Romano e la stampa «cattiva» di Antonella Rampino
Polemica dopo le critiche fatte da Gargonza «Vittimismo sbagliato» Romano e la stampa «cattiva» Ora la Fusi chiede un chiarimento ROMA. Quando tornerà da Lubiana, il presidente del Consiglio non troverà ad attenderlo solo i presidenti di Camera e Senato. Troverà anche una lettera della Federazione Nazionale della Stampa, con richiesta di incontro urgente, al quale non è improbabile partecipino i direttori dei quotidiani. «L'Ulivo ha contro anche i giornali», aveva esclamato Prodi durante lo stesso seminario di Gargonza nel quale aveva messo sotto accusa il Parlamento. In che contesto è nata questa presa di posizione che nessuno si aspettava? A Palazzo Chigi si sa che Prodi considera i grandi giornali di opinione oscillanti tra una grande severità e un equilibrio di giudizio con forti punte polemiche. Il Giornale e II Tempo sono considerati, e sono a tutti gli effetti, giornali dell'opposizione. Il primo, in particolare, ha attaccato più volte Prodi, che ha dato querela solo nei casi in cui sono stati adoperati toni irrispettosi nei confronti di membri della sua famiglia. Come dire: le critiche politiche di Vittorio Feltri non ci toccano. E si sa che Prodi ha con la stampa un rapporto altalenante, che sarebbe banale definire di odio e amore: di certo, si riflette anche nel suo modo di leggere i quotidiani, talvolta li sfoglia appena, talvolta li compulsa. Quando ha visto i titoli su Gargonza, con i suoi collaboratori è sbottato: «Ma perché, se dico che noi dell'Ulivo non dobbiamo avere paura della stampa, i giornali ripor- tano questa frase come se li avessi attaccati?». «Ma Prodi, non si sarà nuca dimenticato di essere il presidente del Consiglio?» dice ironico Paolo Serventi Longhi. La Fnsi ha raramente reagito quando l'informazione è stata bersagliata più volte, tanto da essere diventato un leitmotiv di sottofondo, dal pur potente segretario del pds Massimo D'Alema. E ha invece duramente stigmatizzato la presa di posizione di Prodi. Il motivo è semplice, spiega Serventi Longfti: «Prodi è ai vertici di un'istituzione dello Stato, e avrebbe possibilità di intervenire, di tradurre le sue parole con strumenti coercitivi». E' d'accordo anche Giuseppe Caldarola, che dirige l'Unità avendo come editore di riferimento proprio il segretario del pds: «Prodi ha sbagliato: la stampa non gli è affatto contraria. E' grave che un uomo politico che detiene tanto potere assuma una posizione intimidatoria». Da Palazzo Chigi fanno sapere che l'intenzio¬ ne del presidente del Consiglio sarebbe stata quella di spingere la stampa italiana a fare autocritica. Ma, per ora, non sembra che l'atto di accusa di Prodi abbia centrato l'obiettivo. «Prodi mi è sembrato fare, in questa occasione, del vittimismo: un atteggiamento che rivela insieme insicurezza e desiderio di dominio. Bisognerebbe che si rendesse conto che la stampa deve esercitare critica nei confronti del governo, e non mediare», dice Caldarola. Il quale ieri ha aperto una pagina dell'Unità riferendo che «Veltroni e Mussi attaccano D'Alema». Serventi Longhi legge invece nella polemica di Prodi una certa scarsità di cultura di governo: «Prodi ha davanti a sé, ogni mattina, sulle prime pagine dei giornali i gravi problemi del Paese: la manovra, l'occupazione, l'Europa. Ma non è mica colpa della stampa». Antonella Rampino Polemica dopo le critiche fatte da Gargonza «Vittimismo sbagliato» Paolo Serventi Longhi
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