«Uno sbaglio? Impossibile»
«Uno sbaglio? Impossibile» «Uno sbaglio? Impossibile» Il gip Failla: noi siamo disorientati LA PROCURA DELLA SPEZIA LA SPEZIA OVE, come hanno sbagliato? Mi sembra che si tratti di un'operazione così elementare che non capisco in che modo sia possibile sbagliare». Così reagisce Maria Cristina Failla, gip di Tangentopoli 2, appena app/esa la notizia del presunto errore dell'ufficio di consulenza. Il pubblico ministero Silvio Franz non vuol commentare, dice soltanto: «Non sono ancora al corrente di questo fatto, sono perplesso». Dopo la clamorosa sentenza della Cassazione si chiude così un'altra difficile giornata per la procura spezzina. Alberto Cardino ha svolto ieri mattina, nel solito ruolo di pm, l'udienza di un processo per uxoricidio con altrettanto distacco, seccamente, ha detto ai cronisti: «Non lascio la magistratura». Ha sorriso sulT eventualità di una sua candidatura a sindaco della Spezia, dopodiché si è chiuso nel solito riserbo lasciando dietro di sé l'impressione di aver fin troppo rapidamente superato l'amarezza dei giorni scorsi. Reagiscono invece con forza, senza paura e senza mezzi termini le due gip dell'inchiesta, Diana Brusacà e Maria Cristina Failla. Le due signore della procura spezzina criticano la sentenza che nei giorni scorsi ha annullato il provvedimento di custodia cautela¬ re per Necci. Dice la prima: «C'è contraddizione nel dispositivo dell'Alta Corte, che ha confermato la legittimità dell'arresto per i reati di corruzione aggravata e truffa mentre ha escluso la presenza di indizi per il reato di associazione a delinquere». Le fa eco Failla: «C'è un problema di interpretazione, e quando si deve interpretare possiamo sbagliare tutti. Possiamo aver sbagliato noi, possono aver sbagliato i giudici della Cassazione. Certo siamo disorientati. Abbiamo un provvedimento emesso alla Spezia, un tribunale della libertà, quello di Genova, che lo conferma, una sezione della Cassazione che lo con¬ ferma, ed un'ultima sentenza che ha trovato invece interpreti diversi e che smentisce i precedenti pareri. Certo che siamo disorientati, moltissimo, aspettiamo le motivazioni». Insomma, secondo quest'ultima interpretazione dei giudici Necci sarebbe rimasto illegittimamente in carcere per il reato associativo, reato che la stessa Cassazione aveva qualche mese prima riconosciuto. Infatti, insistono Failla e Brusacà, «per il reato di associazione a delinquere l'Alta Corte aveva riscontrato la presenza di gravi indizi di colpevolezza esaminando la posizione di Pierfrancesco Pacini Battaglia coindagato di Necci». E la po¬ lemica non finisce qui. I difensori dell'ex amministratore delle Ferrovie, Alfonso Stile e Paola Balducci, controbattono chi li accusa di aver cantato inopportunamente vittoria: «Nessuno di noi ha mai pensato che il processo fosse chiuso». A proposito della corruzione aggravata imputata a Necci, per la quale il carcere - secondo quanto sostiene Brusacà - si sarebbe comunque aperto e per la quale la Cassazione avrebbe confermato gli indizi, i due avvocati precisano invece che il loro ricorso non riguardava tali reati. In proposito si era già pronunciato infatti il tribunale della libertà, annullando l'ordinanza di carcerazio¬ ne che rimase valida per la sola contestazione di associazione a delinquere. Ora demolita dalla discussa sentenza. Nessun parere di Cardino in proposito. Precisazioni sul suo ipotetico futuro politico arrivano invece dal senatore di Forza Italia Luigi Grillo: «Noi stimiamo molto Alberto Cardino. E' un uomo apprezzato in città. Un uomo di grande equilibrio, lo vorremmo come nostro candidato. Ma non facciamo proposte, almeno finché resta in magistratura. Se dovesse dimettersi ci farebbe molto piacere averlo con noi». Donatella Bartolini
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