di Berat. E' una svolta. Quella città non solo è molto vicina a Tirana, meno di cento chilometri, ma è anche una base aerea importante e ha un valore strategico fondamentale. Ormai tutta l'Albania meridionale è fuori dal controllo governativo». A giudizio della Farnesina, le prossime ore saranno decisive per capire dove va l'Alba nia. E cioè se il nuovo premier socialista, ex comunista, riuscirà a frenare la rivolta oppu re no. La parola d'ordine rimane «l'auspicio per un rasserenamento della situazione». Ma ci si rende conto che non c'è un solo centro che governa la ri volta, con il quale eventual mente trattare, quanto tanti piccoli focolai. Questa fram¬ mentazione viene molto temuta. Si aspetta per vedere alla prova un nascente comitato nazionale degli insorti, autoproclamatosi ieri a Argirocastro. Per sicurezza, il ministro Dini ha deciso di annullare il previsto viaggio in India. Preferisce seguire da vicino gli sviluppi della situazione albanese. Francesco Grignetti Pronti a attivare il Piano Ippocampo per i rimpatri a rischio I familiari piangono la giovane vittima dell'esplosione di un deposito d'armi