IL VERO VIZIO D'ORIGINE di Edmondo Berselli

Violante e Mancino «convocano» il premier che accusa le Camere di boicottaggio IL VERO VIZIO D'ORIGINE LA storia dei cattivi rapporti fra Romano Prodi e il Parlamento viene da lontano, ma adesso la situazione si è fatta rovente. Sferzato dalle critiche del Presidente della Repubblica sul «sabotaggio» alla spesa per l'occupazione, il premier si è rifugiato nella censura deH'«estrema lentezza» del lavoro parlamentare. Che fosse un errore lo si è percepito subito, dal momento che l'autodifesa di Prodi non si rivolgeva più soltanto all'opposizione ma investiva anche la maggioranza. Il risultato è che si è precipitati in un punto di massima crisi: nel momento in cui un autorevole rappresentante del pds, Cesare Salvi, definisce «grottesca» l'uscita di Prodi, risulta infatti chiaro che non siamo in una situazione di difficoltà esclusivamente tecnica, di regolamenti farraginosi e di procedure vischiose. I presidenti delle Camere, Violante e Mancino, hanno posto l'accento sull'efficienza del Parlamento attuale, ma di per sé questa è una difesa d'ufficio, obbligata quanto politicamente neutra Invece la durissima reazione del pds (perché le parole di Salvi han no i crismi della risposta ufficiale) testimonia una difficoltà che tutta ed espressamente politica. Di questa crisi fra governo e Parlamento, e soprattutto fra gover no e maggioranza, si conoscono tutte le premesse, mentre è buio fitto sulle possibili conseguenze. La premessa principale, che viene anch/essa da lontano, consiste nel rapporto irrisolto fra Prodi e l'azionista di riferimento del governo, cioè D'Alema. Si tratta di un rapporto che durante l'esperienza di governo del centro-sinistra si è modellato sulla profonda ancorché sottaciuta insoddisfazione del segretario del pds per il ruolo che Prodi si è ritagliato nella maggioranza. Mentre infatti Edmondo Berselli CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Cesare Salvi, D'alema, Mancino, Prodi, Romano Prodi