Un giallo da settanta coltellate

La coppia di fidanzati trovata nella camera da letto: forse un regolamento di conti o un delitto passionale La coppia di fidanzati trovata nella camera da letto: forse un regolamento di conti o un delitto passionale Un giallo da settanta coltellate Assassinati a Latina: lui 23 anni, lei 17 CORI (Latina) DAL NOSTRO INVIATO Angelo Marafini aveva un pessimo presentimento. Quando domenica sera ha sentito battere le undici senza aver ancora visto tornare la figlia, Elisa, ha preso il giaccone, è salito in auto e, senza una parola, si è diretto verso Cori Monte, la parte più alta di questo paese in bilico tra le paludi pontine e i colli dei Castelli romani. Non sapeva esattamente dove cercare, ma non ha avuto difficoltà nel trovare qualcuno che lo accompagnasse fino alla casa di Patrizio Bovi, da cinque-sei mesi il fidanzato della figlia, l'unico motivo di screzio che di tanto in tanto l'uomo aveva con la sua primogenita. Con il cuore in gola ha affrontato anche l'ultimo pezzo di salita, il più ripido, poi ha iniziato a suonare il campanello. Nessuna risposta: via Fortuna 41 sembrava immersa nel sonno o deserta, ma Angelo Marafini aveva quel presentimento. Ha rotto il vetro di una finestra, è entrato. Aveva un pessimo presentimento, ma non fino al punto da immaginare quell'orrore: la figlia e il fidanzato riversi in un lago di sangue profondo almeno quanto le oltre sessanta coltellate ricevute. Erano al primo piano della casa: ai piedi del letto lei, in bagno lui. Doveva esserci stato un tentativo di difesa perché i due giovani avevano le mani strette intorno al petto, come per tentare di proteggersi, ma nessuna difesa aveva potuto frenare quella furia che si era abbattuta alla cieca, con odio, per quarantadue volte su di lei e oltre venti su di lui. Angelo Marafini ha osservato la scena e, per sua sfortuna, ha anche capito tutto: del tentativo di difesa e del fatto che dovevano essere trascorse almeno quattrocinque ore dal delitto. Quando si è trascorsa, come lui, un'intera vita fra i carabinieri fino a diventare maresciallo, andare in pensione non significa perdere il fiuto per le tracce, dimenticare co¬ me leggere tutto di un delitto in un solo colpo d'occhio. Era stato proprio il fiuto a suggerirgli quel pessimo presentimento alle undici di sera e, in genere, a ispirargli ima profonda diffidenza nei confronti di Patrizio. La figlia ne era innamorata, e a un certo punto c'erano state anche le presentazioni ufficiali ai genitori. La mamma aveva sorriso, e, da mamma, aveva detto: «Se lo ama, per me va bene». Angelo, da maresciallo anche se in pensione, aveva abbozzato una mezza parola tanto per salvare le forme e aveva taciuto sulle ricerche fatte fare ai suoi ex-colleghi, scoprendo che il fidanzato aveva precedenti per spaccio di hashish. Continuando a informarsi aveva anche scoperto che il giovane veniva da Caserta, dove era il quinto di otto figli, e che dopo l'ennesimo litigio, aveva preferito andare a vivere per conto proprio mettendo fra se' e i genitori un centinaio circa di chilometri. Questa è stata la versione raccontata ieri da Angelo Marafini ai suoi ex-colleghi, che, anche se excolleghi, lo hanno trattenuto per ore in caserma. Nella stanza accanto, anche il padre di Patrizio Bovi fumava una sigaretta dopo l'altra da mezza giornata, senza capire bene il perchè. Gli sguardi dei due uomini di tanto in tanto si incrociavano, ma era un attimo, poi fuggivano altrove. Nessuno aveva voglia di fare in caserma quello che tutto lasciava pensare elio sarebbe accaduto intorno a un fiasco di vino: presentarsi e dire, «io sono il padre». Probabilmente non sarebbe accaduto tra molto. Patrizio aveva persmo riannodato i rapporti con il padre lo scorso Capodanno e gli aveva fatto conoscere Elisa. E Elisa, studentessa modello e ragazza perbene tirata su da un maresciallo dei carabinieri, sapeva di non poter andare troppo in là con questo rapporto senza formalizzarlo. L'ostacolo principale era il lavoro. Non quello di Elisa, al quarto anno di ragioneria, sempre fra le prime della classe. Ma quello di Patrizio, che nessuno sapeva bene come e di che cosa vivesse. Al padre aveva raccontato di avere un impiego in un cantiere edile. Un amico sostiene di averlo visto lavorare negli ultimi tempi presso un tappezziere. Un altro amico, invece, rivela che era cameriere in mia pizzeria, ma che sabato era anche stato licenziato. Il giorno dopo, dunque, Patrizio veniva ammazzato. Dopo aver constatato l'accanimento dell'assassino, e dopo aver ricostruito la storia di Patrizio, gli investigatori si sono immediatamente orientati su due piste: una passionale, l'altra finanziaria. «La seconda ò al momento la più probabile e non escludiamo nelle prossime ore di giungere alla conclusione», affermava ieri pomeriggio il comandante dei carabinieri di Latma, il colonnello Vittorio Tomasone, dopo aver sentito ima ventina di persone fra parenti e amici delle vittime. I suoi sospetti si appuntavano soprattutto su due amici di Patrizio, uno dei quali è mi polacco con un lungo codino biondo. Poi si è tenuto a Latina un coordinamento interforze, un vertice a cui ha partecipato anche il sostituto procuratore Gregorio Capasso, e l'ottimismo del pomeriggio ha lasciato il posto a una certa vaghezza. I due amici sono ancora in cima alla lista dei sospetti, ma non si esclude nessuna ipotesi. Nessuna, nemmeno una che spiegherebbe in modo diverso quel pessimo presentimento delle undici di Flavia Amabile I corpi scoperti dal padre della ragazza un ex maresciallo TRE IPOTESI PER UN GIALLO 1IL DELITTO PASSIONALE. Una vecchia storia d'amore finita male, un fidanzato deluso (o una ex fidanzata). Sembra la pista più probabile, data la violenza e l'accanimento (42 coltellate a lei, oltre 20 a lui) del killer. 2LA PISTA DEI SOLDI. Un debito mai saldato. E' possibile che il giovane non abbia restituito una somma di denaro e che qualcuno lo abbia minacciato, poi ucciso. E che abbia ucciso anche la ragazza, unica testimone del delitto. 3LA DROGA. Un regolamento di conti dovuto ai piccoli precedenti per stupefacenti del ragazzo. In passato aveva avuto dei guai con la giustizia per spaccio di hashish. Interrogati a lungo due amici del ragazzo che aveva piccoli precedenti per droga A destra il magistrato Gregorio Capasso mentre esce dalla casa del delitto Sotto le vittime: Patrizio Bovi, 23 anni, e la fidanzata Elisa Marafini, 17 anni

Persone citate: Castelli, Elisa Marafini, Flavia Amabile, Gregorio Capasso, Patrizio Bovi, Vittorio Tomasone

Luoghi citati: Caserta, Cori, Latina