Prodi: Polonia nella Nato l'Italia non accetta veti
Il presidente del Consiglio a Varsavia Il presidente del Consiglio a Varsavia Prodi: Polonia nella Nato l'Italia non accetta veti «Dico sì anche all'ingresso nell'Europa» Kwasniewski cambia il capo dell'esercito VARSAVIA. L'Italia sviluppa, e rafforza, la propria «ostpolitik», e si conferma interlocutore ascoltato, ancora più che per il passato, dei Paesi dell'Europa centro-orientale. Roma, in particolare, dà un «appoggio pieno, e con energia», all'adesione della Polonia alla Nato, per la quale non ammette «veti» di sorta, e all'Unione europea. Questa l'impressione al termine dei colloqui a Varsavia, del presidente del Consiglio Romano Prodi, con il premier Wlodozimierz Cimoszewicz e il presidente della repubblica Aleksander Kwasniewski. Non solo: Italia e Polonia daranno nuovo impulso alle relazioni economiche bilaterali, già molto strette, con una serie di iniziative tra le quali un «seminario», in Italia, sulla nuova ondata di privatizzazioni che Varsavia varerà nei prossimi mesi. «Posso dire fin d'ora che questa visita è un grosso successo», ha commentato Cimoszewicz. Dall'Italia, per bocca di Prodi, i governanti polacchi si aspettavano una parola definitiva, in grado di tranquillizzarli, sul diritto della Polonia di entrare nella Nato, decisione che dovrebbe essere sancita dal vertice atlantico in programma a luglio a Madrid e diventare operativa nel 1999: a preoccuparli era una frase del ministro degli Esteri Lamberto Dini, secondo cui l'allargamento si potrà fare soltanto «con il consenso e comunque non contro la Russia», interpretata a Varsavia come un possibile riconoscimento di un diritto di veto russo. Al primo ministro Cimoszewicz, come ha detto in risposta ad una domanda nella conferenza stampa finale, Prodi ha spiegato che le parole di Dini vanno interpretate «in modo preciso». L'Italia, ha spiegato, «è favorevole all'ingresso della Polonia nella Nato, non accetta diritti di veto perché si tratta di una decisione interna alla Nato e di tutta la Nato». «L'Italia non accetta quindi un eventuale allargamento che fosse deciso da quattro Paesi insieme con la Russia», ha precisato riferendosi al recente tentativo di alcuni Paesi (Usa, Germania, Francia, Gran Bretagna) di prendere sulla questione una decisione in un loro vertice con la Russia. L'Italia, ha spiegato Prodi, «favorisce un accordo parallelo tra la Russia e la Nato su particolari problemi, sensibili per l'equilibrio politico e militare. E si augura che questo accordo venga concluso prima del vertice della Nato di luglio o venga firmato contemporaneamente al vertice». Chiarite subito le cose sul «problema Nato» (con i timori polacchi frutto più della sensibilità, su questo punto esasperata, del governo polacco che di una mancanza di chiarezza deDe parole di Dini) il resto dei colloqui è filato come tra due Paesi che sull'insieme dei problemi, da quelli di politica internazionale a quelli di interesse bilaterale, hanno punti di vista (lo ha detto Cimoszewicz) «in linea di massima identici». Nell'ambito della trattativa per l'ingresso della Nato, Kwasniewski ha destituito il capo di stato maggiore Tadeusz Wilecki e ha nominato al suo posto il generale Henryk Szumski. Lo scambio delle consegne è avvenuto durante una breve cerimonia al palazzo presidenziali, cui Wilecki non ha partecipato ufficialmente per motivi di salute. Recentemene, il governo aveva contestato al capo di stato maggiore, che era al vertice dell'esercito dall'agosto del '92, di far resistenza alla riforma che dovrebbe accentuare il controllo delle autorità politiche sui militari. Kwasniewski ha affermato che l'avvicendamento «non è nulla di sensazionale», ma si inserisce nel contesto degli «obiettivi strategici della Polonia», tra i quali l'ingresso nella Nato. [Ansa-Agi]
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