DIARIO DI GARGONZA di Gianni Vattimo

o DIARIO DI GARGONZA S E dovessi giudicare la veridicità dei giornali dalle cronache che si sono pubblicate sul seminario di Gargonza, dovrei cedere alla disperazione. Moltiplicata per quattro, o almeno per due, provo qui la stessa sensazione - sorpresa, estraneità, spaesamento, sospetto di manipolazione - che mi capita di provare quando leggo la cronaca di un fatto banale a cui mi è accaduto di esser presente. Non ho mai creduto che i politici avessero ragione nel prendersela con i giornali e i giornalisti, e neanche adesso penso di poter aderire completamente alle loro tesi; prendo semplicemente atto che la diversità di punti di vi- sta è una cosa seria, più seria di quanto generalmente non si pensi. E mi dò anche delle spiegazioni, che cominciano dalla meteorologia; è vero che nei due giorni del seminario di Gargonza c'è stato un tempo splendido, ma la luminosità del cielo era prodotta da un vento gelido che aveva spazzato via le nuvole e che, alla lunga, faceva battere i denti. Una grande azienda avrebbe predisposto, per l'occasione, una sala stampa riscaldata e provvista di vari generi di conforto. A Gargonza, invece, i cronisti erano tenuti fuori dal portone del castello, al freddo Gianni Vattimo CONTINUA A PAG. 10 PRIMA COLONNA

Luoghi citati: Gargonza